Nico Rosberg vince a Suzuka e porta a 33 i punti di vantaggio su Hamilton (ANSA/EPA) |
di PIERO LADISA – Una gara dominata dall’inizio alla fine senza sbavatura alcuna, una corsa che potrebbe rappresentare una chiave di volta importante in ottica iridata. Questo il riassunto della domenica da incorniciare di Nico Rosberg che vince il Gran Premio del Giappone e allunga a 33 i punti di vantaggio nel Mondiale nei confronti del compagno di squadra Lewis Hamilton, giunto terzo. A quattro gare dalla conclusione della stagione, il tedesco è vicinissimo a trasformare in realtà il sogno iridato: concludendo sempre secondo (impresa non certo impossibile) Nico conquisterebbe l’iride. In Giappone fa festa anche la Mercedes che conquistata il terzo titolo costruttori consecutivo, dopo aver sprecato il primo match-ball in Malesia. Tra i due alfieri della Stella, sul podio di Suzuka, c’è Max Verstappen che conquista la piazza d’onore per la seconda gara consecutiva. Alle spalle della Top Three ci sono le Ferrari, con Sebastian Vettel (4°) che precede Kimi Raikkonen. Un anomalo Daniel Ricciardo termina al sesto posto. Chiudono la Top Ten le due Force India e le due Williams, con la scuderia indiana (7° Sergio Perez, 8° Nico Hulkenberg) che allunga nella classifica marche proprio nei confronti del team britannico.
HAMILTON, PARTENZA SHOCK. Su un tracciato tortuoso e stretto come quello nipponico, l’inglese avrebbe potuto impensierire Rosberg solo allo spegnimento dei semafori. Ma Hamilton, ancora una volta nel corso della stagione, ha palesato tutti i propri limiti nello stacco della frizione, dando vita a una partenza disastrosa. Ritrovatosi ottavo dopo pochi metri, il campione del mondo in carica ha dovuto (giocoforza) modificare i propri piani, costruendo così una gara di rimonta. Dopo una difficile prima parte, l’inglese è uscito a distanza risalendo fino alla terza piazza finale. Nel penultimo giro ha tentato di sopravanzare Verstappen alla staccata della Chicane del Triangolo (resa celebre in passato dal duello Senna-Prost), ma ha dovuto desistere andando lungo. Vero, il 2016 ha riservato ad Hamilton diverse noie tecniche sulla sua W07, ma l’inglese dovrebbe fare mea culpa per alcune partenze a rilento che alla lunga si stanno rivelando decisive in ottica iridata.
FERRARI A RIDOSSO DEL PODIO. Il Cavallino era giunto all’appuntamento nipponico con diverse punti interrogativi, vista la conformazione del tracciato di Suzuka non proprio adatta alle caratteristiche della SF16-H. Invece la Ferrari ha disputato un ottimo week-end, dove le penalizzazioni inflitte a Vettel (3 posizioni per l’incidente al via con Rosberg nella gara di Sepang della scorsa settimana) e Raikkonen (5 piazze per la sostituzione del cambio, operazione avvenuta qualche ore prima del via della corsa) hanno costretto i due alfieri di Maranello a una gara votata all’attacco che, senza sanzioni, sarebbero scattati dalla seconda fila. Se il finlandese ha adottato una strategia standard (gomme dure in entrambe le soste), il tedesco invece ha allungato leggermente il proprio secondo di stint per montare il compound più prestazionale (le soft) nell’ultima parte di gara. Una scelta che non ha pagato (Vettel ha perso il terzo posto in favore di Hamilton) ma l’inglese della Mercedes ha dimostrato di averne di più chiudendo la corsa con 14” di vantaggio su Vettel, apparso molto nervoso in diversi frangenti della corsa con alcuni piloti in fase di doppiaggio.