Premier, la vera Superlega europea. Quasi 1000 milioni di euro investiti nell’estate 2016

ROMA - 920 milioni di euro. È quanto hanno speso le 20 società di Premier prima di ferragosto sul mercato. Cifra da capogiro in perfetta linea con le possibilità economiche dei club. Quello inglese è il campionato più ricco ed equo del mondo. Tutte le società, anche la meno blasonata, hanno possibilità economiche che una piccola società di serie A si sogna. Per questo la “favola Leicester” è molto meno romantica di quanto possa sembrare.

La Premier nasce ufficialmente il 27 maggio 1992. Tutto iniziò da uno scisma, avvenimento di chiaro stampo britannico. Ventidue squadre della First Division, decisero di staccarsi dalla Football League per poter gestire singolarmente i diritti televisivi e le relative sponsorizzazioni, prima appannaggio della Federazione. Alla fine rimasero all'interno del campionato inglese, ma la Football League vide ridursi il numero delle serie da quattro a tre. Fu così che si dette inizio alla rivoluzione che ha cambiato il calcio mondiale.

Nei prossimi tre anni, la Premier incasserà 5,136 miliardi di sterline ovvero circa 6,5 miliardi di euro in diritti tv, ovvero, il 71% in più rispetto all'accordo precedete. Questi dati sono relativi unicamente alle trasmissioni su territorio nazionale. Se a questi si aggiungono i 3.5 miliardi di euro per i diritti tv esteri, si arriva all'incredibile cifra di 10 miliardi. La serie A, per fare un paragone, incassa meno di u miliardo dalle televisioni.

Ciò che, però, è realmente rivoluzionario è il sistema di distribuzione di diritti ai vari club. Il 50% viene diviso in parti uguali, il 25% in base al numero di passaggi tv di ogni squadra (al massimo possono essere 25. Ogni club ha un minimo garantito di 10 milioni di sterline garantiti) e il restante 25% in base al piazzamento in campionato. I diritti esteri sono distribuiti al 100% in parti uguali.
Facendo un paragone tra una squadra media di Premier e la Juventus campione d'Italia la sproporzione balza all'occhio.

I bianconeri sono primi in Italia per diritti incassati, ma percepiscono circa 100 milioni di euro l'anno. U club di Premier incassa solo di base circa 140 milioni di sterline (162 milioni di euro), ai quali vanno aggiunti i passaggi in tv e la posizione finale in campionato. In pratica almeno 175 milioni di euro sicuri.

Lo strapotere della Premier è ancora più evidente se lo si paragona alla Uefa Champions League. Il campionato inglese surclassa per valore, anche la più importante competizione per club europea: 3,2 miliardi di euro di diritti tv a stagione,contro i 2,2.

I diritti tv, però, sono solo una parte di un sistema rivoluzionario. Le altre fonti di entrata sono gli incassi da stadio e le cosidette "entrate commerciali": sponsorizzazioni, vendite magliette, merchandising, partnership, premi.

Non deve meravigliare, quindi che nel report Deloitte 2016 "Football Money League" (che analizza la ricchezza dei principali club europei riferiti alla stagione 2014/15) ci sono ben nove club di Premier League, con un fatturato complessivo pari a 3 miliardi di euro. Inoltre, più della metà (per la precisione 17) dei 30 club europei che registrano le entrate maggiori appartengono alla Premier League. Squadre come Leicester, Southampton e Sunderland hanno un fatturato superiore a quello del Napoli.

Non ci si può quindi, meravigliare se, la Premier domina anche la classifica dei giocatori più costosi, come dimostra la top 10 stilata recentemente da Punto Pronostici. Aguero, Sterling e De Bruyne sono costati complessivamente 181 milioni di euro. Pogba è stato pagato 105 milioni da un Manchester United che non si è qualificato per la Champions. Parliamo di giocatori tra i più costosi al mondo. Solo i big di Barcellona e Real possono essere considerati al loro livello.

Il potere della Premier non sembra inarrestabile. Se gli altri campionati non avranno il coraggio di rivoluzionare i loro format e di investire, anche a costo di perdere qualcosa a livello di singoli, il campionato inglese rischierà di essere sempre più distante anni luce.

A quel punto non ci sarà più bisogno della Superlega tanto agognata dai big europei: basterà emigrare in Inghilterra.

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