BARI - Non approvazione della relazione conclusiva con cui l’Ufficio di presidenza della III commissione consiliare (Pino Romano e Paolo Pellegrino) si è espresso in ordine ai riscontri del Presidente Michele Emiliano e del Direttore generale del Dipartimento Salute Giovanni Gorgoni sugli emendamenti prodotti dai commissari sul Piano di riordino ospedaliero.
E’ stato questo l’epilogo della riunione odierna della III commissione che ha visto il voto contrario del rappresentante di Noi a Sinistra Cosimo Borracino aggiungersi a quello delle opposizioni, con il risultato di un pareggio con cinque voti per parte.
A termini di regolamento il pareggio nella votazione è da considerarsi come una non approvazione. Decisione che sul piano pratico non inficia l’iter della delibera, essendo quello della commissione un parere obbligatorio ma non vincolante per il Governo, ma non altrettanto sul piano politico, come ancora prima della votazione finale, aveva posto il vice presidente della III commissione Paolo Pellegrino, sottolineando l’esigenza di un chiarimento nella maggioranza che guida la Regione Puglia, dopo il voto contrario di Borracino.
Già in precedenza Mario Pendinelli (PD), pur preannunciando il voto favorevole, aveva espresso qualche perplessità sulle metodologia di lavoro adottata, sia pure stemperata dalla dichiarazione del presidente Emiliano circa la possibilità di poter procedere a ulteriori modifiche in corso d’opera. Il capogruppo di Noi a Sinistra per la Puglia Borracino, pur dando atto dell’attenzione data alla provincia di Taranto, ha lamentato la scarsa partecipazione e ha parlato di “un piano gestito male che ha tolto spazio alla democrazia partecipata”.
Critiche da parte di Nino Marmo (FI) (mancata reale partecipazione alla stesura del provvedimento, già discusso con il ministero, che si sarebbe potuta fare negli ultimi 4 mesi con linee di indirizzo fissate dal Consiglio regionale) e Mario Conca (M5S) (si poteva lavorare per tempo; vani tutti i tentativi di spalmare i servizi in maniera uniforme su tutto il territorio per le resistenze dei poteri forti).
Voto favorevole di Marco Lacarra (PD) che ha evidenziato il grosso lavoro svolto dalla commissione su un provvedimento dinamico assunto sulla base del DM 70 e della legge di stabilità. Prendendo atto della disponibilità del governo regionale a recepire le osservazioni dei consiglieri , ha espresso apprezzamento per lo sforzo fatto per ottenere le deroghe che tengono conto della specificità della situazione sanitaria e ambientale di Taranto.
Infine il presidente Romano ha ricordato i sacrifici imposti all’ospedale di San Pietro Vernotico (suo paese natio e di residenza). “Ci credo in questo provvedimento” – ha detto –, che va nella direzione della fase post acuzie e della medicina territoriale.
In precedenza il D.G. Gorgoni si era espresso sugli emendamenti presentati dalla commissione per le ASL BA, FG, BR e Le, accogliendone parzialmente alcuni. L’opposizione ha chiesto in particolare un impegno politico forte per il nuovo ospedale di Andria, come hub di 2° livello nella ASL BAT che dovrà assorbire i P.O. di Canosa, Trani, l’attuale nosocomio di Andria e Bisceglie. Il presidente Emiliano ha dato la sua disponibilità in prospettiva con la previsione di una deroga. Attualmente, infatti, il P.O. di Andria presenta una dotazione di p.l. inferiore a quella prevista dal D.M. 70 che è di 600 p.l. .
E’ stato questo l’epilogo della riunione odierna della III commissione che ha visto il voto contrario del rappresentante di Noi a Sinistra Cosimo Borracino aggiungersi a quello delle opposizioni, con il risultato di un pareggio con cinque voti per parte.
A termini di regolamento il pareggio nella votazione è da considerarsi come una non approvazione. Decisione che sul piano pratico non inficia l’iter della delibera, essendo quello della commissione un parere obbligatorio ma non vincolante per il Governo, ma non altrettanto sul piano politico, come ancora prima della votazione finale, aveva posto il vice presidente della III commissione Paolo Pellegrino, sottolineando l’esigenza di un chiarimento nella maggioranza che guida la Regione Puglia, dopo il voto contrario di Borracino.
Già in precedenza Mario Pendinelli (PD), pur preannunciando il voto favorevole, aveva espresso qualche perplessità sulle metodologia di lavoro adottata, sia pure stemperata dalla dichiarazione del presidente Emiliano circa la possibilità di poter procedere a ulteriori modifiche in corso d’opera. Il capogruppo di Noi a Sinistra per la Puglia Borracino, pur dando atto dell’attenzione data alla provincia di Taranto, ha lamentato la scarsa partecipazione e ha parlato di “un piano gestito male che ha tolto spazio alla democrazia partecipata”.
Critiche da parte di Nino Marmo (FI) (mancata reale partecipazione alla stesura del provvedimento, già discusso con il ministero, che si sarebbe potuta fare negli ultimi 4 mesi con linee di indirizzo fissate dal Consiglio regionale) e Mario Conca (M5S) (si poteva lavorare per tempo; vani tutti i tentativi di spalmare i servizi in maniera uniforme su tutto il territorio per le resistenze dei poteri forti).
Voto favorevole di Marco Lacarra (PD) che ha evidenziato il grosso lavoro svolto dalla commissione su un provvedimento dinamico assunto sulla base del DM 70 e della legge di stabilità. Prendendo atto della disponibilità del governo regionale a recepire le osservazioni dei consiglieri , ha espresso apprezzamento per lo sforzo fatto per ottenere le deroghe che tengono conto della specificità della situazione sanitaria e ambientale di Taranto.
Infine il presidente Romano ha ricordato i sacrifici imposti all’ospedale di San Pietro Vernotico (suo paese natio e di residenza). “Ci credo in questo provvedimento” – ha detto –, che va nella direzione della fase post acuzie e della medicina territoriale.
In precedenza il D.G. Gorgoni si era espresso sugli emendamenti presentati dalla commissione per le ASL BA, FG, BR e Le, accogliendone parzialmente alcuni. L’opposizione ha chiesto in particolare un impegno politico forte per il nuovo ospedale di Andria, come hub di 2° livello nella ASL BAT che dovrà assorbire i P.O. di Canosa, Trani, l’attuale nosocomio di Andria e Bisceglie. Il presidente Emiliano ha dato la sua disponibilità in prospettiva con la previsione di una deroga. Attualmente, infatti, il P.O. di Andria presenta una dotazione di p.l. inferiore a quella prevista dal D.M. 70 che è di 600 p.l. .