di FREDERIC PASCALI - Nel cinema la stagione delle seconde occasioni non tramonta mai e si arricchisce di un classico del genere western.
“I Magnifici 7” diretto da Antoine Fuqua, lungi dal far dimenticare l’originale di John Sturges del 1960, punta tutto sull’azione e sul fragore degli spari che spesso sovrastano emozioni e sentimenti.
Yul Brinner, Steve McQueen, Eli Wallach, Charles Bronson, James Coburn non ci sono più ma in ogni scena i loro fantasmi aleggiano mentre il racconto corre fin troppo veloce verso la resa dei conti finale.
Nella California del 1879 Il Delegato di Giustizia Sam Chisolm viene assoldato da una giovane vedova, Emma Cullen, per vendicare la morte del marito e liberare la sua piccola cittadina, Rose Creek, dall’oppressione di Bartholomew Bogue. Quest’ultimo è un uomo d’affari senza scrupoli che prospera con lo sfruttamento delle vicine miniere d’oro e si avvale dei servigi di decine di pistoleri. Chisolm recluta 6 coraggiosi dalle capacità straordinarie e con loro organizza la presa e la difesa di Rose Creek. L’impresa si rivela al limite dell’impossibile.
Il dispiegarsi narrativo di Fuqua e dei suoi sceneggiatori, Richard Wenk e Nick Pizzolato, fa immediatamente pensare a un modello visivo di compromesso, in equilibrio tra le inquadrature alla Sturges e quelle alla Sergio Leone. L’effetto non sempre è positivo e alcune “caratterizzazioni” degenerano inevitabilmente nella macchietta. Lo si avverte particolarmente nella messa a fuoco della figura dell’antagonista, il “cattivo”.
Il personaggio interpretato da Peter Sarsgaard, “Bogue”, si riduce a essere prigioniero di una serie di smorfie e ghigni, acuendo la sensazione della messa in scena farsesca. A suo agio invece Denzel Washington nei panni del protagonista, “Chisolm”, e in genere nell’approccio verso l’ambiente western. A margine resta una nota di malinconia per l’ultimo lavoro di James Horner, l’autore delle musiche, il compositore di “Titanic” e “Avatar”, tragicamente scomparso nel giugno del 2015 con le riprese del film ancora incomplete.
“I Magnifici 7” diretto da Antoine Fuqua, lungi dal far dimenticare l’originale di John Sturges del 1960, punta tutto sull’azione e sul fragore degli spari che spesso sovrastano emozioni e sentimenti.
Yul Brinner, Steve McQueen, Eli Wallach, Charles Bronson, James Coburn non ci sono più ma in ogni scena i loro fantasmi aleggiano mentre il racconto corre fin troppo veloce verso la resa dei conti finale.
Nella California del 1879 Il Delegato di Giustizia Sam Chisolm viene assoldato da una giovane vedova, Emma Cullen, per vendicare la morte del marito e liberare la sua piccola cittadina, Rose Creek, dall’oppressione di Bartholomew Bogue. Quest’ultimo è un uomo d’affari senza scrupoli che prospera con lo sfruttamento delle vicine miniere d’oro e si avvale dei servigi di decine di pistoleri. Chisolm recluta 6 coraggiosi dalle capacità straordinarie e con loro organizza la presa e la difesa di Rose Creek. L’impresa si rivela al limite dell’impossibile.
Il dispiegarsi narrativo di Fuqua e dei suoi sceneggiatori, Richard Wenk e Nick Pizzolato, fa immediatamente pensare a un modello visivo di compromesso, in equilibrio tra le inquadrature alla Sturges e quelle alla Sergio Leone. L’effetto non sempre è positivo e alcune “caratterizzazioni” degenerano inevitabilmente nella macchietta. Lo si avverte particolarmente nella messa a fuoco della figura dell’antagonista, il “cattivo”.
Il personaggio interpretato da Peter Sarsgaard, “Bogue”, si riduce a essere prigioniero di una serie di smorfie e ghigni, acuendo la sensazione della messa in scena farsesca. A suo agio invece Denzel Washington nei panni del protagonista, “Chisolm”, e in genere nell’approccio verso l’ambiente western. A margine resta una nota di malinconia per l’ultimo lavoro di James Horner, l’autore delle musiche, il compositore di “Titanic” e “Avatar”, tragicamente scomparso nel giugno del 2015 con le riprese del film ancora incomplete.