L’imprenditore riferiva ai Carabinieri, che a distanza di due ore da quella chiamata, si era recato presso il proprio vigneto e, nelle vicinanze, aveva notato un’autovettura Alfa Romeo con a bordo i predetti, che si allontanavano in tutta fretta. Lo stupore per quell’incontro si trasformava in sconforto quando l’uomo poteva verificare che erano state recise 40 viti. A quel punto, l’imprenditore aveva quindi deciso di recarsi in Caserma per denunciare l’accaduto. Nell’atto, il denunciante precisava di conoscere gli autori del danneggiamento e i motivi della richiesta estorsiva in quanto, in passato, aveva commissionato alla 33enne rumena il compito di reperire manodopera da utilizzare nei lavori della sua azienda.
Nel corso della giornata, l’imprenditore contattava nuovamente i Carabinieri avvisandoli di aver ricevuto un’altra telefonata nella quale i predetti formulavano l’ennesima richiesta di incontro finalizzata ad estorcere denaro. Appresa tale notizia, i militari predisponevano un servizio di osservazione e appostamento nei pressi del luogo stabilito per l’incontro dove notavano Sergio Lucio e la 33enne che, dopo essersi intrattenuti pochi istanti con la vittima, si allontanavano. A quel punto, gli operanti, decidevano di intervenire per bloccarli e controllarli.
Nel corso dell’operazione, i Carabinieri rinvenivano e recuperavano il denaro consegnato dalla vittima e un manoscritto che l’imprenditore e la propria consorte erano stati costretti a firmare poco prima e dove dichiaravano di essere debitori della somma di 10.000,00 Euro nei confronti dei due soggetti. Le vittime riferivano ai militari che, solo dopo aver apposto la propria firma su quel manoscritto, avevano ricevuto assicurazione che da quel momento sarebbero stati tutelati.
I due, terminate le formalità di rito, venivano dichiarati in arresto ed accompagnati presso le rispettive abitazioni per essere sottoposti agli arresti domiciliari.