di FRANCESCO GRECO - GALATINA (Le). Era l'uomo delle petizioni. Ne aveva sempre una da lanciare e rilanciare, da firmare, diffondere. La casella di posta elettronica di tanti di noi pugliesi ne è ancora colma.
Un gelso secolare da salvare, i pini di Nociglia, una via da deviare, gli inquinatori da scoraggiare. Ultimamente si era dedicato alla lebbra della xylella che nessuno riesce, o vuole, fermare.
Antonio (Tonino) Baldari da Galatina se n'é andato sotto i Morti per una di quelle malattie che si usa definire “inguaribili”. Sapevamo che si era ammalato, che da mesi si stava curando, che entrava e usciva dall'ospedale di Lecce. Tanti andavano a incoraggiarlo, c'era sempre la fila davanti alla sua camera. Anche se non ne aveva bisogno: era lui a incoraggiare gli altri.
Non ce l'ha fatta, purtroppo per lui, e per noi. Noi salentini. Tonino incarnava l'anima più antica e nobile di questa terra: idealista e generoso. Era fiero come un guerriero messapico. La lotta era la sua seconda pelle. Aveva fatto il '68.
Quando ai convegni prendeva la parola, tutti si zittivano. Aveva il tic di rimettersi a posto gli occhiali nelle pause del discorso.
Ci mancherà un sacco. Anche se forse dov'è andato a stare già si starà impegnando nell'ennesima petizione. Pure da quelle parti magari ci sono abusi, scandali, brutture da combattere, qualche virtù da difendere.
Ciao Tonino, caro agli déi, te ne sei andato troppo presto, ma la tua parte l'hai fatta e vivrai per sempre, immortale, nella memoria del Salento.
Un gelso secolare da salvare, i pini di Nociglia, una via da deviare, gli inquinatori da scoraggiare. Ultimamente si era dedicato alla lebbra della xylella che nessuno riesce, o vuole, fermare.
Antonio (Tonino) Baldari da Galatina se n'é andato sotto i Morti per una di quelle malattie che si usa definire “inguaribili”. Sapevamo che si era ammalato, che da mesi si stava curando, che entrava e usciva dall'ospedale di Lecce. Tanti andavano a incoraggiarlo, c'era sempre la fila davanti alla sua camera. Anche se non ne aveva bisogno: era lui a incoraggiare gli altri.
Non ce l'ha fatta, purtroppo per lui, e per noi. Noi salentini. Tonino incarnava l'anima più antica e nobile di questa terra: idealista e generoso. Era fiero come un guerriero messapico. La lotta era la sua seconda pelle. Aveva fatto il '68.
Quando ai convegni prendeva la parola, tutti si zittivano. Aveva il tic di rimettersi a posto gli occhiali nelle pause del discorso.
Ci mancherà un sacco. Anche se forse dov'è andato a stare già si starà impegnando nell'ennesima petizione. Pure da quelle parti magari ci sono abusi, scandali, brutture da combattere, qualche virtù da difendere.
Ciao Tonino, caro agli déi, te ne sei andato troppo presto, ma la tua parte l'hai fatta e vivrai per sempre, immortale, nella memoria del Salento.