Nizza, vittime italiane salgono a 6. Renzi: "Uniti contro il terrore"

PARIGI - E' salito a sei il bilancio delle vittime italiane della strage di Nizza: nel corso della notte, informa la Farnesina, le autorità francesi hanno formalizzato l'avvenuto riconoscimento di ulteriori quattro connazionali. Si tratta di Carla Gaveglio, Maria Grazia Ascoli, Gianna Muset e Angelo D'Agostino.

A questi nomi si aggiunge quello del novantenne milanese Mario Casati, che era stato riconosciuto ieri sera. "Il Ministro Gentiloni e la Farnesina esprimono vicinanza e solidarietà ai famigliari e agli amici delle vittime del barbaro attentato", prosegue il ministero degli Esteri. "Le famiglie sono state informate e stanno ricevendo tutta la necessaria assistenza da parte del personale del nostro Consolato e dell'Unità di Crisi", conclude la nota.

Contro il terrorismo "dobbiamo prendere l'impegno di continuare a essere uniti". Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che ha ricordato le vittime dell'attentato di Nizza aprendo il suo intervento nello stabilimento Cimberio di Berzonno di Pogno, in provincia di Novara. "Alla Cimberio oggi è un giorno di festa - ha aggiunto - ma noi piangiamo le vittime di Nizza".

Il governo francese non è del tutto convinto che ci sia un legame tra lo stragista di Nizza e lo Stato islamico. Le connessioni, ha spiegato il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, a Rtl, "non sono state ancora stabilite" e, ha continuato, "non possiamo escludere il caso di un individuo squilibrato e molto violento" che "attraverso una rapida radicalizzazione è arrivato a commettere questo crimine".

Cazeneuve se l'è poi presa con Nicolas Sarkozy, che domenica aveva accusato il governo di "non aver fatto in 18 mesi ciò che andava fatto": le dichiarazioni dell'ex capo dello Stato, ha sottolineato il ministro dell'Interno, sono "vergognose" e "irrispettose del momento di lutto".

La polizia francese ha intanto arrestato un uomo e una donna albanesi che avrebbero aiutato l'autore della strage di Nizza a procurarsi la pistola calibro 7,65 trovata nel camion. Con questa arma Mohamed Lahouaiej Bouhlel sparò contro i poliziotti che cercarono di fermare la corsa del camion. Secondo l'emittente Bouhlel non entrò in contatto diretto con i due albanesi, ma riuscì ad avere la pistola da un "intermediario", che e' tra le altre 4 persone fermate dopo la strage.

Lo stesso intermediario sarebbe il destinatario dell'sms inviato dal 31enne tunisino 18 minuti prima di cominciare il massacro in cui chiedeva di avere "piu' armi". E' stata invece rilasciata la moglie di Lahouaiej-Bouhlel, tornata libera una volta scadute le 48 ore del fermo di polizia senza che nei suoi confronti venisse richiesta un'incriminazione per terrorismo.

Intanto nelle ultime ore è trapelato il franco-tunisino aveva effettuato un sopralluogo sulla Promenade des Anglais nei giorni che precedettero la strage, il 12 e 13 luglio: lo riferiscono alcune fonti vicine all'inchiesta citate da Europe 1. L'autista killer è stato individuato grazie alle telecamere della videosorveglianza . "E' possibile vederlo al volante del camion mentre osserva i luoghi molto attentamente", dice la radio.


Lo zio dell'attentatore ha riferito all'Ap che suo nipote era stato "radicalizzato" da circa "due settimane" da un reclutatore algerino membro dello Stato islamico a Nizza ma le autorità francesi non confermano. Intanto sulla Promenade des anglais, il luogo della strage, le autorità francesi hanno ricordato le vittime con un minuto di silenzio. Alla cerimonia hanno partecipato 15mila persone.

FORSE A BARI CONTATTI ATTENTATORE - Al via intanto da parte degli agenti della Digos della Questura di Bari nuovi accertamenti su alcuni cittadini di nazionalità tunisina residenti in provincia di Bari che risulterebbero essere entrati in contatto nelle scorse settimane con l'attentatore di Nizza. Lo rende noto l'Ansa.

L'impulso alle verifiche è direttamente giunto dall'autorità giudiziaria francese che ha segnalato i contatti sospetti.

Secondo gli accertamenti in corso, su cui gli investigatori baresi mantengono il massimo riserbo, viene costantemente informata anche l'autorità giudiziaria barese.

A coordinare le verifiche il neo nominato procuratore aggiunto Roberto Rossi, magistrato Antimafia.

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