Uniti da un tragico destino, le storie delle vittime
Tornava al lavoro dopo un periodo di ferie il vice questore aggiunto della Polizia di Stato Fulvio Schinzari. Da Andria, dove viveva con la moglie e due figlie, era diretto verso il capoiluogo: qui, esattamente quattro anni fa, aveva assunto l'incarico di dirigente dell'ufficio del Personale della Questura. Cinquantanove anni, nato a Galatina (Lecce), Schinzari ha svolto tutta la sua carriera di poliziotto in Puglia.
Tra le vittime figura anche Enrico Castellano, 74 anni, fratello del giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno. Viveva tra Torino e Cuba, dirigente bancario in pensione, ed era tornato lunedì in Puglia per poter festeggiare oggi il suo onomastico in famiglia. Sua figlia, fuori dall'obitorio, ha definito Enrico una "persona gioiosa". Ora "mi aspetto la verità, non insabbiatela, voglio i nomi dei colpevoli". "Le istituzioni - ha aggiunto - si ricordino che meritiamo di andare in treno e tornare a casa".
Antonio Summo invece era appena quindicenne: tornava a Ruvo di Puglia da Andria, dove aveva sostenuto gli esami per superare due debiti all'istituto industriale. E' uno dei 27 morti della terribile strage dei treni nelle campagne tra Andria e Corato, in Puglia. C'è anche una giovane e bella mamma tra le vittime dell'incidente ferroviario: Patty Carnimeo, trent'anni, lascia una figlia di due anni e mezzo.
Figura anche un altro giovanissimo tra le 27 vittime: Francesco Tedone, 19 anni. "Stava tornando a casa - racconta un parente -. Era andato a trovare un'amica".
Aveva 23 anni Gabriele Zingaro, ed aveva da poco trovato lavoro in una fabbrica di Modugno (Bari). Era andato al Policlinico per farsi controllare una ferita che si era procurato in un infortunio sul lavoro.
E' stato riconosciuto dal figlio Marco, Salvatore Di Costanzo, 56 anni, del quartiere Colognola di Bergamo. Agente di commercio, era allenatore del calcio provinciale. Andava ad Andria per un appuntamento di lavoro: volato di prima mattina da Orio al Serio, era atterrato all'aeroporto di Bari, ma dopo un sms inviato a un amico, di lui non si era avuta più traccia.
"In questo momento di sgomento e dolore il nostro Paese deve anzitutto stringersi attorno a coloro che hanno perso familiari e amici. E dobbiamo altresì rivolgere un sincero ringraziamento a quanti si stanno prodigando nelle operazioni di soccorso e di assistenza alle vittime. Allo stesso tempo occorre, come ha ribadito ieri il Presidente della Repubblica, fare piena luce, in tempi rapidi, sulle cause di questa inammissibile tragedia, sulle responsabilità individuali come pure sulle carenze infrastrutturali".
Sono le parole della presidente Laura Boldrini commemorando nell'aula della Camera le vittime dello scontro dei treni in Puglia, alle quali l'emiciclo ha dedicato un minuto di silenzio.
Tra le vittime figura anche Enrico Castellano, 74 anni, fratello del giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno. Viveva tra Torino e Cuba, dirigente bancario in pensione, ed era tornato lunedì in Puglia per poter festeggiare oggi il suo onomastico in famiglia. Sua figlia, fuori dall'obitorio, ha definito Enrico una "persona gioiosa". Ora "mi aspetto la verità, non insabbiatela, voglio i nomi dei colpevoli". "Le istituzioni - ha aggiunto - si ricordino che meritiamo di andare in treno e tornare a casa".
Antonio Summo invece era appena quindicenne: tornava a Ruvo di Puglia da Andria, dove aveva sostenuto gli esami per superare due debiti all'istituto industriale. E' uno dei 27 morti della terribile strage dei treni nelle campagne tra Andria e Corato, in Puglia. C'è anche una giovane e bella mamma tra le vittime dell'incidente ferroviario: Patty Carnimeo, trent'anni, lascia una figlia di due anni e mezzo.
Figura anche un altro giovanissimo tra le 27 vittime: Francesco Tedone, 19 anni. "Stava tornando a casa - racconta un parente -. Era andato a trovare un'amica".
Aveva 23 anni Gabriele Zingaro, ed aveva da poco trovato lavoro in una fabbrica di Modugno (Bari). Era andato al Policlinico per farsi controllare una ferita che si era procurato in un infortunio sul lavoro.
E' stato riconosciuto dal figlio Marco, Salvatore Di Costanzo, 56 anni, del quartiere Colognola di Bergamo. Agente di commercio, era allenatore del calcio provinciale. Andava ad Andria per un appuntamento di lavoro: volato di prima mattina da Orio al Serio, era atterrato all'aeroporto di Bari, ma dopo un sms inviato a un amico, di lui non si era avuta più traccia.
"In questo momento di sgomento e dolore il nostro Paese deve anzitutto stringersi attorno a coloro che hanno perso familiari e amici. E dobbiamo altresì rivolgere un sincero ringraziamento a quanti si stanno prodigando nelle operazioni di soccorso e di assistenza alle vittime. Allo stesso tempo occorre, come ha ribadito ieri il Presidente della Repubblica, fare piena luce, in tempi rapidi, sulle cause di questa inammissibile tragedia, sulle responsabilità individuali come pure sulle carenze infrastrutturali".
Sono le parole della presidente Laura Boldrini commemorando nell'aula della Camera le vittime dello scontro dei treni in Puglia, alle quali l'emiciclo ha dedicato un minuto di silenzio.