ROMA - E' il 4 dicembre la data del voto per il referendum costituzionale. A renderlo noto il premier Renzi ai ministri riuniti in questi minuti per il Cdm a Palazzo Chigi.
Ad intervenire oggi anche la Cei, con un appello: "Il Paese - ha ricordato il card.Bagnasco - è atteso per un importante appuntamento, il Referendum sulla Costituzione. Come sempre, quando i cittadini sono chiamati ad esprimersi esercitando la propria sovranità, il nostro invito è di informarsi personalmente, al fine di avere chiari tutti gli elementi di giudizio circa la posta in gioco e le sue durature conseguenze".
Continuano a protestare Forza Italia e Sinistra italiana, per il fatto di non essere stati 'consultati' sulla scelta della data. Una sensibilità così alta sulla domenica del voto, deriva dal fatto che tanto i sostenitori del Sì quanto i fautori del No reputano il voto sulla riforma della Costituzione uno snodo determinante. "Ancor più della manovra, il nostro appuntamento cruciale è il referendum" perché l'Italia ha bisogno "di una governance forte", afferma il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. "E' molto importante", rimarca, dal G7 dei Trasporti in Giappone, il ministro Graziano Delrio, che però invita a tenere la discussione sul merito: "Non è un referendum sul governo". Un punto sul quale non si stanca di insistere anche Renzi, soprattutto da quando ha 'spersonalizzato' la consultazione.
Ad intervenire oggi anche la Cei, con un appello: "Il Paese - ha ricordato il card.Bagnasco - è atteso per un importante appuntamento, il Referendum sulla Costituzione. Come sempre, quando i cittadini sono chiamati ad esprimersi esercitando la propria sovranità, il nostro invito è di informarsi personalmente, al fine di avere chiari tutti gli elementi di giudizio circa la posta in gioco e le sue durature conseguenze".
Continuano a protestare Forza Italia e Sinistra italiana, per il fatto di non essere stati 'consultati' sulla scelta della data. Una sensibilità così alta sulla domenica del voto, deriva dal fatto che tanto i sostenitori del Sì quanto i fautori del No reputano il voto sulla riforma della Costituzione uno snodo determinante. "Ancor più della manovra, il nostro appuntamento cruciale è il referendum" perché l'Italia ha bisogno "di una governance forte", afferma il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. "E' molto importante", rimarca, dal G7 dei Trasporti in Giappone, il ministro Graziano Delrio, che però invita a tenere la discussione sul merito: "Non è un referendum sul governo". Un punto sul quale non si stanca di insistere anche Renzi, soprattutto da quando ha 'spersonalizzato' la consultazione.