BARI - "Nonostante la crisi finanziaria, nei Consorzi di Bonifica si continua ad assumere nuovo personale e non si conosce la necessità di procedere in tale direzione". Lo rende noto il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli.
"In particolare -prosegue- si tratta del consorzio 'Terre d'Apulia' che, nell'ultimo periodo, sta effettuando ulteriori assunzioni agli acquedotti rurali e pozzi artesiani. Ciò che stupisce di più di assunzioni in un clima finanziario disastroso, è che il nuovo personale sia stato integrato nonostante gli operai già in organico abbiano lavorato per un numero inferiore di giornate. Dunque, ben avrebbero potuto e potrebbero svolgere le ulteriori prestazioni di cui si stanno occupando le nuove unità .
Allo stesso modo, non si comprende perché alcuni lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione vengano appaltati a ditte esterne, invece di essere realizzati dal personale qualificato interno ai consorzi stessi. La domanda, allora, è dietro l'angolo: 'si continua ad utilizzare i consorzi come serbatoi clientelari anziché come enti a servizio della comunità agricola? Si può perseverare in una gestione simile, senza che qualcuno riesca a fermare gli artefici?' Voglio ricordare - conclude Damascelli - che la Regione amministra la cosa pubblica per il perseguimento di fini collettivi e non personali di qualche esponente politico".
"In particolare -prosegue- si tratta del consorzio 'Terre d'Apulia' che, nell'ultimo periodo, sta effettuando ulteriori assunzioni agli acquedotti rurali e pozzi artesiani. Ciò che stupisce di più di assunzioni in un clima finanziario disastroso, è che il nuovo personale sia stato integrato nonostante gli operai già in organico abbiano lavorato per un numero inferiore di giornate. Dunque, ben avrebbero potuto e potrebbero svolgere le ulteriori prestazioni di cui si stanno occupando le nuove unità .
Allo stesso modo, non si comprende perché alcuni lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione vengano appaltati a ditte esterne, invece di essere realizzati dal personale qualificato interno ai consorzi stessi. La domanda, allora, è dietro l'angolo: 'si continua ad utilizzare i consorzi come serbatoi clientelari anziché come enti a servizio della comunità agricola? Si può perseverare in una gestione simile, senza che qualcuno riesca a fermare gli artefici?' Voglio ricordare - conclude Damascelli - che la Regione amministra la cosa pubblica per il perseguimento di fini collettivi e non personali di qualche esponente politico".