Cucchi: periti, morì per epilessia

ROMA - Sarebbero le ipotesi prospettabili sul caso Cucchi benché, in base alla ricostruzione dei fatti, i dati raccolti "non consentono di formulare certezze sulla(e) causa(e) di morte", per i periti guidati dal prof. Introna: una riconducibile all'epilessia e l'altra alla frattura alla vertebra sacrale. La prima, secondo i periti più attendibile, "è rappresentata da una morte improvvisa ed inaspettata per epilessia" per la quale "la tossico-dipendenza di vecchia data può aver svolto un ruolo causale favorente per le interferenze con gli stessi farmaci antiepilettici, alterandone l'efficacia e abbassando la soglia epilettogena". E, "analogamente, concausa favorente può essere considerata la condizione di severa inanizione" che avrebbe avuto Cucchi.

La seconda ipotesi "è correlata con la recente frattura traumatica di S4 associata a lesione delle radici posteriori del nervo sacrale". Queste due ipotesi, per i periti sarebbero "entrambe possibili", ma "la prima, a nostro avviso, dotata di maggiore forza ed attendibilità nei confronti della seconda". "Le lesioni riportate da Stefano Cucchi dopo il 15 ottobre 2009 non possono essere considerate correlabili causalmente o concausalmente, direttamente o indirettamente anche in modo non esclusivo, con l'evento morte".

Si tratta delle conclusioni cui giunge il collegio dei periti nominati dal gip nell'ambito dell'inchiesta bis avviata per accertare la natura, l'entità e l'effettiva portata delle lesioni patite da Stefano Cucchi, il geometra romano deceduto il 22 ottobre 2009 una settimana dopo il suo arresto per droga.

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