FOGGIA - "Appena arrivera' il primo migrante mi dimettero' dall'incarico di sindaco. Lo fara' per rispetto della volonta' del mio paese". Cosi' il sindaco di Motta Montecorvino (Foggia), Domenico Iavaniglio, ribadisce la volonta' popolare dei cittadini che non vogliono i 40 migranti nel loro paese cosi come disposto dalla Prefettura di Foggia. Il sindaco Iavaniglio chiarisce che non si tratta di razzismo. "Noi - aggiunge - non abbiamo le strutture e i mezzi per assistere queste persone. Saremo costretti a mettere i migranti in un albergo e a farli oziare da mattina a sera. Inoltre la legge prevede che per i primi sei mesi loro non possono essere impiegati, quindi non potranno far altro che starsene in albergo o in giro per il paese". Iavaniglio ribadisce pero' di non parlare a nome personale ma per conto di tutta la comunita' mottese.
"Nei giorni scorsi abbiamo ribadito la volonta' di Motta Montercorvino al rappresentante della prefettura di Foggia, e domani sera in un consiglio comunale monotematico formalizzeremo con un atto ufficiale questa volonta' popolare che invieremo alle autorita' competenti. Se dovesse giungere a Motta un migrante mi dimettero' immediatamente dall'incarico". "Io - spiega ancora il primo cittadino - conosco molte ben questa gente perche' per 13 anni mio padre e' stato emigrante in Germania e so benissimo cosa significa vedere il proprio genitore partire ogni Natale. Noi non possiamo accoglierli perche' non abbiamo le strutture. Non abbiamo, per esempio, un'assistenza medica adeguata per noi cittadini. Come possono pensare di darla a questi migranti?".(AGI)
"Nei giorni scorsi abbiamo ribadito la volonta' di Motta Montercorvino al rappresentante della prefettura di Foggia, e domani sera in un consiglio comunale monotematico formalizzeremo con un atto ufficiale questa volonta' popolare che invieremo alle autorita' competenti. Se dovesse giungere a Motta un migrante mi dimettero' immediatamente dall'incarico". "Io - spiega ancora il primo cittadino - conosco molte ben questa gente perche' per 13 anni mio padre e' stato emigrante in Germania e so benissimo cosa significa vedere il proprio genitore partire ogni Natale. Noi non possiamo accoglierli perche' non abbiamo le strutture. Non abbiamo, per esempio, un'assistenza medica adeguata per noi cittadini. Come possono pensare di darla a questi migranti?".(AGI)