BARI - La Cattedra di Urologia Universitaria 2 del Policlinico di Bari nel 2009 è stata fra i primi Centri in Italia a dotarsi di Greenlight, laser al triborato di litio. Recentemente questa Unità Operativa, diretta dal professor Pasquale Ditonno, ha aggiornato la metodica dotandosi di un apparecchio di ultima generazione, in grado di erogare energia a 180W e quindi di trattare anche prostate voluminose. Il laser a raggio verde è l’unico che consente di intervenire in tutta sicurezza su pazienti finora inoperabili e condannati al catetere a vita, come quelli con malattie cardiovascolari e i portatori di stent coronarici in terapia con farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti, non più costretti a sospenderli, come avviene con la chirurgia tradizionale. Con il laser al triborato di litio o laser verde, l'Unità urologica di Bari si pone tra i centri di eccellenza e di riferimento per il sud d’Italia, vantando una capacità operativa di assoluto rilievo proprio per la cura dell'ipertrofia prostatica benigna (IPB), problema sociosanitario destinato a crescere con l’invecchiamento della popolazione maschile.
“La metodica laser ”, spiega il dottor De Rienzo, urologo della chirurgia laser della prostata presso l’Unità Operativa Complessa di Urologia dell’Ospedale Policlinico di Bari, “apporta notevoli vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale per l'IPB, cioè la TURP e la chirurgia a cielo aperto. In estrema sintesi, i punti fondamentali sono due: ridotto sanguinamento intraoperatorio e postoperatorio dovuto al superiore potere emostatico del laser a luce verde, tale che il paziente può essere operato senza sospendere anticoagulanti e antiaggreganti; rapido recupero con dimissione nelle 24-48 ore successive all’intervento. Questi dati sono comprovati nell’esperienza internazionale che ci vede attivi protagonisti, e nell'esperienza da noi maturata in sala operatoria da quando abbiamo iniziato ad usare il laser. Grazie alla collaborazione fra industria e medici, e all’innovazione tecnologica oggi Greenlight è in grado di erogare energie a 180W, che ci consente di trattare qualunque prostata anche quelle più voluminose che prima venivano operate solo con la chirurgia a cielo aperta invasiva e non priva di complicanze”.
LA PATOLOGIA MASCHILE PIU' FREQUENTE - “L’ipertrofia prostatica benigna o ingrossamento della prostata”, spiega il professor Pasquale Ditonno, primario dell’Urologia 2 al policlinico di Bari “è la malattia urologica maschile più diffusa. Colpisce l’80% degli italiani dopo i 50 anni. E’ un problema sociosanitario, con oltre 40mila interventi chirurgici all'anno, 14.854 ricoveri, una spesa farmacologica di circa 328 milioni di euro e 74.834 giornate di assenza dal lavoro. L’IPB incide pesantemente sulla qualità di vita, con disturbi che comprendono difficoltà a urinare, necessità di urinare in più tempi, sensazione di incompleto svuotamento della vescica. Probabilmente per i pazienti i sintomi più difficili da gestire nel quotidiano sono l’urgenza – cioè lo stimolo non è più progressivo ma improvviso e non è rinviabile – e la pollachiuria, cioè dover andare spesso in bagno anche di notte. Il primo approccio è sicuramente la terapia farmacologica, ma se questa non basta bisogna pensare all’intervento”.
UN LASER AL POSTO DEL BISTURI E L’IPERTROFIA EVAPORA - “In questi anni abbiamo capito molto sulle potenzialità del laser in chirurgia urologica”, dice il dottor de Rienzo. “Possiamo pensare la prostata come un guscio, la zona periferica, e un cuore, l’adenoma. Questo nel corso della vita aumenta progressivamente di volume provocando l’ipertrofia. L’intervento consiste nell’asportare l’adenoma prostatico, lasciando la zona periferica, una specie di guscio vuoto. Vi sono due metodi di intervento laser: la vaporizzazione e l’enucleazione. Con il Greenlight eseguiamo tradizionalmente un intervento di vaporizzazione endoscopica, cioè senza incisioni. Attraverso l’uretra il laser vaporizza l’adenoma prostatico, cioè trasforma il tessuto in vapore. L’elevata affinità del laser verde per una molecola presente nei globuli rossi fa in modo che il laser abbia una capacità emostatica superiore, evitando sanguinamenti. L’obiettivo è rimuovere completamente l’adenoma. La vaporizzazione funziona con prostate che non superino i 60-80ml di volume. Per prostate più voluminose è possibile eseguire l’enucleazione, cioè scollare con il laser l’adenoma che viene poi sospinto in vescica dove viene frammentato e aspirato. In entrambi i casi Greenlight è un valore aggiunto di sicurezza”.
L’UNICO LASER CHE OPERA ANCHE CON ANTICOAGULANTI E PACEMAKER - Precisa il professor Ditonno: “Il vantaggio del Greenlight rispetto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto è palese, ma vorremmo citare le principali differenze rispetto alla TURP, cioè la resezione endoscopica della prostata. La TURP può causare emorragie e richiedere trasfusioni. Greenlight, grazie all'istantanea coagulazione dei vasi, ci consente di operare in assoluta sicurezza anche pazienti ad alto rischio operatorio come quelli con malattie cardiovascolari, della coagulazione e i portatori di stent coronarici (in Italia ne vengono impiantati 142mila l’anno ) i quali non sono più costretti a sospendere, nemmeno per un solo giorno, la terapia anticoagulante e/o antiaggregante. Il laser verde è pure indicato nei pazienti con pacemaker, perché evita il ricorso all’elettrobisturi, generatore di quelle onde elettriche che possono interferire con la stimolazione dei pacemaker cardiaci. Il ricorso a Greenlight è di importanza determinante in considerazione dell’aumento della popolazione affetta da ipertrofia prostatica e da disturbi cardiologici in terapia anticoagulante e/o antiaggregante. In oltre otto anni di esperienza con il Greenlight non abbiamo mai dovuto ricorrere a trasfusioni”.
LA CURA DELLA PROSTATA PRESSO UROLOGIA UNIVERSITARIA 2 - Precisa il professor Ditonno: “Oggi si sta affermando il concetto di “medicina di precisione”, cioè di un trattamento fortemente personalizzato sulle caratteristiche del paziente e sulle peculiarità della sua malattia. È una filosofia nata in ambito oncologico, ma che vede me e i colleghi di questa équipe concordi sul fatto che debba diventare il nuovo modo di concepire l'atto medico. Greenlight permette di personalizzare il trattamento dell’IPB. Per fare due esempi, il cinquantenne sessualmente attivo deve essere trattato con il massimo rispetto delle strutture che consentono l’erezione e una soddisfacente vita sessuale, ma deve anche recuperare rapidamente per tornare al lavoro e allo stesso tempo il trattamento deve evitare che il problema si ripresenti. Mentre l’obiettivo per un ottantenne deve essere il sollievo dai sintomi, prediligendo la sicurezza. Greenlight quindi è lo strumento strategico nella nostra Unità operativa, dove comunque coesistono altri tipi di laser e dove diamo ampio spazio alle metodiche mininvasive quali la laparoscopia e la robotica”.
La nuova tecnica laser è disponibile in Italia a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale, presso 50 centri ospedalieri con una casistica di oltre 3.000 interventi.
“La metodica laser ”, spiega il dottor De Rienzo, urologo della chirurgia laser della prostata presso l’Unità Operativa Complessa di Urologia dell’Ospedale Policlinico di Bari, “apporta notevoli vantaggi rispetto alla chirurgia tradizionale per l'IPB, cioè la TURP e la chirurgia a cielo aperto. In estrema sintesi, i punti fondamentali sono due: ridotto sanguinamento intraoperatorio e postoperatorio dovuto al superiore potere emostatico del laser a luce verde, tale che il paziente può essere operato senza sospendere anticoagulanti e antiaggreganti; rapido recupero con dimissione nelle 24-48 ore successive all’intervento. Questi dati sono comprovati nell’esperienza internazionale che ci vede attivi protagonisti, e nell'esperienza da noi maturata in sala operatoria da quando abbiamo iniziato ad usare il laser. Grazie alla collaborazione fra industria e medici, e all’innovazione tecnologica oggi Greenlight è in grado di erogare energie a 180W, che ci consente di trattare qualunque prostata anche quelle più voluminose che prima venivano operate solo con la chirurgia a cielo aperta invasiva e non priva di complicanze”.
LA PATOLOGIA MASCHILE PIU' FREQUENTE - “L’ipertrofia prostatica benigna o ingrossamento della prostata”, spiega il professor Pasquale Ditonno, primario dell’Urologia 2 al policlinico di Bari “è la malattia urologica maschile più diffusa. Colpisce l’80% degli italiani dopo i 50 anni. E’ un problema sociosanitario, con oltre 40mila interventi chirurgici all'anno, 14.854 ricoveri, una spesa farmacologica di circa 328 milioni di euro e 74.834 giornate di assenza dal lavoro. L’IPB incide pesantemente sulla qualità di vita, con disturbi che comprendono difficoltà a urinare, necessità di urinare in più tempi, sensazione di incompleto svuotamento della vescica. Probabilmente per i pazienti i sintomi più difficili da gestire nel quotidiano sono l’urgenza – cioè lo stimolo non è più progressivo ma improvviso e non è rinviabile – e la pollachiuria, cioè dover andare spesso in bagno anche di notte. Il primo approccio è sicuramente la terapia farmacologica, ma se questa non basta bisogna pensare all’intervento”.
UN LASER AL POSTO DEL BISTURI E L’IPERTROFIA EVAPORA - “In questi anni abbiamo capito molto sulle potenzialità del laser in chirurgia urologica”, dice il dottor de Rienzo. “Possiamo pensare la prostata come un guscio, la zona periferica, e un cuore, l’adenoma. Questo nel corso della vita aumenta progressivamente di volume provocando l’ipertrofia. L’intervento consiste nell’asportare l’adenoma prostatico, lasciando la zona periferica, una specie di guscio vuoto. Vi sono due metodi di intervento laser: la vaporizzazione e l’enucleazione. Con il Greenlight eseguiamo tradizionalmente un intervento di vaporizzazione endoscopica, cioè senza incisioni. Attraverso l’uretra il laser vaporizza l’adenoma prostatico, cioè trasforma il tessuto in vapore. L’elevata affinità del laser verde per una molecola presente nei globuli rossi fa in modo che il laser abbia una capacità emostatica superiore, evitando sanguinamenti. L’obiettivo è rimuovere completamente l’adenoma. La vaporizzazione funziona con prostate che non superino i 60-80ml di volume. Per prostate più voluminose è possibile eseguire l’enucleazione, cioè scollare con il laser l’adenoma che viene poi sospinto in vescica dove viene frammentato e aspirato. In entrambi i casi Greenlight è un valore aggiunto di sicurezza”.
L’UNICO LASER CHE OPERA ANCHE CON ANTICOAGULANTI E PACEMAKER - Precisa il professor Ditonno: “Il vantaggio del Greenlight rispetto alla chirurgia tradizionale a cielo aperto è palese, ma vorremmo citare le principali differenze rispetto alla TURP, cioè la resezione endoscopica della prostata. La TURP può causare emorragie e richiedere trasfusioni. Greenlight, grazie all'istantanea coagulazione dei vasi, ci consente di operare in assoluta sicurezza anche pazienti ad alto rischio operatorio come quelli con malattie cardiovascolari, della coagulazione e i portatori di stent coronarici (in Italia ne vengono impiantati 142mila l’anno ) i quali non sono più costretti a sospendere, nemmeno per un solo giorno, la terapia anticoagulante e/o antiaggregante. Il laser verde è pure indicato nei pazienti con pacemaker, perché evita il ricorso all’elettrobisturi, generatore di quelle onde elettriche che possono interferire con la stimolazione dei pacemaker cardiaci. Il ricorso a Greenlight è di importanza determinante in considerazione dell’aumento della popolazione affetta da ipertrofia prostatica e da disturbi cardiologici in terapia anticoagulante e/o antiaggregante. In oltre otto anni di esperienza con il Greenlight non abbiamo mai dovuto ricorrere a trasfusioni”.
LA CURA DELLA PROSTATA PRESSO UROLOGIA UNIVERSITARIA 2 - Precisa il professor Ditonno: “Oggi si sta affermando il concetto di “medicina di precisione”, cioè di un trattamento fortemente personalizzato sulle caratteristiche del paziente e sulle peculiarità della sua malattia. È una filosofia nata in ambito oncologico, ma che vede me e i colleghi di questa équipe concordi sul fatto che debba diventare il nuovo modo di concepire l'atto medico. Greenlight permette di personalizzare il trattamento dell’IPB. Per fare due esempi, il cinquantenne sessualmente attivo deve essere trattato con il massimo rispetto delle strutture che consentono l’erezione e una soddisfacente vita sessuale, ma deve anche recuperare rapidamente per tornare al lavoro e allo stesso tempo il trattamento deve evitare che il problema si ripresenti. Mentre l’obiettivo per un ottantenne deve essere il sollievo dai sintomi, prediligendo la sicurezza. Greenlight quindi è lo strumento strategico nella nostra Unità operativa, dove comunque coesistono altri tipi di laser e dove diamo ampio spazio alle metodiche mininvasive quali la laparoscopia e la robotica”.
La nuova tecnica laser è disponibile in Italia a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale, presso 50 centri ospedalieri con una casistica di oltre 3.000 interventi.