Ferrotramviaria, indagati anche i vertici

TRANI - I vertici di Ferrotramviaria sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Trani. E' quanto si apprende in ambienti giudiziari tranesi.

Ferrotramviaria è la società privata che gestisce la linea su cui si è verificato il disastro del 12 luglio che ha causato ben 23 vittime.

I nuovi indagati per l'incidente ferroviario avvenuto il 12 luglio scorso nel Barese, dopo i capistazione di Andria e Corato, sono il direttore generale di Ferrotramviaria, Massimo Nitti, il direttore di esercizio delle Ferrovie del Nord Barese (Ferrotramviaria), Michele Ronchi, e la presidente e legale responsabile di Ferrotramviaria Gloria Pasquini.

I reati ipotizzati sono disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose plurime.

INDAGATO ANCHE CAPOTRENO SOPRAVVISSUTO - Anche Nicola Lorizzo, il capotreno sopravvissuto allo scontro tra convogli in Puglia, è indagato dalla procura di Trani.

Lorizzo, ricoverato all'ospedale di Bari, martedì era il capotreno del regionale 1021, il treno partito dalla stazione di Andria. Sono dunque sei le persone indagate nell'inchiesta per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo.

di NICOLA ZUCCARO - Prosegue intanto presso l'Istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari l'estenuante attesa dei parenti delle 23 vittime per la "restituzione" delle salme, prevista entro la serata di venerdì 15 luglio. A causa del protrarsi delle autopsie su alcuni dei corpi, non sono mancati, nella mattina odierna, nei pressi del già menzionato padiglione ospedaliero, dei momenti di tensione.

Determinante, per evitare che gli stessi possano intensificarsi nelle prossime ore il ruolo dell'ordine dei psicologi ed in particolare dei gruppi di sostegno. Gli stessi saranno impegnati con 2 unità per ciascun nucleo familiare nella delicata opera di supporto, sia durante che dopo i funerali in forma pubblica, confermati alle 11 di domani - sabato 16 luglio - al Palazzetto dello Sport di Andria.

CONCA (M5S): “LA POLITICA VERA RESPONSABILE” - In questi giorni di sgomento ho dovuto leggere e ascoltare tanta ipocrisia e incompetenza, lacrime di coccodrillo, bugie, frasi di circostanza, rimpalli e sfrontataggine delirante di mestieranti della politica e non. Renzi che si precipita con Delrio sulla scena del crimine forse per compensare un'azione governativa che definanzia costantemente il trasporto pubblico e vede le regioni del sud trattate come figliastre maltrattate da uno stato, volutamente minuscolo, ingiusto. Bruxelles che dichiara che i 145 milioni del raddoppio non sono stati sottratti alla Puglia ma spostati alla prossima programmazione contraddicendo il ministro. Emiliano che mentre da una parte si complimenta per l'efficienza della protezione civile, dall'altra voleva far venire gru speciali dalla Toscana per liberare i binari e se non fosse stato per gli elicotteri della Basilicata e di società private chissà come avremmo fatto a trasportare i troppi codici rossi, visto che in Puglia non abbiamo una rete elicotteristica d'emergenza che copra l'intero territorio malgrado i milioni di euro che versiamo annualmente ad Alidaunia. Lo stesso governatore che da un canto manifesta gioia, giustamente, per la gara di solidarietà dimostrata dai generosi pugliesi nella raccolta di sacche di sangue e dall'altro continua a chiudere le banche del sangue perseguendo un piano di riordino prodotto da azioni scriteriate e da un titolo V che esiste solo sulla carta, visto che la sanità è saldamente in mano al MEF e alla Commissione Europea.

Il binario unico non c’entra assolutamente nulla: il 90% delle ferrovie regionali e il 65% di quelle nazionali sono monobinario, certe tragedie possono succedere anche con il doppio binario, basta un terzo treno, l'errore umano, uno scambio errato o un deragliamento per cedimento dell'armatura. Il problema è un altro, quello della sicurezza, la localizzazione satellitare, l'scmt (equivalente al pilota automatico degli aerei), il bacc (il blocco elettrico a correnti codificate), le malridotte traverse in legno che ancora persistono a quelle in cemento, la manutenzione trascurata, l'insufficiente controllo dell'ustif, la vetustà dei mezzi, le maglie della burocrazia, la corruzione e i rimpalli delle competenze che ritardano la consegna dei lavori, le ruberie che fanno lievitare i costi e producono incompiute, le croci di Sant'Andrea e i passaggi a livello che attentano quotidianamente alla vita degli automobilisti, etc. Il fattore umano rimane però imprescindibile e insostituibile, tutta la tecnologia e la sicurezza fanno, e soprattutto faranno, solo da supporto.

In questo generale concorso di colpa di Governo, comuni, soprintendenze, Regione, Ferrotranviaria, i meno responsabili, paradossalmente, sono proprio i capistazione, i macchinisti ed i capi treno, vittime a loro volta della consuetudine che li ha portati nell'ordine a dare un “via” ingannati da un ritardo insolito, a mangiarsi in gergo un semaforo rosso e della fiducia nei colleghi che li ha portati a non verificare il foglio di viaggio.

Il fondo nazionale dei trasporti lo stanzia il governo, ed è un fatto che da 6 miliardi l'abbiano portato negli anni a 4.9 anziché a 6.5 che sarebbe il fabbisogno stimato, questo è il peccato originale. Il fatto che quei soldi siano destinati solo all'esercizio non è del tutto vero, visto che per ogni km di ferro le società percepiscono anche una indennità per manutenere la rete che porta il contributo chilometrico fino a 24 euro. Si continuano a tagliare risorse al trasporto pubblico, in Puglia abbiamo ancora 400 mezzi automobilistici euro zero e treni obsoleti visto che non ci sono più risorse cicliche e adeguate al fabbisogno. Se nelle strutture del Ministero dei Trasporti fai lavorare e decidere ancora coloro che hanno affossato la Sud-Est sottraendo denari a tutto il resto del comparto, non è forse giusto pensare che Delrio abbia delle colpe precise? Le domande che farei al governo sono le seguenti: ma il diritto alla mobilità è ancora strategico per questo governo? Così come riducendo e ripartendo iniquamente il fondo sanitario decretano la chiusura degli ospedali perché non più sicuri, perché allo stesso modo se si definanzia il tprl non si deve avere il coraggio di dismettere i servizi non più in grado di salvaguardare l'incolumità dei cittadini? Il triste timore è dunque d’obbligo: che si stia agendo come è già successo per la sanità pugliese dove si sono, negli anni, depotenziati i nosocomi per poi renderli non rispondenti al dettato del DM 70 giustificandone il declassamento o la chiusura. Questo governo sta forse tentando di rendere meno efficienti volutamente le linee regionali, per poi poter giustificare l'assorbimento da parte di Trenitalia centralizzando i servizi e lo sperpero? Se dovesse essere così che lo ammettano chiaramente e si assumano le responsabilità di dire che il trasporto non può più essere a carico della collettività, ne apprezzerei il coraggio ma non la scelta. Almeno a quel punto chi vorrà sarà libero di investire e decidere le tariffe più congrue, i cosiddetti servizi a mercato, quello che già succede con la gomma sul nazionale ed internazionale e con l'alta velocità per il ferro.