LECCE - L’Associazione Imprenditori del Turismo di Gallipoli ha invitato il Comando di Marifari Taranto a valutare congiuntamente l’opportunità di intensificare il fascio luminoso dell'affascinante Faro di Sant’Andrea.
Si tratterebbe di un gesto di grande valorizzazione di un bene meraviglioso, qual è il faro, che renderebbe l’isola di Sant’Andrea ancora più attrattiva e accattivante. Gli esiti del potenziamento del fascio luminoso di altri fari italiani, come è accaduto per esempio a Bari, dimostrano che il faro rappresenta da solo un motivo per visitare il luogo in cui esso si trova, non solo per i turisti, ma per i residenti stessi.
Il Faro di Sant’Andrea fu costruito nel 1866, e l’isola è stata abitata sino agli anni ’70 del secolo scorso, dopo di che la tecnologia ha reso superflua la presenza costante dell'uomo in tutti i fari, e pertanto le destinazioni più disagiate come Sant'Andrea di Gallipoli sono state sguarnite e vengono sottoposte a manutenzioni periodiche. Due faristi tutt’oggi in servizio (il sig. Petti a Taranto ed il sig Serafino a Bari) sono discendenti delle famiglie che hanno abitato l'isola ed ivi hanno trascorso la loro infanzia.
Lo scorso 19 settembre, il presidente dell’associazione Imprenditori del Turismo, Angelo Ria, insieme al comandante di Marifari Taranto, Capitano di Fregata Carlo Salvati, hanno fatto un sopralluogo dell’isola e insieme valutato le possibilità di collaborare per restituire al faro l’importanza che merita.
Il Comando di Marifari ha riportato inoltre di aver già chiesto al Provveditorato Opere Pubbliche di Bari un importante progetto di ristrutturazione della colonna faro e degli alloggi sottostanti.
L’intervento restituirebbe agli edifici, che vertono ora in completo stato di precarietà, la stabilità e il rinnovamento che meritano, rappresentando per il golfo di Gallipoli e per tutta l’area del mar Ionio un baluardo simbolo della storia contemporanea.
Si tratterebbe di un gesto di grande valorizzazione di un bene meraviglioso, qual è il faro, che renderebbe l’isola di Sant’Andrea ancora più attrattiva e accattivante. Gli esiti del potenziamento del fascio luminoso di altri fari italiani, come è accaduto per esempio a Bari, dimostrano che il faro rappresenta da solo un motivo per visitare il luogo in cui esso si trova, non solo per i turisti, ma per i residenti stessi.
Il Faro di Sant’Andrea fu costruito nel 1866, e l’isola è stata abitata sino agli anni ’70 del secolo scorso, dopo di che la tecnologia ha reso superflua la presenza costante dell'uomo in tutti i fari, e pertanto le destinazioni più disagiate come Sant'Andrea di Gallipoli sono state sguarnite e vengono sottoposte a manutenzioni periodiche. Due faristi tutt’oggi in servizio (il sig. Petti a Taranto ed il sig Serafino a Bari) sono discendenti delle famiglie che hanno abitato l'isola ed ivi hanno trascorso la loro infanzia.
Lo scorso 19 settembre, il presidente dell’associazione Imprenditori del Turismo, Angelo Ria, insieme al comandante di Marifari Taranto, Capitano di Fregata Carlo Salvati, hanno fatto un sopralluogo dell’isola e insieme valutato le possibilità di collaborare per restituire al faro l’importanza che merita.
Il Comando di Marifari ha riportato inoltre di aver già chiesto al Provveditorato Opere Pubbliche di Bari un importante progetto di ristrutturazione della colonna faro e degli alloggi sottostanti.
L’intervento restituirebbe agli edifici, che vertono ora in completo stato di precarietà, la stabilità e il rinnovamento che meritano, rappresentando per il golfo di Gallipoli e per tutta l’area del mar Ionio un baluardo simbolo della storia contemporanea.