"Taranto, qui si muore (senza clamore) per volere dello Stato"

TARANTO - “A Taranto si continua a morire, per un inquinamento ambientale senza pari in Italia, e si muore con l’avallo dello Stato. Le mancate bonifiche e il continuo incremento della mortalità per tumore, sono infatti l’altra faccia della medaglia dei decreti Ilva, che allontanano sempre più ogni possibile soluzione di buon senso. Le morti di Taranto, causate da un’industria palesemente colpevole, che ha sporcato l’esterno della nostre case e della nostra città e la salute dei tarantini, hanno nello Stato il principale complice. Per questo motivo chiedo al presidente della Repubblica di prendere consapevolezza di una situazione che ha a dir poco dell’incredibile, e da persona dalla profonda sensibilità quale è, di stringersi ai familiari dei tantissimi che ogni anno vengono uccisi dall’inquinamento, anziani, adulti, e bambini”, lo dichiara l’onorevole Vincenza Labriola, capogruppo per il Gruppo Misto in commissione Lavoro alla Camera.

“Concedere ad Ilva la possibilità di continuare ad inquinare e ad uccidere è una responsabilità politica grave, di Governo, maggioranza e Presidenza della Repubblica – prosegue Labriola –. Per i nostri figli chiediamo una Taranto affrancata dall’acciaio, che cresca con un progetto economico ecologicamente sostenibile. Il presidente Sergio Mattarella non si fermi ai report superficiali del Governo ma abbia a cuore per davvero le sorti della città ionica, delle migliaia di bambini che non possono giocare nei giardini, perche' inquinati dai fumi del gigante dell’acciaio. Da deputata e da tarantina continuerò a battermi per il superamento di questa Ilva, malata e pericolosa, e di scelte politiche che portano solo vergogna sulle nostre istituzioni”.