Mps, piccoli soci a Bce: commissariarla. Viola, noi trasparenti

SIENA - E' bufera in Monte dei Paschi. L'iscrizione nel registro degli indagati per falso in bilancio e manipolazione di mercato, per lui e l'ex presidente di Mps Alessandro Profumo "è un atto dovuto". A ricordarlo l'ad di Mps, Fabrizio Viola sottolineando come "se da un lato si inquadra nell'obbligo di procedere a fronte di un esposto, dall'altro è supportato dalla trasparenza, dalla qualità e quantità di informazioni documentate, dagli esiti delle verifiche delle Autorità che la Banca, con la sua attuale dirigenza, in questi quattro anni, ha fornito insieme ad un fattivo e continuo contributo alle inchieste".
   
L'ad Mps inoltre commenta l'iscrizione nel registro degli indagati con piena fiducia nella magistratura e con la serenità "sulla correttezza del nostro operato che attendo il rapido chiarimento della situazione". E richiama "l'attenzione su quanto l'incapacità o la non volontà di evidenziare il netto distinguo tra la precedente gestione e l'operato dell'attuale possano influenzare negativamente" la credibilità, i risultati e la fiducia.

"Per Mps c'è solo la strada "dell'amministrazione controllata". E' quanto dice l'avvocato Paolo Emilio Falaschi, azionista di minoranza e legale di un centinaio di piccoli soci, in una lettera inviata alla Bce lo scorso 27 luglio. Falaschi è l'autore dell'esposto sulla base del quale la procura di Siena ha aperto un'inchiesta per falso in bilancio e manipolazione di mercato, indagando l'ex presidente di Mps Alessandro Profumo e l'ad Fabrizio Viola. Gli atti sono poi stati trasferiti a Milano per competenza.

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