Call center Taranto, "Il lavoro non può e non deve diventare schiavitù, e la dignità delle persone è sacra"

TARANTO - Di seguito, una nota del consigliere regionale di Area Popolare, Luigi Morgante. “Sono sconcertato e profondamente amareggiato per la realtà emersa dopo la denuncia di un sindacato, e la scoperta di un call center a Taranto ricavato in un garage con lavoratori che sarebbero stati pagati in nero 2 euro e 50 centesimi l’ora, nonostante un’importante commessa. Che la ricerca di un’occupazione - dichiara Morgante - abbia nel territorio risvolti addirittura drammatici non è un mistero per nessuno, così come altrettanto evidenti e prevedibili sono le disfunzioni e distorsioni legate all’eccesso di domanda, che spingono alcuni imprenditori in una scriteriata corsa al ribasso in termini di retribuzioni e diritti da garantire: ma nessuna situazione emergenziale può determinare una vera e propria schiavitù, e lo sfruttamento di persone che, costrette dalle necessità di vita, vengono lese e calpestate nella loro dignità. In un comparto che ha peraltro una profonda incidenza nell’economia tarantina. Per questo, auspico rigidi controlli e indagini da parte delle autorità preposte, e l’ancor più severo intervento da parte dell’assessore al lavoro Sebastiano Leo, per far sentire la presenza autorevole della Regione accanto a sindacati e lavoratori, e imporre il rispetto di regole e leggi in un mercato che non può e non deve trasformarsi in una giungla. Invitando chi si trova di fronte a inaccettabili ricatti alla denuncia, nella piena e necessaria consapevolezza che la legalità e la dignità non sono barattabili, e vanno isolati piuttosto quelli che si rendono protagonisti di comportamenti e iniziative che vanno stigmatizzate e punite in maniera esemplare”, conclude Morgante.

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