TARANTO - A Taranto è in atto un disastro ambientale ancora più profondo di quello fino a ora conosciuto. E' un disastro che richiede un intervento urgente, previsto e imposto dalla legge a tutela dell'ambiente e della salute, prima che i veleni penetrino ancora più in profondità, scivolando fino al Mar Piccolo in forma devastante e irreversibile. Lo rende noto Peacelink.
PeaceLink - si apprende nella nota - ha presentato oggi in conferenza stampa i dati sulla contaminazione del terreno, della falda superficiale e della acque della falda profonda.
Parliamo della contaminazione riscontrata sotto i parchi minerali ILVA. Si tratta di aree che per anni - in assenza di una copertura - sono state bagnate senza considerare le conseguenze sulla falda, senza che ci fosse una impermeabilizzazione del suolo e senza un sistema di raccolta delle acque piovane.
Il fatto - spiega la nota - che nell'area del parco minerali ILVA siano stati superati i limiti di legge per la contaminazione della falda profonda è un fatto gravissimo che richiede una messa in sicurezza d'emergenza non più rinviabile e a cui l'ILVA a gestione statale non può sottrarsi, anche perché a chiederglielo è lo stesso Ministero dell'Ambiente che in Conferenza dei Servizi ha diffidato l'ILVA a non sottrarsi alla messa in sicurezza d'emergenza per evitare il protrasi della contaminazione. Il Ministero dell'Ambiente ha infatti dichiarato: "Si tratta di un vero e proprio obbligo di garanzia in virtù del quale non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo con tutte le conseguenze di legge”.
Praticamente lo Stato - conclude la nota Peacelink - intima ad un'azienda gestita dallo Stato stesso di non sottrarsi agli obblighi di messa in sicurezza d'emergenza e di non mettere in atto le stesse condotte e le stesse resistenze dei Riva.
PeaceLink - si apprende nella nota - ha presentato oggi in conferenza stampa i dati sulla contaminazione del terreno, della falda superficiale e della acque della falda profonda.
Parliamo della contaminazione riscontrata sotto i parchi minerali ILVA. Si tratta di aree che per anni - in assenza di una copertura - sono state bagnate senza considerare le conseguenze sulla falda, senza che ci fosse una impermeabilizzazione del suolo e senza un sistema di raccolta delle acque piovane.
Il fatto - spiega la nota - che nell'area del parco minerali ILVA siano stati superati i limiti di legge per la contaminazione della falda profonda è un fatto gravissimo che richiede una messa in sicurezza d'emergenza non più rinviabile e a cui l'ILVA a gestione statale non può sottrarsi, anche perché a chiederglielo è lo stesso Ministero dell'Ambiente che in Conferenza dei Servizi ha diffidato l'ILVA a non sottrarsi alla messa in sicurezza d'emergenza per evitare il protrasi della contaminazione. Il Ministero dell'Ambiente ha infatti dichiarato: "Si tratta di un vero e proprio obbligo di garanzia in virtù del quale non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo con tutte le conseguenze di legge”.
Praticamente lo Stato - conclude la nota Peacelink - intima ad un'azienda gestita dallo Stato stesso di non sottrarsi agli obblighi di messa in sicurezza d'emergenza e di non mettere in atto le stesse condotte e le stesse resistenze dei Riva.