OSTUNI (BR) – 5.000 km., 190 giorni di marcia solitaria. Una sfida immane. Una donna protagonista, con un messaggio: “Basta violenza sulle donne”, fisica, psicologica, di ogni genere.
Grazia Andriola è di Ostuni (Br), ha 47 anni ed è partita a piedi da Santa Maria di Finibus Terrae il 27 giugno. Destinazione: Santiago di Compostela (Spagna), una mèta conosciuta, che molti sognano di toccare, ma pochi conoscono questo “trekking spirituale”, una sorta di iniziazione, tant'è che spesso si perdono per strada, spesso ingannati da false segnalazioni di delinquenti comuni e stupratori.
“Lo scorso anno ho percorso per la prima volta il cammino per Santiago de Compostela – osserva Grazia – ho provato dolore e fatica e ho anche pianto. Ma ho scoperto quanto è breve la vita e che la sprechiamo per cose inutili. Così ho deciso di rifare lo stesso cammino”.
Condivide con WeWorld Ong (da 15 anni si occupa dei diritti dei bambini e delle donne indifese, in Italia e in tutti i sud del mondo: Asia, Africa, America Latina, grazie alle donazioni sono oltre 800mila i beneficiari, diretti e indiretti) il suo viaggio portando un messaggio alle persone che sta incontrando lungo il percorso: “Non ho paura”. Non ha paura di camminare da sola, e nessuna donna dovrebbe averne. Spiega la testimonial: “Sono una donna e ho coraggio. Vorrei tanto che ogni donna avesse lo stesso coraggio, la forza di denunciare chi le provoca dolore fisico e psicologico. Ogni donna ha il diritto di essere amata, di essere rispettata come moglie, compagna, madre e soprattutto come essere umano”.
In Italia 1 donna sue 3 subisce violenza e nella stragrande maggioranza dei casi l’abuso avviene per mano del partner, l'ex o un familiare, ma solo l’11% denuncia il suo aggressore. La violenza fra le quattro mura è una delle principali cause di morte della popolazione femminile mondiale. In Italia perde la vita per mano di un uomo una donna ogni 3 giorni (femminicidi in aumento).
Per l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) oggi le donne hanno più probabilità di subire comportamenti violenti che ammalarsi di cancro. Eppure molto spesso questo fenomeno e le sue vittime restano imprigionate nel silenzio: “Un silenzio che vogliamo spezzare”, dicono a WeWorld.
I fondi raccolti con #STEPTOSTOPVIOLENCE serviranno per sostenere sia il progetto SOStegno Donna, che garantisce gli sportelli dedicati alle vittime aperti tutto l'anno 24 ore su 24 nei Pronto Soccorso dei maggiori ospedali italiani (Genova, Roma, Trieste), sia gli Spazi WeWorld per le donne attivi nei quartieri più a rischio violenza a Palermo, Napoli e Roma (il presidio è al San Camillo). Qui sono attive anche aree di “child care” per permettere alle donne-mamme di partecipare alle attività e contemporaneamente favorire uno spazio di osservazione in cui operatrici esperte possano rilevare situazioni di disagio grave, se non addirittura casi di violenza assistita e subìta. Sono spesso questi i luoghi nei quali si può ascoltare la voce delle donne, dove il silenzio è spezzato e la violenza è riconosciuta da chi l'ha subìta.
Aggiungono a WeWorld: “In un anno assistiamo 1.000 donne vittime di violenza all’interno dei Pronto Soccorso e 600 negli spazi WeWorld per le donne. Vogliamo restituire la voce a tutte le donne a cui una mano violenta ha strappato la possibilità di chiedere aiuto. Purtroppo sappiamo quanto la violenza contro le donne sia un fenomeno molto più diffuso di quanto si creda, ci riguarda tutti da vicino: spesso sono coinvolte le persone che frequentiamo, incontriamo, a cui vogliamo bene - dichiara Marco Chiesara, presidente di WeWorld – persone che però sono imprigionate in una spirale di silenzio. Un silenzio che WeWorld ogni giorno cerca di spezzare: lavorando con le donne, coinvolgendo le istituzioni e sensibilizzando per far partire il cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno”.
Per seguire l’impresa di Grazia Andriola: #STEPTOSTOPVIOLENCE. Per contribuire al progetto: www.weworld.it/steptostopviolence.
Grazia Andriola è di Ostuni (Br), ha 47 anni ed è partita a piedi da Santa Maria di Finibus Terrae il 27 giugno. Destinazione: Santiago di Compostela (Spagna), una mèta conosciuta, che molti sognano di toccare, ma pochi conoscono questo “trekking spirituale”, una sorta di iniziazione, tant'è che spesso si perdono per strada, spesso ingannati da false segnalazioni di delinquenti comuni e stupratori.
“Lo scorso anno ho percorso per la prima volta il cammino per Santiago de Compostela – osserva Grazia – ho provato dolore e fatica e ho anche pianto. Ma ho scoperto quanto è breve la vita e che la sprechiamo per cose inutili. Così ho deciso di rifare lo stesso cammino”.
Condivide con WeWorld Ong (da 15 anni si occupa dei diritti dei bambini e delle donne indifese, in Italia e in tutti i sud del mondo: Asia, Africa, America Latina, grazie alle donazioni sono oltre 800mila i beneficiari, diretti e indiretti) il suo viaggio portando un messaggio alle persone che sta incontrando lungo il percorso: “Non ho paura”. Non ha paura di camminare da sola, e nessuna donna dovrebbe averne. Spiega la testimonial: “Sono una donna e ho coraggio. Vorrei tanto che ogni donna avesse lo stesso coraggio, la forza di denunciare chi le provoca dolore fisico e psicologico. Ogni donna ha il diritto di essere amata, di essere rispettata come moglie, compagna, madre e soprattutto come essere umano”.
In Italia 1 donna sue 3 subisce violenza e nella stragrande maggioranza dei casi l’abuso avviene per mano del partner, l'ex o un familiare, ma solo l’11% denuncia il suo aggressore. La violenza fra le quattro mura è una delle principali cause di morte della popolazione femminile mondiale. In Italia perde la vita per mano di un uomo una donna ogni 3 giorni (femminicidi in aumento).
Per l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) oggi le donne hanno più probabilità di subire comportamenti violenti che ammalarsi di cancro. Eppure molto spesso questo fenomeno e le sue vittime restano imprigionate nel silenzio: “Un silenzio che vogliamo spezzare”, dicono a WeWorld.
I fondi raccolti con #STEPTOSTOPVIOLENCE serviranno per sostenere sia il progetto SOStegno Donna, che garantisce gli sportelli dedicati alle vittime aperti tutto l'anno 24 ore su 24 nei Pronto Soccorso dei maggiori ospedali italiani (Genova, Roma, Trieste), sia gli Spazi WeWorld per le donne attivi nei quartieri più a rischio violenza a Palermo, Napoli e Roma (il presidio è al San Camillo). Qui sono attive anche aree di “child care” per permettere alle donne-mamme di partecipare alle attività e contemporaneamente favorire uno spazio di osservazione in cui operatrici esperte possano rilevare situazioni di disagio grave, se non addirittura casi di violenza assistita e subìta. Sono spesso questi i luoghi nei quali si può ascoltare la voce delle donne, dove il silenzio è spezzato e la violenza è riconosciuta da chi l'ha subìta.
Aggiungono a WeWorld: “In un anno assistiamo 1.000 donne vittime di violenza all’interno dei Pronto Soccorso e 600 negli spazi WeWorld per le donne. Vogliamo restituire la voce a tutte le donne a cui una mano violenta ha strappato la possibilità di chiedere aiuto. Purtroppo sappiamo quanto la violenza contro le donne sia un fenomeno molto più diffuso di quanto si creda, ci riguarda tutti da vicino: spesso sono coinvolte le persone che frequentiamo, incontriamo, a cui vogliamo bene - dichiara Marco Chiesara, presidente di WeWorld – persone che però sono imprigionate in una spirale di silenzio. Un silenzio che WeWorld ogni giorno cerca di spezzare: lavorando con le donne, coinvolgendo le istituzioni e sensibilizzando per far partire il cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno”.
Per seguire l’impresa di Grazia Andriola: #STEPTOSTOPVIOLENCE. Per contribuire al progetto: www.weworld.it/steptostopviolence.