BARI - “In molte aree agricole della Puglia e in particolare dell’entroterra barese, ci sono delle interessanti realtà produttive costituite dalla coltivazione di uva delle varietà a bacca bianca con semi Pizzutello e Regina. Queste attività rappresentano per molte nostre comunità ancora la maggiore risorsa occupazionale ed economica. La commercializzazione dell'uva in parte è eseguita direttamente dai produttori che contattano i mercati e inviano con un solo mezzo in diverse città del nord il quantitativo necessario per la vendita giornaliera. Si tratta di una varietà che meriterebbe, per valore economico e pregi organolettici, una tutela pari a quella di un bene prezioso”, è quanto spiega il consigliere regionale Ap e componente della IV Commissione agricoltura, Gianni Stea che annuncia, in una nota, di volere interessare l’assessorato all’Agricoltura pugliese affinché, negli ambiti di competenza, si possano avviare le pratiche per ottenere “per l’uva Pizzutello, il marchio di Indicazione geografica protetta (Igp)”.
“Il settore dell’agroalimentare, a prescindere dalle dimensioni dell’aziende, - sottolinea Stea - dovrebbe essere la naturale locomotiva dell’economia di molte regioni italiani e in particolare del nostro Mezzogiorno, dove poteva contare su un radicamento fortissimo sul territorio. Gli agricoltori della Puglia pretendono con la forza dell’unione di fare valere i propri diritti e di essere messi nelle condizioni di poter svolgere le proprie attività, di difendere le proprie campagne e le proprie aziende. Soprattutto chiedono di potere combattere ad armi pari in mercati sempre più globali, facendo valere le ragioni di prodotti che per qualità e proprietà non hanno uguali nel mondo. E anche il marchio Igp, per un uva molto apprezzata, diventa a questo punto un passaggio fondamentale per la valorizzazione del made in Puglia ”.
“Il settore dell’agroalimentare, a prescindere dalle dimensioni dell’aziende, - sottolinea Stea - dovrebbe essere la naturale locomotiva dell’economia di molte regioni italiani e in particolare del nostro Mezzogiorno, dove poteva contare su un radicamento fortissimo sul territorio. Gli agricoltori della Puglia pretendono con la forza dell’unione di fare valere i propri diritti e di essere messi nelle condizioni di poter svolgere le proprie attività, di difendere le proprie campagne e le proprie aziende. Soprattutto chiedono di potere combattere ad armi pari in mercati sempre più globali, facendo valere le ragioni di prodotti che per qualità e proprietà non hanno uguali nel mondo. E anche il marchio Igp, per un uva molto apprezzata, diventa a questo punto un passaggio fondamentale per la valorizzazione del made in Puglia ”.