Pensieri in libertà. Intorno alla natura e alle sue creature

di SANTA FIZZAROTTI SELVAGGI E DARIO CIANCI - A volte ipotizzo che noi tutti siamo ‘stelle viventi’, stelle di terra, risultato di una misteriosa continuità, di un processo alchemico che muta ciò che si definisce inorganico in ciò che  indichiamo come organico, in cui gli elementi si fanno carne e sangue sicché i nostri occhi possano guardare il Cielo e i nostri sensi possano godere dei colori del giorno e dell’oscurità della notte in un rispecchiamento infinito lungo le vie non sempre facili della conoscenza e dell’amore per la  conoscenza. Mi si perdoni la digressione ma forse si tratta dell’azione del “Dio bambino che scioglie le membra” (Platone), l’Energia vitale, le forze che tengono insieme come in un’unica bolla (gli scienziati mi perdoneranno) l’Universo, quell’Eros che aggrega differentemente le forme del mondo. Un Eros che riunisce gli elementi materici dell’inorganico in materia vivente in una trama di continuità a noi sconosciuta. Una materia vivente che si fa corpo e corporeità generata da elementi primordiali: l’acqua, l’aria, la terra e il fuoco come già osservarono Anassimene e Talete? Certo ci dicono gli scienziati oggi che nei primigeni mattoni della vita, adenina, citosina, guanina, timina, si celano le infinite combinazioni che attraverso un processo chimico si trasformano poi in memoria e oblio, in sentimenti quali l’odio e l’amore, che determinano e si contendono la storia dell’uomo.

E così che al di là della trasformazione della materia, della dissoluzione di quello strumento meraviglioso che è il nostro corpo, costruttore di idee attraverso l’elaborazione dei sensi e le emozioni capaci di plasmare il cervello, l’organo facitore della plasticità architetturale mentre, i pensieri migrano nell’Universo e come le stelle si ricompongono dando vita, attraverso i sensi dell’Altro, a nuovi pensieri e così senza fine. La mente plasma il mondo che la plasma a sua volta. Straordinario. Le stelle, fiori dell’universo, dipinte e scolpite dal grande unico vero Artista, il Creatore del mondo, divengono così stelle viventi. Da una sola natura tutte le nature così come da un solo numero nascono tutti i numeri. C’è una forza insita nei numeri, in ogni cosa, nella vita nell’universo che fa sì che nulla si esaurisca ma che tutto numericamente si moltiplichi. Da poche consonanti e vocali nascono tutte le parole, da poche note... tutti i suoni... tutte le lingue del mondo… Meraviglioso è che da una «sola natura umana» siano state generate anche culture differenti che evidentemente riflettono il volto cangiante dell’umanità.  Secondo i Maestri Zen ognuno di noi può ritornare in forma di altri esseri viventi, ma non lo sappiamo invero, forse è solo l’esplicitazione metaforica e consolatoria del desiderio di non morire. Secondo altre scuole esoteriche gli animali hanno un'anima gruppale guidata da entità diverse Ma noi nulla conosciamo davvero: sono tutte ipotesi, probabilmente meravigliose fantasie.

Su questa terra si giocano le carte, tutte le carte dell’esistere in quanto tale! E ognuno di noi esseri viventi lascia una traccia. Nel 2015 intorno alle ore 16.00 durante la calura estiva di metà giugno udii varie grida delle gazze che volavano a bassa quota tra gli alberi dei cedri: un piccolo era caduto dal nido e con le loro grida allontanavano i gatti dalla facile preda. Con molta delicatezza mi avvicinai al piccolo tremante tra le grandi foglie di aspidistra: il piccolo si fece prendere pur gridando e pensai, ma inutilmente, di restituirlo alla madre poggiandolo su un ramo. La madre non lo riprese più con sé: il piccolo nella caduta si era fatto male ad un’ala. Compresi il messaggio di Madre Natura. La madre lo aveva salvato dallo scempio dei felini ma non lo riconosceva più essendo ormai una creatura debole e dunque non funzionale allo sviluppo della specie.

E’ la logica della Natura. Per gli esseri umani dovrebbe essere diverso ma talora si assiste a una non accettazione della persona diversamente abile, per non sottolineare poi una sorta di egoismo che sta sempre emergendo con ampio diniego degli affetti e della gratitudine, del rispetto per l’Altro. Per ritornare al piccolo delle gazze che dimorano nel mio giardino sentii di riprenderlo con delicatezza, lo rinchiusi in una gabbia imboccandolo con piccole ciliegine senza noccioli nell’attesa che giungesse il veterinario per trasferirlo in un’oasi protetta dove poter essere adeguatamente curato. Il piccolo apriva il becco e si lasciava nutrire con sempre più tenerezza. E’ in vero, il cibo che lega gli esseri viventi gli uni agli altri. Il latte continua a legarci alla madre dopo la nascita come  necessario prolungamento del cordone ombelicale per non sentire tutto il dramma del lutto originario e ci dona gioia insieme anche all’invidia per il seno che ci nutre determinando in noi dinamiche comportamentali molto complesse  che possono però trasformarsi in amore e gratitudine per il dono ricevuto della vita e del nutrimento (Cfr. M. Klein) attraverso il quale passano anche i racconti e le tradizioni: chi di noi non ha assistito almeno una volta a tutte le storie che le madri raccontano mentre alimentano il loro bimbo?

Ed è tale coscienza tale che ci potrebbe indurre a considerare quanta passione e verità emergano da “Il Cantico delle Creature” di San Francesco anche quando si legge: “Laudato sii, o mio Signore, per nostra sora Morte corporale, dalla quale nessun uomo vivente può scampare”. Se l’essere umano, in un’epoca dominata dall’egoismo narcisistico e dalla assoluta deriva delle identità, ricordasse qual è il destino di ogni essere vivente forse imparerebbe ad amare, a rispettare “nostra Madre Terra la quale ci sostenta e governa e produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba”, a prendersi amorevolmente cura dell’ambiente non solo perché in noi ci sono gli Altri e negli Altri ci siamo noi ma  perché solo in questo modo avremmo una possibilità in più per  diventare Uomini trascendendo la stessa nostra natura.

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