di VITTORIO POLITO – Com’è noto, per “pronto” si intende poter disporre immediatamente di qualcosa, nel nostro caso di “soccorso”, dove si prestano con urgenza le prime cure e medicazioni a malati e feriti. Ma per fare ciò si ha bisogno di tante specialità che la “Mater Dei” non dispone.
L’istituendo pronto soccorso privato alla “Mater Dei” non disponendo di tutte le specialità, i pazienti bisognevoli di tali prestazioni, saranno puntualmente rimandati ad altri ‘pronto soccorso’ od ospedali, dotati di tali servizi. Quindi con ogni probabilità saranno rinviati ai nosocomi che già conosciamo, cioè al Policlinico, al Di Venere o al San Paolo, quindi “un buco nell’acqua” ed un inutile sperpero di denaro pubblico.
Già oggi nello stesso Policlinico di Bari non è attivo, ad esempio, il pronto soccorso pediatrico, e nell’Ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII”, non vi sono tutte le specialità (tipo neurologia, otorinolaringoiatria, dermatologia, ecc.) tranne il funzionamento di alcuni servizi, solo dalle ore 8 alle 14 dal lunedì al venerdì. Al massimo vi sono “reperibilità”, per cui i diritti dei bambini non possono essere assicurati, se non trasferendo gli stessi da un ospedale all’altro. Un esempio? Se un bambino ha un dolore all’orecchio, deve fare il seguente percorso: casa-ospedale Giovani XXIII-policlinico-ospedale Giovanni XXIII-casa. Vi sembra normale questo iter? Al “Giovanni XXIII” solo alcune specialità sono attive dalle 8 alle14 dal lunedì al venerdì.
Il Pronto Soccorso normalmente è un reparto operativo dell’ospedale dove vengono trattati tutti i casi di emergenza, vengono prestate le prime cure e, se necessario, si può rimanere per un breve periodo in osservazione. Nei casi gravi i pazienti sono traferiti nel reparto di competenza. Le prestazioni del Pronto Soccorso vengono gestite in base all’urgenza ed alla gravità delle condizioni secondo un codice di colori “rosso”, “bianco” o “verde”.
Il “Quotidiano Italiano” in una nota sull’argomento pronto soccorso alla “Mater Dei” riporta un commento del consigliere regionale, Marco Galante: “La salute non deve creare profitto economico. Quello che sta accadendo con questa delibera è affidare la parte più importante della sanità ad un privato, che ha come primo obiettivo il guadagno. Sarebbe stato più opportuno destinare quei 7,5 milioni di euro per migliorare i Pronto soccorso degli ospedali e a ciò va aggiunto che si tratta di una cifra ipotetica quanto provvisoria, in quanto le prestazioni di un Pronto soccorso non sono calcolabili alla stregua dei semplici DRG. Si sarebbe potuto evitare un piano d’emergenza estivo che prevede le chiusure di diversi Pronto soccorso, che accorpa i reparti e diminuisce inesorabilmente l’offerta di servizi ai cittadini”.
Non va dimenticato che l’accessibilità alla Mater Dei è molto difficoltosa, trovandosi in una zona della città particolarmente trafficata.
Infine va denunciato lo sperpero che avviene nello stesso Pronto Soccorso del Policlinico, che richiederebbe la presenza costante nel P.S. di specialisti, senza necessità di “inviare” i pazienti con ambulanza, autista ed ausiliario nei reparti per le varie consulenze ed esami.
Ai lettori ogni ulteriore commento.
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