di MARIO CONTINO — Pochi giorni fa ho avuto il piacere di visitare la caotica e graziosa cittadina di Bisceglie, in provincia di Bari. La mia sorpresa è stata grande potendo notare, tra i vialetti del centro storico, un simbolismo esoterico e religioso tanto evidente, ancor di più sono stato colpito dall'imponenza del castello normanno svevo che domina l'aria donandole un fascino unico.
Proprio per il castello mi ero recato in paese, per indagare su alcune leggende ad esso legate, segnalatemi da alcuni abitanti del posto.
Questo sito è stato per anni trascurato, fino a quando i restauri hanno restituito al mondo un capolavoro storico architettonico degno delle migliori recensioni e, soprattutto, di essere visitato, compreso, apprezzato.
Gli storici lo datano intorno al 1050 e originariamente la struttura era costituita dal solo torrione maestro, alto ventiquattro metri. Solo in epoca federiciana, il torrione maestro venne integrato in un sistema difensivo più complesso: un recinto fortificato quadrangolare munito di quattro torri agli angoli e circondato da un fossato, anche se nell'elenco ufficiale delle dimore federiciane in terra di Puglia, di questo castello non si fa menzione.
Del periodo angioino si riconoscono diversi interventi strutturali, come quelli apportati al lato del castello posto a sud-est che fu inglobato, con la relativa torre, in un bastione a pianta pentagonale di cui oggi non resta molto.
Nel XIX sec. l'edificio venne sottoposto a numerose trasformazioni con l'edificazione al suo interno, sul lato sud, di un edificio che ingloba parte del Palatium medioevale e della torre sud-est. Le modifiche strutturali continuarono fino agli anni Cinquanta, periodo in cui furono avviati i primi restauri.
Cenni storici più completi su questo edificio possono essere reperiti facilmente in rete o su differenti libri a carattere storico sul sito, ciò che a me interessa raccontare in questo contesto è la leggenda che si anniderebbe tra le sue mura, se pur relativamente "giovane".
Alcuni abitanti del posto avrebbero segnalato strane ombre all'interno del maniero e voci, a detta loro, insolite.
A mio avviso, abituato a non dare mai nulla per scontato ma, comunque, a restare con i piedi per terra, il sito potrebbe essere meritevole di attenzione, magari oggetto di ricerche atte a stabilire se nel maniero possa manifestarsi o meno attività solitamente definita "paranormale".
L'Associazione Italiana Ricercatori del Mistero (www.associazioneairm.it) sta procedendo per gradi nello studio di quello che ad oggi potremmo definire solo "chiacchiericcio del quartiere" ma che, a seguito di un eventuale indagine sul luogo, potrebbe assumere ben altra importanza.
Del resto la città di Bisceglie non è estranea alla leggenda: ci tengo a ricordare quella che ha per oggetto la particolare forma dialettale dei suoi cittadini: Sembrerebbe che quando San Nicola Pellegrino giunse a Bisceglie per diffondere il Vangelo, gli abitanti lo scacciarono via in malo modo tra sbeffeggiamenti vari. San Nicola allora, per punire i biscegliesi, chiese a Dio di distorcere la loro lingua al fine di rendere difficile la loro comunicazione. Oggi gli abitanti di Bisceglie vengono chiamati "vòcche stourte" (bocca storta) dagli abitanti dei paesi limitrofi che con la leggenda giustificarono il differente dialetto.
Come studioso del folklore non posso che restare stupito ed affascinato al cospetto di questa vivace cittadina ed i suoi tanti misteri.
Proprio per il castello mi ero recato in paese, per indagare su alcune leggende ad esso legate, segnalatemi da alcuni abitanti del posto.
Questo sito è stato per anni trascurato, fino a quando i restauri hanno restituito al mondo un capolavoro storico architettonico degno delle migliori recensioni e, soprattutto, di essere visitato, compreso, apprezzato.
Gli storici lo datano intorno al 1050 e originariamente la struttura era costituita dal solo torrione maestro, alto ventiquattro metri. Solo in epoca federiciana, il torrione maestro venne integrato in un sistema difensivo più complesso: un recinto fortificato quadrangolare munito di quattro torri agli angoli e circondato da un fossato, anche se nell'elenco ufficiale delle dimore federiciane in terra di Puglia, di questo castello non si fa menzione.
Del periodo angioino si riconoscono diversi interventi strutturali, come quelli apportati al lato del castello posto a sud-est che fu inglobato, con la relativa torre, in un bastione a pianta pentagonale di cui oggi non resta molto.
Nel XIX sec. l'edificio venne sottoposto a numerose trasformazioni con l'edificazione al suo interno, sul lato sud, di un edificio che ingloba parte del Palatium medioevale e della torre sud-est. Le modifiche strutturali continuarono fino agli anni Cinquanta, periodo in cui furono avviati i primi restauri.
Cenni storici più completi su questo edificio possono essere reperiti facilmente in rete o su differenti libri a carattere storico sul sito, ciò che a me interessa raccontare in questo contesto è la leggenda che si anniderebbe tra le sue mura, se pur relativamente "giovane".
Alcuni abitanti del posto avrebbero segnalato strane ombre all'interno del maniero e voci, a detta loro, insolite.
A mio avviso, abituato a non dare mai nulla per scontato ma, comunque, a restare con i piedi per terra, il sito potrebbe essere meritevole di attenzione, magari oggetto di ricerche atte a stabilire se nel maniero possa manifestarsi o meno attività solitamente definita "paranormale".
L'Associazione Italiana Ricercatori del Mistero (www.associazioneairm.it) sta procedendo per gradi nello studio di quello che ad oggi potremmo definire solo "chiacchiericcio del quartiere" ma che, a seguito di un eventuale indagine sul luogo, potrebbe assumere ben altra importanza.
Del resto la città di Bisceglie non è estranea alla leggenda: ci tengo a ricordare quella che ha per oggetto la particolare forma dialettale dei suoi cittadini: Sembrerebbe che quando San Nicola Pellegrino giunse a Bisceglie per diffondere il Vangelo, gli abitanti lo scacciarono via in malo modo tra sbeffeggiamenti vari. San Nicola allora, per punire i biscegliesi, chiese a Dio di distorcere la loro lingua al fine di rendere difficile la loro comunicazione. Oggi gli abitanti di Bisceglie vengono chiamati "vòcche stourte" (bocca storta) dagli abitanti dei paesi limitrofi che con la leggenda giustificarono il differente dialetto.
Come studioso del folklore non posso che restare stupito ed affascinato al cospetto di questa vivace cittadina ed i suoi tanti misteri.