PALERMO - Ancora un maxi-sequestro di beni in Sicilia. Sono oltre 400 le unità abitative per un valore complessivo superiore ai cento milioni di euro confiscate dalla Dia di Palermo all'imprenditore edile, con interessi nel settore turistico alberghiero. Il provvedimento è del Tribunale di Trapani su proposta del direttore della Dia Nunzio Antonio Ferla.
Secondo l'accusa, l'imprenditore, pur non risultando formalmente affiliato, sarebbe stato "contiguo" a Cosa Nostra, in particolare alla 'famiglia' Agate di Mazara del Vallo.
Nel patrimonio confiscato, oltre a società con sedi a San Marino e Londra, c'è anche un noto villaggio turistico di Campobello di Mazara, che avrebbe ospitato mafiosi latitanti.
L'imprenditore, attraverso meccanismi fraudolenti, avrebbe avuto accesso a cospicui finanziamenti pubblici nazionali e comunitari coinvolgendo nei propri progetti anche interessi della mafia di Castelvetrano. Avrebbe evaso il fisco per oltre 60 milioni di euro.
All'uomo sono stati imposti tre anni di sorveglianza speciale.
Secondo l'accusa, l'imprenditore, pur non risultando formalmente affiliato, sarebbe stato "contiguo" a Cosa Nostra, in particolare alla 'famiglia' Agate di Mazara del Vallo.
Nel patrimonio confiscato, oltre a società con sedi a San Marino e Londra, c'è anche un noto villaggio turistico di Campobello di Mazara, che avrebbe ospitato mafiosi latitanti.
L'imprenditore, attraverso meccanismi fraudolenti, avrebbe avuto accesso a cospicui finanziamenti pubblici nazionali e comunitari coinvolgendo nei propri progetti anche interessi della mafia di Castelvetrano. Avrebbe evaso il fisco per oltre 60 milioni di euro.
All'uomo sono stati imposti tre anni di sorveglianza speciale.