ROMA - "Io ho accettato di fare un passo indietro sull'Italicum, che non è un rischio per la democrazia per me. Ma se vogliamo cambiarlo, noi come Pd prenderemo un'iniziativa per togliere ogni dubbio sulla legge elettorale". Così il premier Matteo Renzi nel corso del confronto con Gustavo Zagrebelsky a 'Sì o No', su La7.
"Lei dice che la riforma costituzionale non tocca in nessun punto i poteri del presidente del Consiglio. Ma molti di noi sono preoccupati per rischi di derive autoritarie o di concentrazione al vertice delle istituzioni che ci fanno dire che rischiamo di passare da una democrazia a una oligarchia". Lo dice il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky a "Sì o No", rispondendo a una domanda del premier Matteo Renzi. "Lei ha firmato un appello in cui parla di rischi padronali. Mi dice quale articolo introduce questi elementi padronali del premier?". "Siamo costituzionalisti, anche lei che vuol cambiare la costituzione, chi più di lei...", risponde Zagrebelsky.
"Allora siamo tutti costituzionalisti, anche i cittadini", lo interrompe Renzi. E il costituzionalista riprende: "La resa delle istituzioni non dipende solo dai testi ma dalla quantità di elementi dentro i quali le istituzioni sono calate. Faccio un esempio forte: la Costituzione di Bocassa, dittatore della Repubblica centroafricana, è molto simile a quella degli Stati Uniti. La resa del funzionamento dipende dal contesto: il contesto di questa riforma è legato alla legge elettorale, non possiamo far finta che siano cose diverse. Il Porcellum è ancora la legge che abbiamo operante, perché il Parlamento è frutto di quella elezione. Il Porcellum vive e lotta insieme a noi. E ora è stato sostituito dall'Italicum che ha caratteristiche simili. E' fatto apposta per arrivare a un risultato in cui la sera del voto si sa chi ha vinto e costui per cinque anni governerà . A me questa non sembra una democrazia ma una riproposizione della vecchia e gloriosa affermazione di Rousseau che diceva: 'Gli inglesi credono di essere liberi ma lo sono una volta solo quando mettono la scheda nell'urna e per il resto sono servi di chi governerà '".
"Lei dice che la riforma costituzionale non tocca in nessun punto i poteri del presidente del Consiglio. Ma molti di noi sono preoccupati per rischi di derive autoritarie o di concentrazione al vertice delle istituzioni che ci fanno dire che rischiamo di passare da una democrazia a una oligarchia". Lo dice il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky a "Sì o No", rispondendo a una domanda del premier Matteo Renzi. "Lei ha firmato un appello in cui parla di rischi padronali. Mi dice quale articolo introduce questi elementi padronali del premier?". "Siamo costituzionalisti, anche lei che vuol cambiare la costituzione, chi più di lei...", risponde Zagrebelsky.
"Allora siamo tutti costituzionalisti, anche i cittadini", lo interrompe Renzi. E il costituzionalista riprende: "La resa delle istituzioni non dipende solo dai testi ma dalla quantità di elementi dentro i quali le istituzioni sono calate. Faccio un esempio forte: la Costituzione di Bocassa, dittatore della Repubblica centroafricana, è molto simile a quella degli Stati Uniti. La resa del funzionamento dipende dal contesto: il contesto di questa riforma è legato alla legge elettorale, non possiamo far finta che siano cose diverse. Il Porcellum è ancora la legge che abbiamo operante, perché il Parlamento è frutto di quella elezione. Il Porcellum vive e lotta insieme a noi. E ora è stato sostituito dall'Italicum che ha caratteristiche simili. E' fatto apposta per arrivare a un risultato in cui la sera del voto si sa chi ha vinto e costui per cinque anni governerà . A me questa non sembra una democrazia ma una riproposizione della vecchia e gloriosa affermazione di Rousseau che diceva: 'Gli inglesi credono di essere liberi ma lo sono una volta solo quando mettono la scheda nell'urna e per il resto sono servi di chi governerà '".