BARI - Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il deputato del Pd, Dario Ginefra, "devono chiedere scusa ai cittadini di Valenzano, vogliono far paese il nostro come un paese mafioso: faranno i conti con il sottoscritto, faranno i conti con tutti noi". Così ieri sera dal palco il primo cittadino di Valenzano, Antonio Lomoro. Questi si è riferito alla denuncia di Ginefra, con tanto di interrogazione parlamentare ad Alfano, sul caso della mongolfiera lanciata al termine della festa del santo patrono con dedica della famiglia mafiosa Buscemi.
"Per demolire il sottoscritto ce ne vuole. Faranno i conti con me. Vi invito - ha detto ieri Lomoro a chi lo ascoltava - ad intervenire domani ad una fiaccolata che sto organizzando in onore di san Rocco e dei cittadini di Valenzano. A questa fiaccolata inviterò Ginefra (Pd) e il presidente dell'area metropolitana Decaro per stare con me in testa alla fiaccolata: devono chiedere scusa ai cittadini di Valenzano.
LA REPLICA DI DECARO, "SERVE CAMBIO DI MENTALITA'" - Spiace constatare come il sindaco di Valenzano non abbia colto il senso né dell’allarme lanciato da Ginefra né quello delle mie parole all’indomani della dedica di una famiglia legata a un clan criminale sulla mongolfiera lanciata in cielo durante la festa di San Rocco. Il suo intervento dal palco ieri sera lascia sinceramente interdetti: non c’è di che chiedere scusa ai cittadini di Valenzano, perché il mio appello in difesa della legalità credo sia condivisibile da tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti della propria comunità, e non è certo nascondendo la presenza della criminalità o i suoi tentativi di ribadire la propria presenza sul territorio che si rende un servizio alla propria città. Lo sanno bene i baresi che nei giorni della sagra di San Nicola hanno dovuto assistere alla rivolta degli affiliati ai clan malavitosi che volevano occupare abusivamente gli stalli per la vendita di alimenti e bevande, lo sanno gli agenti delle forze dell’ordine aggrediti, lo so anche io che ho sporto denuncia proprio in quei giorni, trovando intorno a me la solidarietà di tutti i baresi per bene, delle associazioni, dei parroci e della curia. Solo un cambio di mentalità che prescinde dall’appartenenza politica può far crescere il nostro territorio: chiamare per nome la mafia, comunque manifesti la sua arroganza, è la strada. Tenere alta l’attenzione, invitare i cittadini a denunciare comportamenti illegali e richieste di pizzo, non voltare lo sguardo dall’altra parte, anche quando farebbe comodo. È quello che i rappresentanti delle istituzioni sono chiamati a fare. Non polemiche sterili, non difese d’ufficio, né strumentalizzazioni politiche. Mi auguro che il sindaco di Valenzano, che peraltro non ho citato né accusato di alcunché, ripensi a quello che ha detto e scelga di unirsi senza esitazioni alla schiera degli amministratori locali che ogni giorno lavorano al fianco delle altre istituzioni per contrastare qualsiasi infiltrazione criminale nel tessuto produttivo e sociale della propria terra.
LA REPLICA DI DECARO, "SERVE CAMBIO DI MENTALITA'" - Spiace constatare come il sindaco di Valenzano non abbia colto il senso né dell’allarme lanciato da Ginefra né quello delle mie parole all’indomani della dedica di una famiglia legata a un clan criminale sulla mongolfiera lanciata in cielo durante la festa di San Rocco. Il suo intervento dal palco ieri sera lascia sinceramente interdetti: non c’è di che chiedere scusa ai cittadini di Valenzano, perché il mio appello in difesa della legalità credo sia condivisibile da tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti della propria comunità, e non è certo nascondendo la presenza della criminalità o i suoi tentativi di ribadire la propria presenza sul territorio che si rende un servizio alla propria città. Lo sanno bene i baresi che nei giorni della sagra di San Nicola hanno dovuto assistere alla rivolta degli affiliati ai clan malavitosi che volevano occupare abusivamente gli stalli per la vendita di alimenti e bevande, lo sanno gli agenti delle forze dell’ordine aggrediti, lo so anche io che ho sporto denuncia proprio in quei giorni, trovando intorno a me la solidarietà di tutti i baresi per bene, delle associazioni, dei parroci e della curia. Solo un cambio di mentalità che prescinde dall’appartenenza politica può far crescere il nostro territorio: chiamare per nome la mafia, comunque manifesti la sua arroganza, è la strada. Tenere alta l’attenzione, invitare i cittadini a denunciare comportamenti illegali e richieste di pizzo, non voltare lo sguardo dall’altra parte, anche quando farebbe comodo. È quello che i rappresentanti delle istituzioni sono chiamati a fare. Non polemiche sterili, non difese d’ufficio, né strumentalizzazioni politiche. Mi auguro che il sindaco di Valenzano, che peraltro non ho citato né accusato di alcunché, ripensi a quello che ha detto e scelga di unirsi senza esitazioni alla schiera degli amministratori locali che ogni giorno lavorano al fianco delle altre istituzioni per contrastare qualsiasi infiltrazione criminale nel tessuto produttivo e sociale della propria terra.