INTERVISTA. Amedeo Minghi, "Cinquant'anni di musica? Francamente non me lo aspettavo"

di NICOLA RICCHITELLI - Annunciato da mesi come il progetto che mette un punto e a capo nella sua carriera, in occasione dei 50 anni di canzoni, esce “La bussola e il cuore” di Amedeo Minghi, un triplo cofanetto per La Sanbiagio Produzioni / Sony Music.

Traguardo importantissimo per un cantautore come pochi, una pubblicazione di grande rilievo e qualità, composta da 3 CD di inedite registrazioni; nuove canzoni (10 tracce), successi rivisitati per la prima volta in studio e brani inediti appartenenti al suo percorso di fede (11 tracce); non mancano delle straordinarie rarità (20 tracce), vere “chicche” per collezionisti ed appassionati, in una sorta di “Digesto” che attraversa una delle più belle storie artistiche della musica italiana.

“In occasione dei miei cinquant'anni di carriera, avevo la necessità di far ascoltare ciò che sono oggi con nuove canzoni", dice Amedeo Minghi, "ma nello stesso tempo, senza toni celebrativi, riconsiderare la mia esperienza musicale. Nasce così ‘La bussola e il cuore’, in fondo qualsiasi direzione io prenda, è sempre "lui” - il cuore -  a guidarmi. Tre CD come tre satelliti che orbitano intorno a ciò che è il mio mondo musicale, fatto di tante occasioni e percorsi. Questo lavoro mette in luce una profondità espressiva che si rintraccia nei miei provini inediti, nell'inconsapevolezza di canzoni che hanno resistito al tempo, e il piacere di condividere nuovi brani che seguono esclusivamente le logiche del mio istinto”.

“La bussola e il cuore” è articolato in tre lavori ben distinti - “La bussola”, “Il cuore” e “Mappe” - ciascuno dei 3 dischi rappresenta un diverso aspetto del melodista per eccellenza e ha caratteristiche ben precise: tre “satelliti” (come si vedono sulla copertina del progetto) in cui orbitano dimensioni e profondità della scrittura musicale, tre luci distinte che illuminano il percorso, come il filo rosso che non abbiamo mai perso in cinquant’anni di vita artistica di Amedeo Minghi.

D: Minghi, cinquant’anni di musica. Si sarebbe mai aspettato questo traguardo?
R: «Francamente no, chi poteva mai immaginarselo. Quando si inizia a fare questo mestiere – intanto non si sa se davvero si farà il mestiere – riuscire ad andare avanti per così tanto tempo è qualcosa di inimmaginabile, quindi no, devo dire che non me lo aspettavo e ne sono davvero lieto».

D: Quali le iniziative in programma per festeggiare queste sue nozze d’oro con la musica?
R: «Beh, un disco triplo mi sembra già un ottima premessa per il mio rapporto con i fans, un disco che non è una raccolta di vecchi successi, ma bensì contiene quaranta brani di cui almeno trentacinque inediti, quindi possiamo dire che la festa è bella che iniziata in qualche modo. Poi ci saranno degli incontri con i fans a Roma, Napoli e Milano, ma non solo ci saranno anche altri appuntamenti. Il 5 dicembre sarò al teatro “Brancaccio” di Roma per presentare il disco al pubblico, con tutto il fans club riunito, e poi tante altre cose, come ad esempio il tour teatrale che parte a Gennaio. Insomma come puoi ben vedere di cose c’è ne sono tante, quindi motivi di festeggiare sicuramente non mancheranno».

D: Una delle parti interessanti di questo progetto è sicuramente il terzo cd – Mappe – contenuto nel triplo cd “La Bussola del cuore”, dove i fans avranno la possibilità di conoscere alcune parti inedite della storia musicale di Amedeo Minghi…
R:Si, troveranno delle rarità contenute nel terzo Cd – “Mappe” – e quindi dei provini che non sono facili trovare in giro, poi ci saranno i provini che si facevano dei brani, alcuni dei quali sono diventati dei veri e propri successi, in quanto ripresi successivamente e quindi riproposti. In alcuni casi i fans avranno la possibilità di ascoltare le primissime versioni originali di alcuni brani che già conoscono».

D: Quando ha capito che della musica ne avrebbe un mestiere e quindi la sua vita? 
R: «Questa non è una domanda che può farmi, con tutto quello che ho fatto in questi anni secondo lei che mestiere avrei potuto mai fare? In cinquant’anni ho pubblicato più di trenta album, composto svariate colonne sonore per film, fiction, per documentari, ho scritto brani per diversi miei colleghi, arriva oggi un disco triplo con più di quaranta canzoni, secondo lei che potevo fare mai nella vita? Comunque diciamo che l'ho sempre saputo che della musica ne avrei fatto la mia vita, che avrei fatto il musicista, una cosa che sapevo da sempre».

D: Ascoltando alcuni pezzi di questo lavoro – “In una notte”, “Pensando a te”, “Come è bello il mondo” -, non sfugge come l’amore ricopre sempre un ruolo importante nella sua musica… 
R: «Nella musica come in tutta la nostra vita, certamente. Da sempre nel mio cantar d’amore non c’è l’innamoramento e basta, il mio cantar d’amore è assolutamente universale e contempla la nostra vita la nostra esistenza, è un amore assolutamente globale quello che io racconto da sempre. L’amore è da sempre al centro della mia attenzione così come anche in questo lavoro, anche se ci sono altri brani che affrontano le tematiche riguardanti il sociale, sempre viste dalla mia ottica»

D: Infatti, ci sono soprattutto i giovani tra i testi di alcune sue canzoni e quindi questo mondo che sta cambiando…. 
R: «Intanto questo sconvolgimento totale dell’umanità, c’è un brano che si chiama “Gente sul confine”, una canzone che prende in esame questo grande sconvolgimento che c’è sul pianeta per quanto riguarda l’intera umanità, un brano che parla di immigrazione ed emarginazione e dove si parla di abbattere i pregiudizi. Tutto sta cambiando, viviamo in un mondo che sta cambiando pelle, quindi non potevo non scrivere un brano che tenesse conto di questo cambio epocale. Nel brano “E viene il giorno”, inoltre, prendo in esame un po’ la mia generazione, la generazione dei sessantottini, la generazione che avrebbe dovuto cambiare il mondo, ma che invece lascia ai ragazzi di oggi un mondo peggiore se vogliamo di quello che abbiamo trovato, e quindi in questa canzone faccio un po’ ammenda dicendo ai ragazzi di non darci ascolto poiché non siamo in grado di darvi nessun consiglio, dal momento che abbiamo trovato un mondo bruttissimo e ve ne lasciamo uno ancora peggiore. Ma non è solo questo, è un album talmente variegato che guarda a tante sfaccettature della vita».

D: Ma vi sarà un tema oltre all’amore e ai tanti affrontati che non ha ancora affrontato e che le piacerebbe cantare? 
R: «Temi che non ho trattato sono difficili trovarli, perche in realtà in questi cinquant’anni ho pubblicato una marea di dischi, ho fatto colonne sonore, ho fatto tanta di quella musica dove credo di aver trattato tanti temi e tematiche - almeno quelle che mi interessavano – adesso ho molto a cuore le tematiche che riguardano il futuro dei ragazzi, essendo io anche padre e nonno, quindi le tematiche sociali che riguardano il futuro dei giovani diciamo che sono quelle che mi interessano di più».

D: Il palco Ariston e il Festival di Sanremo hanno avuto un ruolo importante in questi cinquant’anni di musica, pensa in futuro di poterci ritornare? 
R:«Assolutamente no. Credo che il mio rapporto con il Festival di Sanremo può considerarsi chiuso. Credo di aver dato tanto a questa manifestazione forse più di quanto il Festival abbia dato a me».

D: Un artista con cui le piacerebbe collaborare? 
R: «Collaborare con un artista? Si, c’è un artista che da anni ed anni utilizzo per le anteprime dei miei concerti che sia chiama Andrea, un artista straordinario. Prima o poi glielo chiederò, mi piacerebbe scrivere un brano con lui o magari farmi arrangiare un mio pezzo da lui, sarebbe una mia soddisfazione personale».