Megaresort fra gli ulivi dell'Oasi Sarparea. Casili (M5S): "Una follia, chiederò audizione"


di Redazione - Il consigliere regionale M5S Cristian Casili punta il dito contro il via libera dato dall’assessore regionale al Territorio, Anna Maria Curcuruto, al megaprogetto di un resort proprio nel mezzo degli ulivi plurisecolari dell’oasi Sarparea a Nardò. Il consigliere pentastellato annuncia la richiesta di un’audizione in V Commissione finalizzata a verificare di validità dei pareri VAS a suo tempo rilasciati, dal momento che il progetto in questione è stato, negli anni, oggetto di numerose modifiche.

“È stupefacente la condotta dell'assessore regionale al Territorio, Anna Maria Curcuruto - attacca il vicepresidente della Commissione Ambiente - secondo la quale la riduzione della sola cubatura del progetto del resort, che dovrebbe sorgere tra gli ulivi plurisecolari dell'oasi Sarparea a Nardò, equivarrebbe di fatto a un automatico disco verde all'opera colossale.”

Il pentastellato ricorda come la titolare della delega al Territorio abbia liquidato la faccenda affermando che si tratterebbe di "un progetto di maggior qualità”: “come se un affare da 96mila metri cubi - incalza Casili - destinato a occupare 19 ettari, e propiziato tra l'altro dall'indecente tentativo di eliminare nel 2010 ogni sorta di vincolo paesaggistico, non continuasse a essere fonte di devastazione di una porzione di territorio di pregio assoluto.”

Sulla Sarparea, la società "Oasi Sarparea S.R.L" con sede in Italia ma interamente partecipata da capitali esteri non ha mai smesso di crederci e di sentenza in sentenza, pareri su pareri, tra minacce di abbandonare gli investimenti e grida di dolore per una terra piena di burocrazia, è oggi più agguerrita del passato nel presentare un progetto che viene elogiato financo dalla stessa Curcuruto, la quale giustifica la compatibilità paesaggistica adducendo minori volumetrie e una qualità complessiva del progetto grazie al corretto inserimento delle villette tra gli ulivi plurisecolari della Sarparea “Ulivi che - prosegue il consigliere salentino - a questo punto, resistono ancora non solo alla Xylella ma anche alla scellerata volontà di modificare irreversibilmente uno dei luoghi più storici e suggestivi di tutta la Regione. Se l’allora assessore Barbanente tenne duro di fronte alle minacce mediatiche della Signora Alison Deighton, che ora in Regione trova interlocutori evidentemente più "morbidi" - di investire altrove i 70 milioni di euro, oggi il Governo Emiliano che in Consiglio finge di battersi contro il consumo di suolo e la salvaguardia dei beni paesaggistici, dimostra la sua vera natura. Per fare urgentemente chiarezza - annuncia Casili - chiederò un’audizione in V Commissione. Qui occorre domandarsi e verificare se i pareri a suo tempo rilasciati dai vari organi competenti, tra cui in particolare la VAS (con atto 089/DIR/12/0013), siano oggi ancora validi, poiché il progetto originario, su cui i predetti pareri sono intervenuti, è stato oggetto di numerose modifiche ed adeguamenti. In altri termini, trattandosi di intervento edificatorio differente da quello inizialmente proposto, è doverosa una nuova valutazione dell'incidenza del piano con l'ambiente circostante. In Inghilterra, visto che la Signora Deighton lamenta la fastidiosa burocrazia italiana, terra di parchi e di una maniacale cura e tutela dei beni paesaggistici, avrebbero già chiuso la pratica su un progetto così mostruoso. E allora la Regione - conclude - faccia rapidamente un passo indietro e il Comune di Nardò giochi le carte istituzionali che ha a disposizione per scongiurare una simile sciagura.