Referendum, Renzi contro governo tecnico, non fa interesse Italia
ROMA (Reuters) - Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha risposto oggi alle critiche del settimanale britannico The Economist sul referendum costituzionale dicendo che se dovesse vincere il no un eventuale governo tecnico non farebbe l'interesse dell'Italia.
"L'Economist dice che è meglio che vinca il no perché arriva un governo tecnico, anzi tecnocratico? L'ultimo governo tecnocratico è stato quello di Mario Monti che ha alzato le tasse", ha detto Renzi durante un'intervista in streaming sul sito web del quotidiano La Stampa.
"Il governo tecnico che arriva e dice che si tirano su le tasse... a mio giudizio non fa l'interesse dell'Italia, ma di altre e alte burocrazie europee", ha detto ancora il premier.
Già nelle settimane scorse Renzi ha respinto l'idea di un governo tecnico in caso di vittoria del no, e ha detto che resterà a Palazzo Chigi fino a che potrà "cambiare le cose", non per "galleggiare".
Nei giorni scorsi almeno tre suoi ministri hanno comunque detto che il premier deve restare comunque in carica, escludendo governi tecnici.
Ieri il settimanale - di cui è principale azionista Exor, la holding della famiglia Agnelli - ha scritto che sarebbe preferibile una vittoria del no, perché l'Italia ha bisogno di riforme strutturali, non di dare più poteri al governo, per effetto della modifica costituzionale.
Secondo l'Economist, "le dimissioni di Renzi non sarebbero la catastrofe che molti in Europa temono. L'Italia potrebbe mettere insieme un governo tecnocratico provvisorio, come ha fatto molte volte in passato".
"Se, comunque, un referendum perso dovesse davvero innescare il collasso dell'euro, allora sarebbe il segnale che la moneta unica era così debole che sua distruzione sarebbe stata solo questione di tempo", conclude il periodico.
"L'Economist dice che è meglio che vinca il no perché arriva un governo tecnico, anzi tecnocratico? L'ultimo governo tecnocratico è stato quello di Mario Monti che ha alzato le tasse", ha detto Renzi durante un'intervista in streaming sul sito web del quotidiano La Stampa.
"Il governo tecnico che arriva e dice che si tirano su le tasse... a mio giudizio non fa l'interesse dell'Italia, ma di altre e alte burocrazie europee", ha detto ancora il premier.
Già nelle settimane scorse Renzi ha respinto l'idea di un governo tecnico in caso di vittoria del no, e ha detto che resterà a Palazzo Chigi fino a che potrà "cambiare le cose", non per "galleggiare".
Nei giorni scorsi almeno tre suoi ministri hanno comunque detto che il premier deve restare comunque in carica, escludendo governi tecnici.
Ieri il settimanale - di cui è principale azionista Exor, la holding della famiglia Agnelli - ha scritto che sarebbe preferibile una vittoria del no, perché l'Italia ha bisogno di riforme strutturali, non di dare più poteri al governo, per effetto della modifica costituzionale.
Secondo l'Economist, "le dimissioni di Renzi non sarebbero la catastrofe che molti in Europa temono. L'Italia potrebbe mettere insieme un governo tecnocratico provvisorio, come ha fatto molte volte in passato".
"Se, comunque, un referendum perso dovesse davvero innescare il collasso dell'euro, allora sarebbe il segnale che la moneta unica era così debole che sua distruzione sarebbe stata solo questione di tempo", conclude il periodico.