BARI - “La storia è tanto complicata quanto paradossale, - queste le parole del consigliere comunale di Bari del Gruppo Misto Michele Caradonna - a tal punto che i più grandi sceneggiatori delle più famose telenovela rimarrebbero a bocca aperta per cotanto ingarbugliamento e follia.”
Protagonista indiscusso di questa grande trama è il MAAB (Mercato Agro Alimentare Barese) inaugurato nel 2010 con oltre 30mila promesse, ma mai entrato in funzione.
L’enorme struttura, che si erge a ridosso della S.S. 100 nel tratto compreso tra l’ex quartiere Mungivacca di Bari e Triggiano, vede la realizzazione di 16 box nei quali alcuni operatori mercatali baresi dovrebbero finalmente trasferirsi.
La struttura del Comune di Bari è in comproprietà con la Camera di Commercio e per una bassissima percentuale anche con le Associazioni di Categoria.
Ed eccoci entrare nel vivo della storia del MAAB, in uno scenario inquietante nel quale quest’enorme struttura è stata costruita su terreni tuttora da espropriare. L’operazione dell’esproprio implica enormi costi da sostenere, calcolati intorno ai 6 milioni di euro.
Il Consigliere Caradonna del Gruppo Misto vuole vederci chiaro ed attraverso una interrogazione urgente ai sensi degli artt. 58-63 del Regolamento del Consiglio Comunale ed a norma della richiesta di informazioni prevista dall ex. Art43 del Tuel, ha chiesto, ad iniziare dal Sindaco De Caro, agli assessori al ramo sino ad arrivare al Direttore della Ripartizione Sviluppo Economico e al SUA (Stazione Unica Appaltante) ognuno per la propria competenza, di inviare tutte le notizie ed informazioni utili per poter porre chiarezza su questa storia che vede come protagonista il Comune di Bari da oltre un quinquennio.
Nella nota il Consigliere Caradonna chiede anche “di chiarire se i citati costi relativi agli espropri (6 milioni) saranno sostenuti da una presunta fideussione stipulata per 14 milioni di euro oppure se graveranno, anche se solo in parte, sul bilancio cittadino e quindi sui cittadini contribuenti”.
Inoltre, il Consigliere Caradonna, chiede anche di chiarire “a chi debba essere addebitato questo aberrante ritardo con cui si sta procedendo, solo oggi, agli espropri ma soprattutto a chi debba essere addebitata la responsabilità di non aver proceduto per tempo agli stessi, costruendo il manufatto su terreni di proprietà di terzi".
Protagonista indiscusso di questa grande trama è il MAAB (Mercato Agro Alimentare Barese) inaugurato nel 2010 con oltre 30mila promesse, ma mai entrato in funzione.
L’enorme struttura, che si erge a ridosso della S.S. 100 nel tratto compreso tra l’ex quartiere Mungivacca di Bari e Triggiano, vede la realizzazione di 16 box nei quali alcuni operatori mercatali baresi dovrebbero finalmente trasferirsi.
La struttura del Comune di Bari è in comproprietà con la Camera di Commercio e per una bassissima percentuale anche con le Associazioni di Categoria.
Ed eccoci entrare nel vivo della storia del MAAB, in uno scenario inquietante nel quale quest’enorme struttura è stata costruita su terreni tuttora da espropriare. L’operazione dell’esproprio implica enormi costi da sostenere, calcolati intorno ai 6 milioni di euro.
Il Consigliere Caradonna del Gruppo Misto vuole vederci chiaro ed attraverso una interrogazione urgente ai sensi degli artt. 58-63 del Regolamento del Consiglio Comunale ed a norma della richiesta di informazioni prevista dall ex. Art43 del Tuel, ha chiesto, ad iniziare dal Sindaco De Caro, agli assessori al ramo sino ad arrivare al Direttore della Ripartizione Sviluppo Economico e al SUA (Stazione Unica Appaltante) ognuno per la propria competenza, di inviare tutte le notizie ed informazioni utili per poter porre chiarezza su questa storia che vede come protagonista il Comune di Bari da oltre un quinquennio.
Nella nota il Consigliere Caradonna chiede anche “di chiarire se i citati costi relativi agli espropri (6 milioni) saranno sostenuti da una presunta fideussione stipulata per 14 milioni di euro oppure se graveranno, anche se solo in parte, sul bilancio cittadino e quindi sui cittadini contribuenti”.
Inoltre, il Consigliere Caradonna, chiede anche di chiarire “a chi debba essere addebitato questo aberrante ritardo con cui si sta procedendo, solo oggi, agli espropri ma soprattutto a chi debba essere addebitata la responsabilità di non aver proceduto per tempo agli stessi, costruendo il manufatto su terreni di proprietà di terzi".