di NICOLA ZUCCARO - La crisi dei tradizionali strumenti della partecipazione alla vita politico-istituzionale (in primis dei Partiti) ha rappresentato quello stimolo che ha determinato nel disegnare una legge sulla partecipazione popolare, non sostituendo ma sollecitando, al contrario, il rilancio di tutti quei soggetti (oltre ai Partiti, anche i Sindacati, le Associazioni e i singoli cittadini) che
hanno incontrato non poche difficoltà sul piano relazionale con le Assemblee elettive, a partire dal Consiglio Regionale. E' questa la ragione che ha mosso il varo di uno strumento legislativo che, supportato da una Piattaforma Web (non sostitutiva ma integrativa ai tradizionali e incancellabili dibattiti pubblici in carne e ossa) consentirà di (ri)elaborare tutti quelle questioni riguardanti il futuro della Puglia, già oggetto di provvedimenti legislativi in fase di approvazione. Una legge, quella sulla Partecipazione popolare che, risultando il frutto di una straordinaria qualità politica e giuridica, potrebbe assurgere a Modello di legge nazionale in ossequio agli articoli 1 e 3 della Costituzione della Repubblica italiana, come auspicato dal governatore della Puglia, Michele Emiliano.
" Il programma annuale della partecipazione può essere integrato anche dai cittadini con le loro proposte. Ogni anno - come Regione Puglia - faremo un avviso pubblico chiedendo a tutti i soggetti di avanzare proposte che saranno valutate sulla base di alcuni criteri già individuati nella legge ". A supporto di quanto precedentemente dichiarato dal Governatore della Puglia Michele Emiliano, la Consigliera delegata all'attuazione del Programma, Titti De Simone ha così esposto la concreta applicazione dell'attuale disegno di legge sulla partecipazione, nel corso della conferenza stampa di presentazione della stessa, tenutasi nella mattinata odierna, presso la Presidenza della Regione Puglia. L'importante e " storico " provvedimento legislativo, ha sottolineato Emiliano. avrà come funzione principale quella di ricucire lo strappo fra i cittadini e le istituzioni.
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