L'uomo era giunto in italia nel 2003 coi famigliari e aveva un lavoro fisso. A seguito delle lunghe indagini condotte dalla Procura distrettuale antiterrorismo di Milano, però, è stato scoperto un "crescente processo di radicalizzazione in chiave jihadista" del pakistano che aveva manifestato l'adesione allo Stato Islamico e la condivisione delle azioni commesse da diverse organizzazioni jihadiste.
Per esempio, riteneva che gli attentati di Parigi fossero una "legittima" reazione alle operazioni dalla Francia.
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