Secondo l'accusa il movente del delitto risiederebbe in una mancata eredità. Maria Diviccaro era nubile e non in buoni rapporti con il fratello e la sua famiglia, tanto da avere disposto che, alla sua morte, Michele Diviccaro non avrebbe beneficiato dei suoi averi.
Il giorno del delitto, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, madre e figlio entrarono in casa, convinti che avrebbero trovato l'anziana disabile sola, invece la sua amica era già lì e, per questo, fu uccisa anche lei, strangolata.
La Diviccaro fu dapprima colpita con una padella, mentre era a letto, e poi finita soffocata.