TARANTO - Prosegue a ritmi serrati l'inchiesta della Procura di Taranto sull'incidente mortale di sabato mattina all'Ilva, costato la vita ad un operaio 25enne dell'impresa appaltatrice Steel Service.
Sarebbero 12 gli iscritti nel registro degli indagati da parte del sostituto procuratore Giovanna Cannalire tra responsabili della Steel Service, multiservizi che si occupa anche di pulizie industriali e che fa capo al gruppo Trombini, da anni presente nell'Ilva, e rappresentanti della stessa Ilva in qualita' di committente del lavoro.
Il sostituto Cannalire ha gia' effettuato un primo sopralluogo in fabbrica nella stessa giornata di sabato. Il dramma si è verificato all'altoforno 4, uno dei tre del siderurgico dell'Ilva attualmente operativi: gli altri due sono l'1 e il 2. La giovane vittima e' morta stritolata tra il nastro trasportatore e il rullo sottostante. Stava ripulendo il nastro che si era bloccato nelle ore precedenti a seguito di un taglio longitudinale.
Attualmente il nastro trasportatore e' sotto sequestro e la relativa area interdetta mentre l'altoforno 4 e' fermo. Lo aveva gia' fermato l'Ilva nella notte tra venerdi' e sabato non potendo essere approvvigionato di minerale a causa del problema di funzionamento riscontrato sul nastro di alimentazione.
Emiliano: “Chiederemo la revoca della facoltà d’uso dello stabilimento. Eserciteremo tutte le prerogative al fine di tutelare i cittadini” - “Volevo ricordare oggi Giacomo Campo l’operaio deceduto nell’incidente dell’Ilva. E’ un ricordo non formale. Mi auguro sinceramente di riuscire, non so ancora come, a spiegare all’opinione pubblica e al Governo quale è la condizione nella quale ci troviamo attualmente per assicurare i diritti ai nostri cittadini. Il diritto alla sicurezza sul lavoro e i diritti ad una vita sana attorno allo stabilimento. Mi auguro che nel primo Consiglio se ne possa discutere approfonditamente”.
Il Presidente Michele Emiliano, poco prima di entrare nel merito del piano di riordino ospedaliero in terza commissione consiliare, ha parlato di Ilva e del giovane Giacomo Campo, vittima di un incidente sul lavoro nello stabilimento siderurgico, lo scorso sabato.
“Da questo momento – ha affermato Emiliano - l’atteggiamento dell’Amministrazione regionale nei confronti della situazione Ilva cambia completamente. Eserciteremo tutte le nostre prerogative al fine di tutelare i cittadini della regione Puglia. Attueremo una serie di iniziative, a partire dalla redazione di una richiesta, attraverso i nostri avvocati in sede di Corte di Assise di Taranto nella prossima udienza, una richiesta di sequestro dello stabilimento chiedendo che la Corte rivaluti la questione di costituzionalità dei decreti che impediscono la vigenza dei sequestri sullo stabilimento. Esistono delle norme che nonostante il sequestro consentono alla fabbrica di funzionare. Quindi noi chiederemo la revoca della facoltà assegnata ai commissari di far funzionare la fabbrica a meno che il processo di ambientalizzazione sia portato a termine e la messa in sicurezza della fabbrica sia assicurata. La pazienza della Regione Puglia, che pure avevamo assicurato in questi mesi, è finita”.
“Noi sosterremo i ricorsi già presentati dai cittadini tarantini tesi a conseguire un risarcimento nei confronti dello Stato che, con i suoi decreti, fa permanere le condizioni di criticità e di pericolosità e anche noi valuteremo l’ipotesi di ricorrere presso l’Alta Corte di Giustizia”.
“Ho trasmesso al Presidente del Consiglio il rapporto della Regione Puglia sui dati epidemiologici accertati – ha concluso il Presidente - trasmetteremo lo stesso rapporto anche alla Procura della Repubblica di Taranto e alla Corte di Assise e lo presenteremo pubblicamente il 3 di ottobre con eventuali ulteriori integrazioni da parte dell’amministrazione. La cadenza delle trasmissioni di questo rapporto dipende dalle singole competenze e dalla gerarchia dei singoli soggetti competenti. Il rapporto verrà integrato anche dai dati degli anni successivi che sono in via di redazione”.
Vitali: "Improvvide dichiarazioni Emiliano" - "Le dichiarazioni improvvide, se non irresponsabili, di Emiliano sull'Ilva meritano di essere stigmatizzate: se il presidente della Regione ritiene che chiudendo lo stabilimento si possa migliorare lo stato ambientale di Taranto, sta prendendo una grossa cantonata. Ed Emiliano non può far finta di non saperlo, abbandonandosi all'emotività di un momento drammatico come la morte del giovane dipendente Giacomo Ciampo. Una vita spezzata che va risarcita creando ambienti di lavoro finalmente sicuri". Lo dichiara il coordinatore regionale pugliese di Forza Italia, Luigi Vitali.
"Chiudere l'Ilva - aggiunge in una nota - significherebbe perdere ogni chance di riqualificazione ambientale del territorio e della fabbrica. Senza contare la cancellazione, con un colpo di spugna, di un indotto che ha consentito a migliaia di persone di costruire la propria vita e il futuro dei propri figli". "Per questo - conclude Vitali - invitiamo Emiliano a studiare interventi per il risanamento e per la messa in sicurezza della fabbrica, piuttosto che propinarci dichiarazioni demagogiche che non aiutano Taranto, non diminuiscono il tasso drammatico di tumori nella Provincia e non restituiranno la vita a chi l'ha persa lavorando".
Sarebbero 12 gli iscritti nel registro degli indagati da parte del sostituto procuratore Giovanna Cannalire tra responsabili della Steel Service, multiservizi che si occupa anche di pulizie industriali e che fa capo al gruppo Trombini, da anni presente nell'Ilva, e rappresentanti della stessa Ilva in qualita' di committente del lavoro.
Il sostituto Cannalire ha gia' effettuato un primo sopralluogo in fabbrica nella stessa giornata di sabato. Il dramma si è verificato all'altoforno 4, uno dei tre del siderurgico dell'Ilva attualmente operativi: gli altri due sono l'1 e il 2. La giovane vittima e' morta stritolata tra il nastro trasportatore e il rullo sottostante. Stava ripulendo il nastro che si era bloccato nelle ore precedenti a seguito di un taglio longitudinale.
Attualmente il nastro trasportatore e' sotto sequestro e la relativa area interdetta mentre l'altoforno 4 e' fermo. Lo aveva gia' fermato l'Ilva nella notte tra venerdi' e sabato non potendo essere approvvigionato di minerale a causa del problema di funzionamento riscontrato sul nastro di alimentazione.
Emiliano: “Chiederemo la revoca della facoltà d’uso dello stabilimento. Eserciteremo tutte le prerogative al fine di tutelare i cittadini” - “Volevo ricordare oggi Giacomo Campo l’operaio deceduto nell’incidente dell’Ilva. E’ un ricordo non formale. Mi auguro sinceramente di riuscire, non so ancora come, a spiegare all’opinione pubblica e al Governo quale è la condizione nella quale ci troviamo attualmente per assicurare i diritti ai nostri cittadini. Il diritto alla sicurezza sul lavoro e i diritti ad una vita sana attorno allo stabilimento. Mi auguro che nel primo Consiglio se ne possa discutere approfonditamente”.
Il Presidente Michele Emiliano, poco prima di entrare nel merito del piano di riordino ospedaliero in terza commissione consiliare, ha parlato di Ilva e del giovane Giacomo Campo, vittima di un incidente sul lavoro nello stabilimento siderurgico, lo scorso sabato.
“Da questo momento – ha affermato Emiliano - l’atteggiamento dell’Amministrazione regionale nei confronti della situazione Ilva cambia completamente. Eserciteremo tutte le nostre prerogative al fine di tutelare i cittadini della regione Puglia. Attueremo una serie di iniziative, a partire dalla redazione di una richiesta, attraverso i nostri avvocati in sede di Corte di Assise di Taranto nella prossima udienza, una richiesta di sequestro dello stabilimento chiedendo che la Corte rivaluti la questione di costituzionalità dei decreti che impediscono la vigenza dei sequestri sullo stabilimento. Esistono delle norme che nonostante il sequestro consentono alla fabbrica di funzionare. Quindi noi chiederemo la revoca della facoltà assegnata ai commissari di far funzionare la fabbrica a meno che il processo di ambientalizzazione sia portato a termine e la messa in sicurezza della fabbrica sia assicurata. La pazienza della Regione Puglia, che pure avevamo assicurato in questi mesi, è finita”.
“Noi sosterremo i ricorsi già presentati dai cittadini tarantini tesi a conseguire un risarcimento nei confronti dello Stato che, con i suoi decreti, fa permanere le condizioni di criticità e di pericolosità e anche noi valuteremo l’ipotesi di ricorrere presso l’Alta Corte di Giustizia”.
“Ho trasmesso al Presidente del Consiglio il rapporto della Regione Puglia sui dati epidemiologici accertati – ha concluso il Presidente - trasmetteremo lo stesso rapporto anche alla Procura della Repubblica di Taranto e alla Corte di Assise e lo presenteremo pubblicamente il 3 di ottobre con eventuali ulteriori integrazioni da parte dell’amministrazione. La cadenza delle trasmissioni di questo rapporto dipende dalle singole competenze e dalla gerarchia dei singoli soggetti competenti. Il rapporto verrà integrato anche dai dati degli anni successivi che sono in via di redazione”.
Vitali: "Improvvide dichiarazioni Emiliano" - "Le dichiarazioni improvvide, se non irresponsabili, di Emiliano sull'Ilva meritano di essere stigmatizzate: se il presidente della Regione ritiene che chiudendo lo stabilimento si possa migliorare lo stato ambientale di Taranto, sta prendendo una grossa cantonata. Ed Emiliano non può far finta di non saperlo, abbandonandosi all'emotività di un momento drammatico come la morte del giovane dipendente Giacomo Ciampo. Una vita spezzata che va risarcita creando ambienti di lavoro finalmente sicuri". Lo dichiara il coordinatore regionale pugliese di Forza Italia, Luigi Vitali.
"Chiudere l'Ilva - aggiunge in una nota - significherebbe perdere ogni chance di riqualificazione ambientale del territorio e della fabbrica. Senza contare la cancellazione, con un colpo di spugna, di un indotto che ha consentito a migliaia di persone di costruire la propria vita e il futuro dei propri figli". "Per questo - conclude Vitali - invitiamo Emiliano a studiare interventi per il risanamento e per la messa in sicurezza della fabbrica, piuttosto che propinarci dichiarazioni demagogiche che non aiutano Taranto, non diminuiscono il tasso drammatico di tumori nella Provincia e non restituiranno la vita a chi l'ha persa lavorando".