BARI - “Proporre, come ha fatto Emiliano, una legge che verrà bocciata dalla Commissione Ue ha poco senso e rischia di fare più danni di quelli che si vorrebbero evitare. La strada è un'altra ed è quella che il Movimento 5 Stelle sta percorrendo a Bruxelles, chiedendo all'Esecutivo comunitario di rivedere la decisione di esecuzione su cui si basa il piano anti-xylella del governo italiano. Tale decisione, infatti, si fonda su una ricerca i cui risultati non hanno passato il vaglio della comunità scientifica internazionale. Emiliano venga a Bruxelles e batta i pugni sul tavolo per far modificare la decisione”. Lo dice l'eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D'Amato, in merito alla proposta di legge avanzata dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per far fronte alla Xylella.
D'Amato annuncia un'interrogazione orale alla Commissione europea: “Il problema di fondo – spiega – è che l'Efsa, l'agenzia europea per la sicurezza alimentare, non può in nessun modo sostituirsi agli standard internazionali per la validazione dei risultati della ricerca, che valgono per tutto il mondo, ovvero la peer review (la revisione della ricerca da parte di esperti indipendenti rispetto a chi ha finanziato la ricerca) e la riproduzione degli studi. Due filtri cui il progetto pilota su cui si basa la decisione Ue non è stato sottoposto, dato che la revisione di tale studio è stata effettuata dallo stesso ente che l'ha promossa, ossia l'Efsa”.
“Inoltre – aggiunge l'eurodeputata pugliese - non esiste alcuno studio dove risulti verificato il primo postulato di Koch, che prevede che Xylella sia diagnosticata nel 100% delle piante sintomatiche. Senza tralasciare il fatto che, controllando le sequenze geniche depositate alla Genbank, risultano diverse irregolarità nella catalogazione del Dna di Xylella estratto dalle piante”. “Per tutte queste ragioni – conclude D'Amato - la Commissione deve rivedere le misure imposte dalla decisione di esecuzione 2015/789 ed estendere la ricerca a livello internazionale attraverso delle misure ad hoc. Emiliano, invece di inoltrarsi in processi legislativi che rischiano di essere solo dei vicoli ciechi, venga a Bruxelles e sostenga queste battaglie”.
D'Amato annuncia un'interrogazione orale alla Commissione europea: “Il problema di fondo – spiega – è che l'Efsa, l'agenzia europea per la sicurezza alimentare, non può in nessun modo sostituirsi agli standard internazionali per la validazione dei risultati della ricerca, che valgono per tutto il mondo, ovvero la peer review (la revisione della ricerca da parte di esperti indipendenti rispetto a chi ha finanziato la ricerca) e la riproduzione degli studi. Due filtri cui il progetto pilota su cui si basa la decisione Ue non è stato sottoposto, dato che la revisione di tale studio è stata effettuata dallo stesso ente che l'ha promossa, ossia l'Efsa”.
“Inoltre – aggiunge l'eurodeputata pugliese - non esiste alcuno studio dove risulti verificato il primo postulato di Koch, che prevede che Xylella sia diagnosticata nel 100% delle piante sintomatiche. Senza tralasciare il fatto che, controllando le sequenze geniche depositate alla Genbank, risultano diverse irregolarità nella catalogazione del Dna di Xylella estratto dalle piante”. “Per tutte queste ragioni – conclude D'Amato - la Commissione deve rivedere le misure imposte dalla decisione di esecuzione 2015/789 ed estendere la ricerca a livello internazionale attraverso delle misure ad hoc. Emiliano, invece di inoltrarsi in processi legislativi che rischiano di essere solo dei vicoli ciechi, venga a Bruxelles e sostenga queste battaglie”.