I reati che sarebbero ipotizzati sono - riporta l'Ansa - corruzione, truffa, falso e falso in bilancio. Le indagini, che hanno preso il via nei mesi scorsi, sono coordinate dal procuratore Leonardo Leone De Castris e dai sostituti Dominga Petrilli e Francesco Diliso.
L'inchiesta - a quanto apprende l'agenzia Ansa da fonti inquirenti - ha preso il via dopo che le Forze di polizia, che indagavano sulla piaga del caporalato, hanno notato un'impennata del fenomeno e hanno così constatato che la nuova manovalanza di braccianti arrivava proprio dagli ospiti del Cara di Foggia.
Hanno quindi iniziato ad indagare sulle misure di sicurezza interne ed esterne del Centro di accoglienza richiedenti asilo e si sono poi concentrati sulla sua gestione.
Ieri intanto il ministro Alfano aveva annunciato verifiche su tutti i centri di accoglienza dei migranti e un programma di interventi strutturali per il Cara di Foggia.
Secondo il Presidente del Gruppo Area Popolare, Giannicola De Leonardis,“il reportage del giornalista Fabrizio Gatti sulla situazione all’interno del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo (Cara) di Borgo Mezzanone, pubblicata sull’ultimo numero de L’Espresso, fotografa una realtà inquietante e sconvolgente, che non può essere assolutamente tollerata. Per questo, ringrazio il Ministro dell’Interno Angelino Alfano per la tempestività con la quale ha sollecitato l’apertura di un’inchiesta, per far piena luce su una realtà che non può presentare alcuna opacità e per accertare responsabilità a ogni livello. Un’inchiesta che, mi auguro, si allarghi anche all’efficacia delle misure di contrasto e alla diffusione dello squallido fenomeno del caporalato, che oltre a essere disumano getta fango su un comparto di fondamentale importanza per l’economia locale e pugliese, l’agricoltura, e su persone che dedicano la loro vita e le loro risorse allo sviluppo e alla crescita delle loro aziende in maniera sana.
Ricordo infatti - prosegue De Leonardis - che l’agricoltura impiega nella sola provincia di Foggia 30.108 addetti – senza considerare l’indotto e i lavoratori stagionali – per 24.876 imprese attive, e nella Puglia 112.555 addetti e 77.588 imprese attive (dati aggiornati al secondo trimestre dell’anno in corso, forniti dalla Camera di Commercio di Bari). Imprese per gran parte iscritte nelle associazioni di categoria, che hanno fatto e fanno del rispetto per la legalità la loro bandiera. Imprese che non meritano di essere associate a fenomeni criminosi e malavitosi che vanno fortemente contrastati e debellati, ma che sono e restano marginali rispetto a un contesto complessivo che è ben diverso da quello che viene illustrato”, conclude De Leonardis.