TARANTO - Giovanni Paisiello fu non solo un grande operista e autore di capolavori come «Nina, o sia La pazza per amore» e «Il barbiere di Siviglia». Fu anche creatore di splendida musica strumentale, sia pure in misura ridotta. E il festival a lui intitolato dagli Amici della Musica di Taranto con la direzione artistica di Lorenzo Mattei accende i riflettori su quattro degli otto Concerti per pianoforte e orchestra (1, 2, 3 e 5) composti nell’arco di quasi un decennio alle fine del Settecento. Concerti che, nel bicentenario della scomparsa del musicista, il Giovanni Paisiello Festival propone in due diversi appuntamenti nel Duomo di San Cataldo attraverso l’importante coinvolgimento dell’Orchestra dell’Istituto Superiore di Studi Musicali «Paisiello» e l’utilizzo della copia manoscritta napoletana appartenuta alla collezione musicale del Tenbury College e conservata oggi alla Bodleian Library.
Il primo appuntamento è in calendario mercoledì 28 settembre (ore 21) con il direttore Deborah Tarantini e i pianisti Giuseppe Greco e Mariagrazia Angelica Giannetta, impegnati nell’esecuzione del Concerto n. 1 in do maggiore e del Concerto n. 3 in la maggiore. La datazione non è esplicita sulle fonti giunte fino a noi, ma di sicuro gli otto Concerti furono composti da Paisiello tra il 1780, durante il soggiorno in Russia presso la corte della zarina Caterina la Grande, e gli anni del ritorno a Napoli al servizio di Ferdinando IV (1788). In particolare, gli studiosi hanno collocato con una certa attendibilità fra il 1780-83 il Primo Concerto e fra il 1784 e il 1788 il Terzo Concerto, pagine che, come le altre dello stesso ciclo, rivelano l’interesse prevalentemente didattico di Paisiello per la musica strumentale, alla quale il compositore tarantino riservò un’attenzione solo marginale se si pensa alla coeva produzione di Mozart, suo grande estimatore.
D’altro canto Paisiello destinava le proprie composizioni strumentali quasi sempre a esponenti nobili della corte, nella maggior parte dei casi apprezzabili esecutori, ma non certo dei virtuosi. E, infatti, la scrittura dei Concerti, affascinante per la sua semplicità ed eleganza, rivela, insieme a una felice inventiva melodica, una parte solistica non solo nettamente contrapposta all’orchestra, con la quale non instaura mai un vero e proprio dialogo, ma anche l’utilizzo di un interprete non necessariamente dotato di uno straordinario bagaglio tecnico.
Proprio partendo dallo spirito didattico di questi Concerti (il Secondo e il Quinto verranno eseguiti il 12 ottobre) è nata l’idea di rinnovare una sinergia tra il Festival e l’Istituto Paisiello, con il coinvolgimento dei suoi docenti ed allievi e l’augurio che il Conservatorio tarantino possa garantirsi presto un più sereno funzionamento attraverso l’auspicata statalizzazione.
Info 099.730.39.72 www.giovannipaisiellofestival.it.
Il primo appuntamento è in calendario mercoledì 28 settembre (ore 21) con il direttore Deborah Tarantini e i pianisti Giuseppe Greco e Mariagrazia Angelica Giannetta, impegnati nell’esecuzione del Concerto n. 1 in do maggiore e del Concerto n. 3 in la maggiore. La datazione non è esplicita sulle fonti giunte fino a noi, ma di sicuro gli otto Concerti furono composti da Paisiello tra il 1780, durante il soggiorno in Russia presso la corte della zarina Caterina la Grande, e gli anni del ritorno a Napoli al servizio di Ferdinando IV (1788). In particolare, gli studiosi hanno collocato con una certa attendibilità fra il 1780-83 il Primo Concerto e fra il 1784 e il 1788 il Terzo Concerto, pagine che, come le altre dello stesso ciclo, rivelano l’interesse prevalentemente didattico di Paisiello per la musica strumentale, alla quale il compositore tarantino riservò un’attenzione solo marginale se si pensa alla coeva produzione di Mozart, suo grande estimatore.
D’altro canto Paisiello destinava le proprie composizioni strumentali quasi sempre a esponenti nobili della corte, nella maggior parte dei casi apprezzabili esecutori, ma non certo dei virtuosi. E, infatti, la scrittura dei Concerti, affascinante per la sua semplicità ed eleganza, rivela, insieme a una felice inventiva melodica, una parte solistica non solo nettamente contrapposta all’orchestra, con la quale non instaura mai un vero e proprio dialogo, ma anche l’utilizzo di un interprete non necessariamente dotato di uno straordinario bagaglio tecnico.
Proprio partendo dallo spirito didattico di questi Concerti (il Secondo e il Quinto verranno eseguiti il 12 ottobre) è nata l’idea di rinnovare una sinergia tra il Festival e l’Istituto Paisiello, con il coinvolgimento dei suoi docenti ed allievi e l’augurio che il Conservatorio tarantino possa garantirsi presto un più sereno funzionamento attraverso l’auspicata statalizzazione.
Info 099.730.39.72 www.giovannipaisiellofestival.it.