LECCE - Alcuni balsami per le labbra, analizzati su mandato dell'associazione dei consumatori svizzeri, sono potenzialmente nocivi. Un uso a lungo termine di dieci di essi potrebbe addirittura provocare problemi di salute. La componente principale di 36 articoli si è rivelata essere la paraffina, impiegata in dosi problematiche.
Su 100 grammi di balsamo, questa sostanza rappresentava da 10 a 69 grammi, ciò che è contrario alle norme di buona fabbricazione (NBF) pretese dall'Unione europea. In dieci balsami è stata individuata la presenza di olio minerale fluido, una sostanza che può danneggiare la salute, dato che può essere ingerita.
Dodici articoli esaminati contenevano inoltre sostanze allergeniche non dichiarate correttamente sulla confezione. In tutti questi casi il laboratorio ha chiesto ai produttori di intervenire, pagando oltretutto il costo delle analisi. I balsami analizzati, di cui venti su 38 testati sono risultati potenzialmente nocivi, sono stati acquistati in vari negozi.
Quattordici articoli sono stati prodotti in Cina, tre a Taiwan, tredici in Europa e otto negli Stati Uniti. In ogni caso un loro divieto, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", non può tuttavia essere decretato, dato che i possibili danni alla salute non sono gravi.
Su 100 grammi di balsamo, questa sostanza rappresentava da 10 a 69 grammi, ciò che è contrario alle norme di buona fabbricazione (NBF) pretese dall'Unione europea. In dieci balsami è stata individuata la presenza di olio minerale fluido, una sostanza che può danneggiare la salute, dato che può essere ingerita.
Dodici articoli esaminati contenevano inoltre sostanze allergeniche non dichiarate correttamente sulla confezione. In tutti questi casi il laboratorio ha chiesto ai produttori di intervenire, pagando oltretutto il costo delle analisi. I balsami analizzati, di cui venti su 38 testati sono risultati potenzialmente nocivi, sono stati acquistati in vari negozi.
Quattordici articoli sono stati prodotti in Cina, tre a Taiwan, tredici in Europa e otto negli Stati Uniti. In ogni caso un loro divieto, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", non può tuttavia essere decretato, dato che i possibili danni alla salute non sono gravi.