di VITTORIO POLITO - Secondo lo storico barese Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), il dialetto «rappresenta una specie di tessuto connettivo fra il passato e il presente, nel quale ogni epoca ed ogni evento ha lasciato segni indelebili».
Oggi il dialetto non è più sentito come la di lingua dei ceti bassi, simbolo di ignoranza e veicolo di svantaggio o esclusione sociale. Gli atteggiamenti nei suoi confronti, almeno in molte regioni, non sono più negativi, come avveniva qualche decennio fa. Sapere e usare un dialetto, oggi, è spesso valutato positivamente, rappresenta, accanto all’italiano, una risorsa comunicativa in più di cui servirsi quando occorre e specie in virtù del suo potenziale espressivo. Insomma il dialetto non è più un impedimento, ma un arricchimento. Infatti, Napoleon Katsos, ricercatore dell'Università di Cambridge, ha dichiarato sulla rivista statunitense “Quartz” che “i bimbi multilingui e quelli bi-dialettali hanno dimostrato un vantaggio su quelli monolingue in un punteggio composito di processi cognitivi, basato su test della memoria, attenzione e flessibilità”, per cui ben vengano le iniziative finalizzate alla diffusione ed alla protezione dei dialetti.
È lodevole quindi l’iniziativa massafrese che ha organizzato la “Festa del dialetto” che si terrà nel Teatro Comunale “N. Resta” di Massafra, il prossimo 28 ottobre, in onore dello studioso Orazio Santoro, scomparso lo scorso anno.
Franco Laterza, profondo cultore dei costumi meridionali e del dialetto che ne racchiude i tesori, ricorderà la forza della lingua dei nostri genitori. Rosario Iurlaro, direttore della rivista “Alba Pratalia” e amico di Santoro, illustrerà la figura di uomo e di studioso. Arricchirà la serata il coro “Le Dissonanze” diretto dal Maestro Daria Palmisano che eseguirà i canti della tradizione popolare contadina, vere chicche, frutto di laboriosa ricerca tra gli studi di Santoro e di Ladiana.
L’evento, patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Taranto e dalle Pro-Loco di Taranto e Massafra, è stata organizzata dal quindicinale “Sensificio” e dall’Associazione musicale “Le Dissonanze”, vedrà la partecipazione di 29 autori dialettali che presenteranno le proprie opere, in una serata ricca di emozioni legate a ricordi di un passato dal quale emergono le nostre radici.
Orazio Santoro (classe 1938), appassionato di musica lirica, docente di Lettere, Latino e Greco nei Licei di Taranto ed esperto di glottologia e storia locale è stato stimato per la sua profonda cultura, per la sua umiltà e per il suo amore per il sapere. Socio fondatore dell’Archeogruppo “Espedito Jacovelli”, socio ordinario della Storia Patria per la Puglia, dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano e della Società Storica di Terra d’Otranto. Il suo archivio è un “vero tesoro” che raccoglie le sue numerose indagini che vanno dall’epigrafia greca alla storia della Chiesa e del Risorgimento, dalla biobibliografia alle tradizioni popolari di Massafra e del suo territorio, all’edizione di testi poetici inediti. Tutti argomenti che Santoro ha trattato anche in decine di saggi pubblicati su riviste e volumi miscellanei. Negli ultimi tempi stava portando a termine il volume dal titolo “Massafra e la Grande Guerra: 1914-1918”. Per la sua infinita cultura gli erano stati conferiti il Premio Giovanni Catacchio 2013 da parte del Circolo filatelico “Rospo”, di cui era socio, e il Premio Palio d’Argento 2014 da parte dell’Associazione “Massafra Nostra”.
Oggi il dialetto non è più sentito come la di lingua dei ceti bassi, simbolo di ignoranza e veicolo di svantaggio o esclusione sociale. Gli atteggiamenti nei suoi confronti, almeno in molte regioni, non sono più negativi, come avveniva qualche decennio fa. Sapere e usare un dialetto, oggi, è spesso valutato positivamente, rappresenta, accanto all’italiano, una risorsa comunicativa in più di cui servirsi quando occorre e specie in virtù del suo potenziale espressivo. Insomma il dialetto non è più un impedimento, ma un arricchimento. Infatti, Napoleon Katsos, ricercatore dell'Università di Cambridge, ha dichiarato sulla rivista statunitense “Quartz” che “i bimbi multilingui e quelli bi-dialettali hanno dimostrato un vantaggio su quelli monolingue in un punteggio composito di processi cognitivi, basato su test della memoria, attenzione e flessibilità”, per cui ben vengano le iniziative finalizzate alla diffusione ed alla protezione dei dialetti.
È lodevole quindi l’iniziativa massafrese che ha organizzato la “Festa del dialetto” che si terrà nel Teatro Comunale “N. Resta” di Massafra, il prossimo 28 ottobre, in onore dello studioso Orazio Santoro, scomparso lo scorso anno.
Franco Laterza, profondo cultore dei costumi meridionali e del dialetto che ne racchiude i tesori, ricorderà la forza della lingua dei nostri genitori. Rosario Iurlaro, direttore della rivista “Alba Pratalia” e amico di Santoro, illustrerà la figura di uomo e di studioso. Arricchirà la serata il coro “Le Dissonanze” diretto dal Maestro Daria Palmisano che eseguirà i canti della tradizione popolare contadina, vere chicche, frutto di laboriosa ricerca tra gli studi di Santoro e di Ladiana.
L’evento, patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Taranto e dalle Pro-Loco di Taranto e Massafra, è stata organizzata dal quindicinale “Sensificio” e dall’Associazione musicale “Le Dissonanze”, vedrà la partecipazione di 29 autori dialettali che presenteranno le proprie opere, in una serata ricca di emozioni legate a ricordi di un passato dal quale emergono le nostre radici.
Orazio Santoro (classe 1938), appassionato di musica lirica, docente di Lettere, Latino e Greco nei Licei di Taranto ed esperto di glottologia e storia locale è stato stimato per la sua profonda cultura, per la sua umiltà e per il suo amore per il sapere. Socio fondatore dell’Archeogruppo “Espedito Jacovelli”, socio ordinario della Storia Patria per la Puglia, dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano e della Società Storica di Terra d’Otranto. Il suo archivio è un “vero tesoro” che raccoglie le sue numerose indagini che vanno dall’epigrafia greca alla storia della Chiesa e del Risorgimento, dalla biobibliografia alle tradizioni popolari di Massafra e del suo territorio, all’edizione di testi poetici inediti. Tutti argomenti che Santoro ha trattato anche in decine di saggi pubblicati su riviste e volumi miscellanei. Negli ultimi tempi stava portando a termine il volume dal titolo “Massafra e la Grande Guerra: 1914-1918”. Per la sua infinita cultura gli erano stati conferiti il Premio Giovanni Catacchio 2013 da parte del Circolo filatelico “Rospo”, di cui era socio, e il Premio Palio d’Argento 2014 da parte dell’Associazione “Massafra Nostra”.