Buscemi nega quindi qualsiasi contiguità con ambienti mafiosi, spiega nella lettera che "quella mongolfiera è stata semplicemente frutto di una sentita devozione familiare verso San Rocco, il Santo protettore di Valenzano e verso San Michele, di cui mio figlio Michele era onorato di portare il nome, alla stregua di altri componenti della mia famiglia. La sera del 16 agosto la mongolfiera a nome della mia famiglia non è stata l'unica bensì la quarta di altre dedicate ad altrettante famiglie (non 'balzate agli onori' della cronaca).
Inoltre tale forma di devozione religiosa - scrive - è stata ripetuta anche negli anni scorsi a fronte di un esborso economico esiguo, in ricordo di mio figlio ucciso a seguito di un banale litigio. Io Giuseppe Buscemi sono nato a Palermo nel 1950. Sono il quinto di dieci fratelli, di cui quattro maschi e sei femmine. Tutti i membri della mia famiglia sono soggetti assolutamente incensurati, fatta eccezione per il sottoscritto condannato per furto e per un tentato furto, fatti risalenti agli anni Settanta e mai coinvolto in processi di criminalità organizzata, compreso Salvatore, nato a Palermo nel 1947 e deceduto nel lontano 1976.