Il giornalismo si fa missione con Ntr24: tre documentari che raccontano la Tanzania e l’opera dei missionari del Preziosissimo Sangue

di LUIGI LAGUARAGNELLA - Ogni professione dovrebbe essere l’espressione della propria missione tra i luoghi e le persone che si incontrano. Il lavoro è una missione che permette di percepire la proprio dimensione nel mondo. Il mestiere del giornalista, poi, tra i più svariati obiettivi che si prefigge come la cronaca, la denuncia, la caccia allo scoop, la ricerca della verità, conserva probabilmente quello di raccontare la realtà e trarre da essa degli insegnamenti. Il giornalista ha la missione di essere occhi e orecchie di tante persone e con l’abilità della penna e della parola può descrivere e trovare elementi di speranza, anche laddove l’unico spirito che alimenterebbe la scrittura sarebbe l’indignazione.

Il giornalista, quindi, è il filtro tra realtà più o meno deformate (dipende dal punto di vista con cui gli occhi guardano) e la società, il mondo. Abilità del giornalista è trarre da questo mondo comunque insegnamenti per il cambiamento prima di tutto interiore.

Sarebbe troppo semplicistico parlare delle piaghe del mondo, evidenziando tutto quello che manca affinché al maggior numero di uomini e donne venga restituita la dignità di essere umani, facendo notare il volto di un bimbo africano in preda alla fame. Intravedere le possibilità, raccontare di speranza nei luoghi in cui a bambini, uomini e donne manca il minimo per vivere, provare a descrivere il senso della vita di quelle persone che è invece è così presente nelle quotidianità più improbabili, fanno del giornalista un vero e proprio testimone.

Non serve sbandierare le ingiustizie per discutere delle problematiche mondiali, ma con un approccio umano è sufficiente valorizzare il positivo che uomini di buona volontà hanno costruito dov’è difficoltà di vita. Ma non solo. Essere testimone in terre dove mancano gli elementi necessari per vivere può trasformarsi, per paradosso, in un’esperienza di cambiamento proprio per quelle persone che pensavano di poter cambiare un po’ le sorti di un viaggio.

In tre documentar girati durante un viaggio in Tanzania, Giammarco Feleppa, direttore responsabile dell’attiva web tv di Benevento “Ntr24”, ha raccontato opere, vita ed emozioni in quella terra africana. Sul sito si possono apprezzare immagini e parole di “Ntr24 for Mission”: a seguito del viaggio all’inizio del 2016, il giornalista beneventano, si può dire, ha fatto del suo mestiere una vera missione. In collaborazione con i Missionari del Preziosissimo Sangue, che da 50 anni operano in Tanzania, ha avviato il lancio di alcuni progetti per aiutare la popolazione africana e avviare una raccolta, di cui proprio la testata beneventana si è resa capofila.

Giammarco, insieme ad un collaboratore esperto nel montaggio video e al missionario Simone Masone cpps, durante i primi mesi del 2016 ha vissuto e respirato l’atmosfera africana sottolineando la bellezza, la ricchezza ancestrale di questa terra e dei suoi abitanti. Ha raccontato i piccoli miracoli quotidiani delle persone che lì vivono da anni per poter dare almeno gli elementi essenziali per una vita dignitosa. Ma non solo. Ha descritto il vero senso gratuito del dono: dai suoi reportage emergono prima di tutto gli insegnamenti di vita della gente del continente nero che, senza dubbio, ribalta o, perlomeno, deve lasciare forti spunti di riflessione sul significato della povertà soprattutto nel nostro Occidente…

I tre reportage descrivono i progetti presenti in villaggi tanzaniani dove i Missionari del Preziosissimo Sangue (la congregazione tra le numerose parti del mondo e d’Italia opera sia a Benevento e anche a Bari) che riguardano l’essenziale per la sopravvivenza e la formazione dell’uomo: l’istruzione, la nutrizione e la salute.

A Bamgayega Giammarco è stato ospitato nella scuola-orfanotrofio, dove  60 bambini sono seguiti e formati in piccoli gruppi scolastici; a Itigi ha potuto visitate il St. Gaspar Hospital con 350 posti e 250 addetti tra medici e parasanitari, una vera e propria oasi di speranza nel mezzo della savana;  a Chibumagwa, dove è stato costruito un sistema di irrigazione per incanalare la risorsa idrica e poter garantire un sufficiente approvvigionamento d’acqua. I documentari risaltano anche la bellezza della vita di questi villaggi: lo spirito dei suoi abitanti, i paesaggi, i silenzi, l’impegno di ogni uomo che apprezza il valore di ogni giorno con la saggezza e il sorriso.

Giammarco, grazie al suo lavoro per Ntr24, è stato un vero testimone e portavoce di posti naturali e dell’anima dove ogni uomo dovrebbe ritornare. I reportage, che partono dalla traduzione di tre parole africane (futuro, speranza, cuore), restituiscono il sapore dell’essenziale della vita, l’importanza di apprezzare quello che è attorno, la capacità di trovare stupore nelle piccole cose. La testata beneventana, in collaborazione con i Missionari del Preziosissimo, attraverso questo progetto “Ntr24 for mission”, ha avviato una campagna per raccogliere fondi per la costruzione di giostrine per la scuola-orfanotrofio.

In cantiere la testata campana intende avviare altri progetti di collaborazione nelle terre dove i Missionari sono impegnati.

E’ proprio il caso di dirlo: il giornalismo, quello che parte dal basso, fatto con passione e nel rispetto per la realtà che si descrive può rappresentare la missione che può cambiare il mondo, o più semplicemente dare ad esso impulsi positivi.

L’esperienza di Giammarco, colma della sua passione professionale, pur risalendo all’inizio dell’anno, è più che mai attuale, soprattutto al termine di ottobre, mese dedicato alla “missione”: va condivisa, fatta conoscere, perché si può parlare dei grandi problemi del mondo anche con parole, voci e frasi che infondono quiete, curiosità, voglia di vivere ed impegnarsi per il nostro pianeta. Spesso proprio l’opposto del giornalismo a cui assistiamo nella nostra fin troppo comoda civiltà.

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