Nonostante i forti dubbi e le perplessità sollevate anche dalla Regione Puglia, la Provincia di Taranto decise ugualmente di procedere nel suo intento, ignorando continuamente gli inviti della Regione per chiarire la spinosa faccenda; questo avvenne ancora prima che gli aspiranti guide e accompagnatori cominciassero ad inviare le adesioni.
Ma torniamo al bando: tra i vari articoli, oltre a quello dei requisiti, vi erano ben specificate le modalità per poter partecipare; ogni aspirante infatti, oltre alla documentazione richiesta in marca da bollo di 16 euro, doveva effettuare un versamento di 100 euro rimborsabile nel momento in cui, per qualsiasi motivo, il bando sarebbe stato sospeso.
Intanto, nel rispetto dei termini di iscrizioni molti aspiranti hanno aderito, inviando la richiesta e facendo il versamento come richiesto di 100 euro tramite bollettino postale sul c/c postale n. 12380747 – intestato alla "Provincia di Taranto" con la causale “Contributo spese esame Accompagnatore Turistico” o “Contributo spese esame Guida Turistica”.
Ad essere ammessi sono stati esattamente 1867 per un totale di 187.700,00 euro confluiti nelle casse della Provincia di Taranto.
Ora siamo giunti al traguardo e si parla di rimborso; la CNA aveva ragione: fin da tempi non sospetti, la provincia di Taranto non poteva mantenere le promesse ed ha solo illuso giovani in attesa di un'occupazione.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande: come mai le quote versate non vengono restituite direttamente ai partecipanti dalla Provincia di Taranto? Come mai quando la provincia di Taranto ha istituito il bando la Regione non è stata interpellata e ora che si parla di rimborsi viene chiesto il suo intervento?
La richiesta di aiuti economici da parte della Provincia di Taranto, a nostro parere, non è giustificata, in quanto gli organizzatori sapevano a cosa andavano incontro e quali erano i rischi; inoltre le quote per l'iscrizione sono state versate in anticipo e non regge la scusa che sono stati utilizzati per la piattaforma informatica, il software è stato realizzato prima senza nessuna garanzia che ci sarebbero state adesioni.
La notizia dell'aiuto economico è stata scritta dalla stessa assessora Loredana Capone in un commento di un suo post nella sua pagina fan, che citiamo testualmente: "28/07/2016 Abbiamo appena approvato la delibera di cui vi parlavo. Ora la provincia di Taranto che ha chiesto la collaborazione economica alla regione per provvedere alle restituzioni, potrà rimborsare le somme agli aventi diritto.”
Pertanto rivolgiamo la domanda alla Regione Puglia Assessorato cultura e turismo: Come mai a pagare per gli errori della politica sono sempre i cittadini, ignari di queste macchinazioni economico-creative? A quanto ammonterebbe l'aiuto economico? Arrivati a questo punto non sarebbe stato più economico far fare l'esame come programmato alla Provincia di Taranto e istituire un bando regionale il prossimo anno?