Tentato golpe in Turchia, tensione con Usa

(ANSA/AP)
Tensione tra Turchia e Usa dopo il fallito golpe del 15 luglio. Il presidente Erdogan ha chiesto agli Usa l'estradizione di Fethullah Gulen, l'ex imam che vive in America accusato di essere l'ispiratore del fallito colpo di Stato. Ma secondo Gulen "c'è la possibilità che il golpe di stato in Turchia sia stata una messa in scena per continuare ad accusare i miei sostenitori", ha detto ai giornalisti fuori dalla sua casa a Saylorsburg, Pennsylvania . "Non penso - ha risposto - che il mondo possa credere alle accuse del presidente Erdogan. Ora che la Turchia ha intrapreso il sentiero della democrazia non può tornare indietro".

L'accusa di Erdogan, dunque, è che la mente dietro il golpe sia il suo ex alleato, diventato nemico numero uno, l'imam e magnate auto-esiliatosi in Usa, Fethullah Gulen. Che pero', in un comunicato, ha condannato il tentativo di golpe, giurando di esserne estraneo: "Per qualcuno come me che ha sofferto sotto diversi colpi di stato militari nelle ultime cinque decadi, è particolarmente offensivo essere accusato di avere legami con un tentativo del genere". Alle prime luci dell'alba, la Turchia si è svegliata ancora in stato d'assedio. L'emittente statale Trt e la tv privata Cnn Turk, entrambe occupate e poi abbandonate nella notte dai putchisti, mostravano le immagini dei soldati che si arrendevano sul ponte del Bosforo, chiuso al traffico dalla scorsa notte. Vicino a loro, i sostenitori di Erdogan festeggiavano sopra i tank. In mattinata, ancora scontri armati venivano segnalati in diverse zone della citta'.

"Non riesco a immaginare un Paese che possa sostenere quest'uomo", Fethullah Gulen, "questo leader di un'organizzazione terroristica, soprattutto dopo la scorsa notte. Un Paese che lo sostenga non è amico della Turchia. Sarebbe persino un atto ostile nei nostri confronti":così il premier turco Binali Yildirim, riferendosi agli Usa, dove Gulen - che Ankara accusa di aver organizzato il fallito tentativo di golpe - vive in auto-esilio dal 1999. Yildirim ha ricordato che la Turchia ha già inviato una richiesta di estradizione.

E non si arresta la resa dei conti. "Ci sono circa 6 mila arresti, e la cifra supererà i 6 mila attuali. Continuiamo a fare pulizia": spiega il ministro della Giustizia turco Bekir Bozdag.

Dopo che ieri erano già stati arrestati quasi 3 mila militari golpisti, e altrettanti giudici erano stati rimossi, stamani l'agenzia statale Anadolu ha dato conferma della detenzione di altri 52 soldati e dell'emissione di mandati d'arresto per 53 magistrati. Ieri, anche decine di giudici erano finiti in manette, tra cui uno della Corte costituzionale.

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