Consorzi di bonifica commissariati, relazione Consiglio su criticità gestionali

BARI - Con il voto contrario dei consiglieri Francesca Franzoso (FI) e Fabiano Amati (PD), la Commissione di indagine sulla gestione dei Consorzi di bonifica, presieduta da Gianni Stea, ha approvato la relazione sulle “criticità gestionali dei Consorzi di bonifica commissariati”.

Il presidente nel ringraziare la Commissione per il lavoro svolto, con particolare riferimento al consigliere Paolo Pellegrino (La Puglia con Emiliano), estensore della relazione finale all’attenzione della Commissione, ha sottolineato  come “il lavoro svolto sia stato il massimo degli sforzi possibili perché è mancato il supporto tecnico che avrebbe fornito maggiori strumenti di valutazione nel merito”.

“Bisogna dare atto al presidente Emiliano – ha detto Stea – che ha avuto il coraggio di mettere mano alla annosa vicenda dei Consorzi ed in tal senso il lavoro svolto dalla Commissione, frutto anche di grande concertazione, può essere considerato un utile supporto”.

Il consigliere Pellegrino ha presentato la parte di integrazione alla relazione originaria che era carente della valutazione di atti assessorili “richiesti dal primo momento ma non pervenuti”. “

Dagli atti acquisiti successivamente alla prima stesura della relazione – ha spiegato Pellegrino – risulta che è stata la Regione, effettuata l’analisi delle varie inadempienze poste in essere dai Consorzi, limitandosi (probabilmente per lo stato commissariale in cui gli stessi enti erano sottoposti), a formulare mere raccomandazioni, prendendo solo atto della ricezione dei bilanci stessi e non sanzionando ulteriormente gli organi di gestione e di controllo interno”.

Per il consigliere Marco Galante sarebbe necessario l’intervento della Corte dei Conti per i “dovuti adempimenti”.

Il consigliere Francesco Ventola ha sottolineato che “il lavoro svolto è quello che siamo riusciti a fare senza gli strumenti necessari richiesti. Questo lavoro è comunque un contributo utile da consegnare al Consiglio, perché possano essere evitati gli errori del passato”.

Francesca Franzoso ha detto che già dal 27 giugno scorso aveva sottolineato la necessità di sciogliere la Commissione di indagine perché non era stata messe nelle condizioni di poter svolgere il lavoro in modo esaustivo. “Non abbiamo le competenze per poter avere un quadro effettivo dello stato dell’arte, sarebbe stata indispensabile una consulenza tecnica”.

Anche per il consigliere Amati il lavoro svolto è del tutto insoddisfacente.

“Una relazione che non aggiunge nulla al ‘ben altro’ nascosto tra le pieghe contabili dello scempio dei Consorzi di bonifica. È scritto tutto ciò che conoscevamo ampiamente. Quasi nulla di più e su alcuni problemi addirittura meno di quanto negli ultimi anni si poteva tranquillamente leggere sui giornali. E alla fine mi convinco sempre più che la vera indagine è la più radicale riforma” – ha detto.

“L’esito minimalista ottenuto – ha continuato Amati - è conseguenza del mancato supporto di un’adeguata struttura tecnica a sostegno della Commissione, in grado di aiutarci nel snodare il complesso perimetro d’indagine che all’unanimità ci eravamo dati in apertura dei lavori”.

“Il risultato di ciò, tuttavia, reca l’omessa risposta su capitoli importanti d’indagine, relativi alla conoscenza della dinamica disaggregata e nel tempo delle singole voci di debito, alla ricognizione dettagliata del personale, della sua contrattualizzazione e delle progressioni di carriera, nonché alla ricognizione del numero di consulenti esterni e progettisti, alla ricognizione delle singole attività in equilibrio o disequilibrio economico, alla consistenza patrimoniale e ad altre importanti voci idonee a comprendere al meglio i motivi che ci hanno fatto raggiungere l’attuale e pesantissimo stato delle cose” – ha concluso l’esponente del Partito democratico.

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