Estati da incubo negli ospedali pugliesi, "Uno spaccato di verità"

BARI - Non è stata un’estate facile per coloro che hanno usufruito dei “disservizi” delle strutture sanitarie pugliesi. Lo denuncia il consigliere regionale M5S Mario Conca, componente della III Commissione Salute,  che  ricostruisce un quadro impietoso di un settore in crisi che costringe i pugliesi bisognosi di cure ad un esodo verso le strutture settentrionali, non mette in condizioni gli operatori del settore di operare con la dovuta serenità e continua ad agevolare le strutture private. Conca torna a proporre e a chiedere al presidente Emiliano interventi strutturali seri finalizzati a tutelare la salute dei pugliesi.

“Medici che vanno in pensione e non vengono rimpiazzati costringendo coloro che rimangono nelle corsie a garantire il servizio pubblico in barba alla direttiva comunitaria 161. Strutture semplici, complesse e dipartimentali che chiudono lasciando imprigionati all'interno medici e infermieri. Ex primari in pensione, che si sono fatti un nome nel pubblico e che oggi drenano linfa dal sistema sanitario regionale, andando a dare lustro a strutture private non attrezzate che fanno selezione al cup.” Nemmeno le Asl se la passano meglio, continua il consigliere pentastellato: “non sanno che pesci prendere: assumere a tempo determinato attingendo a graduatorie esaurite vecchie di dieci anni? Prediligere il tempo indeterminato, compatibilmente con il blocco del 2004, attingendo da altri concorsi in attesa del maxi concorso di cultura generale? Oppure ingaggiare a tempo determinato da avviso pubblico escludendo le discipline affini? Il risultato? Turni massacranti per i valorosi medici che restano, altri che si dimettono e vanno all'estero dove le idiozie europee non attecchiscono”.

Ed è proprio il consigliere gravinese a suggerire ad Emiliano alcuni interventi necessari: “Innanzitutto concorsi meritocratici. Gli ospedali di eccellenza, inoltre, non dovrebbero vedersi chiudere la chirurgia toracica o l'anatomia patologica e soprattutto le strutture private dovrebbero venire dopo quelle pubbliche. Che fine farà la neurochirurgia del Di Venere? Che ne sarà dello Stroke Unit del Fazzi? Si parla di “spendere bene i soldi” ma questo vorrebbe dire anche bloccare gli appalti di ospedali inutili e vuoti, avviare una sana politica di assunzioni ed attenzione alle figure apicali che, se necessario, andrebbero reclutate nelle migliori scuole mediche per riportare ai vecchi fasti la sanità pugliese. Sarebbe necessario dispensare direttamente i farmaci di cui alla vigente normativa, implementare l'assistenza domiciliare, redistribuire equamente specialità tempo-dipendenti e centri di riferimento, attivare l'elisoccorso e riformare l'emergenza urgenza”.

Nonostante tutto il presidente Emiliano è riuscito in questi giorni a trovare motivo di vanto nei trapianti eseguiti a Bari tra cui uno di cuore (molti addetti ai lavori negano), “evidentemente - prosegue Conca - perchè all’esperto presidente sfugge che il primo trapianto di cuore fu fatto nel 1967 e il primo trapianto di rene fu fatto a Bari negli anni 70, mentre da oltre vent'anni si esegue dappertutto il trapianto tra viventi di fegato ed a Bari è una chimera. Non sono fatti di cui vantarsi - conclude - perché i ritardi accumulati dalla sanità pugliese sono sotto gli occhi di tutti, si abbia almeno il pudore di tacere”.