Poesia dialettale, i vincitori al concorso UIL-ADA 2015-2016

di VITTORIO POLITO - Dimostrando un tatto e una sensibilità non comune, doti che non tutti i sindacalisti possiedono, Rocco Matarozzo dedica questa XI edizione dell’Antologia di Poesie in Vernacolo Pugliese alla memoria di Enzo Migliardi, indimenticato e indimenticabile amante di ‘baresità, lui che era nato in Calabria.

Il  Segretario Generale della UILP Puglia, fedele a quel principio che non si è mai mediocri agendo con una buona dose di buonsenso e non lasciando mai in ‘soffitta’ i sentimenti, ci regala  all’inizio della sua introduzione al volume pubblicato quest’anno – edizione 2015/2016 de “IL MIO CUORE, LA MIA TERRA, LA MIA VITA” – una ‘perla’ di una ragazza di nome Carlotta Orefice di Napoli, che riporto integralmente, affinché i tanti miei affezionati lettori comprendano che la vita merita di essere vissuta guardando sempre avanti.

«Era l’11 aprile del 1994. Carlotta è una bambina vispa e allegra, sempre col sorriso sulle labbra. A causa di una vaccinazione, è costretta a stare su una sedia a rotelle. È stato girato il mondo per aiutarla, per darle la possibilità di vivere una vita felice, la possibilità di correre e camminare come tutti gli altri bambini potevano fare, riuscendo così a salvarsi ma guardando comunque il mondo da seduta. Questa bambina sono io. La stessa bambina felice e sorridente di una volta, con la voglia di vivere che mi ha sempre caratterizzata e che mi ha permesso di essere oggi unica lottatrice di me stessa. Ho imparato che la vita ti dà tante prove dure da affrontare, tante delusioni da superare, ma ti dà anche la gioia di esserci così come sei, accettando quello che si è, con forza, determinazione e con il cuore pieno e la mente colma di attimi e ricordi meravigliosi. Con questa biografia, vorrei far capire alla mia famiglia che io sono felice così. Ho visto lacrime sprecate e ancora oggi sento che nel loro cuore nessuno ha accettato veramente ciò che la vita mi ha riservato, perché pensano tutti che essere come gli altri sia un motivo di felicità. Io sono una ragazza fortunata nonostante tutto, perché ho una famiglia che mi sta sempre vicino, dei nonni meravigliosi, e degli zii che mi vogliono bene, sono coccolata ed amata. Insomma, quella stella di nome Carlotta, oggi ha 21 anni e continua a brillare».

Dopo questa lettura le meschinità umane assumono una forma e un colore diverso - mi rivolgo anche a colui che anni fa scrisse che avevo ricevuto un attestato per la mia poesia inviata al concorso solo perché poi avrei scritto qualcosa sul “Giornale di Puglia” -  e ci ricorda che una ‘sciocchezza’ quasi sempre qualifica chi la dice, dopo averla non pensata, ma inventata.

Spero vivamente che in tutte le Scuole, in tutte le Università, in tutte le organizzazioni sindacali, in tutti i posti di lavoro pubblico o privato, qualcuno si adoperi perché vadano lette queste semplici e granitiche parole.

L’XI edizione 2015-2016 dell’Antologia “Il mio cuore, la mia terra, la mia vita” (Levante Editori), che raccoglie tutte le poesie presentate nei vari dialetti con relativa traduzione a fronte, si avvale della prefazione del dott. Romano Bellissima, segretario generale della UIL pensionati, che auspica da parte del Governo “un intervento globale, che pur con interventi mirati, affronti i problemi di tutte le persone oggi in difficoltà nel nostro Paese con un approccio sistemico. Non è certo riducendo i diritti e tagliando i servizi che potremo uscire dalla crisi”.

Quest’anno sono state presentate oltre 160 poesie di poeti di tutta la Puglia ed ha ottenuto il primo premio Carolina Abbaticchio con la poesia “A l’òmene du Sud” (All’uomo del Sud), il premio Sezione Bari è stato assegnato a Maria Zonno con la poesia “Le vive che parlane che le muerte” (I vivi che parlano con i morti), mentre numerosi altri premi sono stati assegnati ai poeti delle Sezioni Bari, Bat, Brindisi, Foggia Lecce e Taranto. Premi speciali sono stati assegnati a Maria Luisi Silvestri, Eleonora Castriota, Nunzio Loiudice e Pietro Tria.

Questo volume della Levante editori di Bari, che premia l’impegno di tanti poeti amatoriali, è diventato un punto fermo per tutti gli appassionati di ‘vernacolo pugliese’ che aspettano con ansia la pubblicazione per vedere il loro nome stampato su un libro e far notare in famiglia che loro, volendo, sono ancora in grado di rispondere ‘presente’ per ogni evenienza. Vorrei concludere riportando un periodo del dr. Rocco Matarozzo che servendosi di parole crude, aspre e dure, ci riporta alla mente un pensiero di un signore, Shakespeare, nato nel 1564 (qualche lustro fa!) che affermava: “Se il denaro va innanzi, tutte le porte sono aperte”. Scrive il Presidente A.D.A: “...Una lezione, in particolare, per chi non conosce i valori universali di ‘persona’ e promuove l’incultura dell’‘avere’ su quella dell’‘essere’. E purtroppo ne abbiamo molti che sono deputati (in tutti i sensi) a prendere decisioni per noi”. Mi sembrano concetti chiari. Forse qualcuno mi rimprovererà per la citazione anglofila, ma il sottoscritto non soffre di complessi amletici e tra l’essere e non essere si schiera sempre con chi considera un privilegio ‘esserci’.

In conclusione Matarozzo firma un ricordo di Enzo Migliardi, ideatore di questo concorso, recentemente scomparso, che pur nato a Reggio Calabria, è stato un barese di adozione, ma così barese che si è rivelato un apprezzato poeta del vernacolo di Bari. Ha scritto diversi volumi di poesie, molte ironiche, molte personalizzate, ma sempre belle e simpatiche. È stato premiato anche con medaglia d’argento dal Comune di Bari in occasione della presentazione del volume “Pan’e Pemedòre” (Levante editori).

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