di Redazione - Egregio dott. Natuzzi, le scriviamo queste poche righe per illustrarle le necessità che tutti i vostri dipendenti, i nostri iscritti, le Rsu, i segretari territoriali e regionali delle Filca Cisl di Puglia e Basilicata, da tempo hanno rappresentato nelle riunioni che si sono tenute e nelle assemblee a cui hanno partecipato.
Questi anni di dura crisi che abbiamo percorso fianco a fianco e che ci hanno portato a superare, attraverso numerosi accordi, le questioni spinose dell’azienda Natuzzi, intrecciate a volte con quelle internazionali del gruppo, spinti dalla volontà di risolvere le problematiche di tutta la società nell’insieme, ci impongono, oggi, di ricordarle che affinché la Natuzzi si tenga salda in piedi il cammino futuro deve tener fede al percorso unico che abbiamo condiviso, e non avviando spacchettamenti di dubbia applicabilità .
Abbiamo sottoscritto il più importante accordo di programma per il rilancio del distretto pugliese e lucano del mobile imbottito, al cui interno la più grande azienda interessata é la Natuzzi, perché il nostro comune interesse é quello di traguardare l’azienda verso obiettivi collettivi e mantenere la Natuzzi sul territorio senza lasciare a casa nessun dipendente.
Un grande obiettivo sottoscritto al Mise, nato dalla stretta di mano tra galantuomini, tra un imprenditore lungimirante e i rappresentanti degli instancabili lavoratori che hanno fatto grande la Natuzzi nel mondo.
Siamo arrivati alla fine di un percorso di ammortizzatori sociali grazie ai sacrifici dei dipendenti della Natuzzi, eppure dobbiamo prendere atto che nei due anni trascorsi, pur spendendo tante risorse insocietà di consulenza, la Natuzzi non é riuscita a costituire le NEWCO, non é riuscita a trovare le giuste soluzioni per tutti, dipendenti in solidarietà o quelli in cassa integrazione.
Quando due galantuomini prendono un impegno lo mantengono fino in fondo, non dimenticando che in una famiglia “la Natuzzi” tutti hanno un ruolo primario per il bene ed il conseguimento degli obiettivi della famiglia stessa.
Egregio dott. Natuzzi, non ci aspettavamo sicuramente l’apertura della procedura di mobilità per i 350 dipendenti che attualmente si trovano collocati nello stabilimento di Ginosa e che contestiamo interamente nella sua procedura, crediamo che proprio nei momenti di difficoltà lo sforzo comune sia quello di condividere l’ultimo miglio.
Noi della Filca Cisl abbiamo contribuito con le nostre idee a costruire accordi per trovare possibili soluzioni e per questo crediamo ancora che il soldato Natuzzi possa salvarsi, auspicando da subito che il suo gruppo dirigente possa mettere a punto un piano industriale che ci consenta di dire NESSUNO TORNA A CASA SENZA LAVORO.
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