di ALFREDO DE GIUSEPPE - Voterò “No” al referendum confermativo della riforma costituzionale. I motivi sono già ben esplicitati in centinaia di articoli di eminenti costituzionalisti e giornalisti, ma qui soprattutto rimarco l’impossibilità ad accettare l’idea di Sindaci e Consiglieri regionali chiamati a formare il nuovo Senato.
Oltre alla notevole difficoltà di un Sindaco di fare tutto quello che c’è da fare per la sua città, dovrebbe diventare di tanto in tanto un esperto di trattati internazionali, mangiare alla buvette, fare un po’ di lobbismo personale e di partito e poi tornare nel paesello a occuparsi della fogna e della spazzatura.
In più questi nuovi senatori non dovrebbero essere votati ma semplicemente cooptati dai vari consigli regionali e da alcune significative città, inseguendo quel modello di democrazia indiretta che da anni affligge il nostro Paese.
Voterò “No” per questo e per quell’idea generalizzata e ormai ben digerita dalla maggioranza che le riforme debbano essere fatte “necessariamente” senza mai entrare nel merito delle stesse, per cui tutto ciò che è riforma è bello e tutto ciò che dà continuità un fastidioso inciampo verso la Modernità.
Ci sarebbero delle vere riforme da effettuare, ma i governi attuali, quelli del dopo Mani Pulite per intenderci, se ne guardano bene dall’affrontarle. Per esempio, se il Senato è davvero un ingombro inutile va eliminato, non va ulteriormente pasticciato.
Se le Province vanno soppresse (non sono d’accordo) andrebbero eliminate soprattutto le Regioni, fonte del vero disastro della spesa pubblica nazionale. Se la Sanità, la Burocrazia, il Lavoro, la Scuola, i Trasporti e il Turismo vanno riformati, tutti sanno come e cosa fare ma sarebbe un suicidio delle lobby e delle massonerie, dei diritti acquisiti e delle prebende. Se ne guardano bene dal farlo: prendere una direzione diversa (buon senso e attenzione verso i veri cambiamenti sociali) potrebbe diventare pericoloso per il Potere nella sua forma attuale.
Mi dispiace che questo mio “No” venga espresso in compagnia di strani personaggi. Voterò “No” insieme a Brunetta e Schifani che nella realtà insieme a Renzi, Verdini e Boschi hanno scritto fin dall’inizio questa riforma della Costituzione.
Gli stessi che a suo tempo vollero fortemente il Porcellum, primo firmatario il leghista secessionista Roberto Calderoli, frutto di quella stagione del berlusconismo estremo che sicuramente pagheremo per molti anni ancora.
Certo, non dimentico che questi uomini sono da sempre fedeli solo al loro capo pagatore (un bel vincolo di mandato), che hanno deciso di abbandonare il tavolo delle riforme quando, nonostante il devastante “Patto del Nazareno”, non è stato possibile trovare un Presidente della Repubblica super gradito a Berlusconi, uno che potesse emanare una grazia e un perdono ad personam.
Voterò “No” insieme a D’Alema e Co., tutta gente che ha tatticamente giocato con l’Italia e i suoi vizi storici, che per un niente si è fatta soggiogare dalle logiche delle destre populiste italiane (vedi voto del 2001 sul federalismo) e che ora scopre all’improvviso il valore della Costituzione, dei Diritti e dei Principi, senza dire con chiarezza che l’obiettivo è solo il “nemico” Renzi.
Tanto per rimettersi in gioco ancora una volta, nell’eterna italica sfida a chi dura di più. Inoltre voterò “No” insieme ai devoti di Grillo e Casaleggio, i giovani deputati che non hanno potuto pensare con la loro testa, ma solo con gli slogan inviati come anatemi dal computer di un fondatore/ regista/ garante/ capocomico.
Per ben due volte, prima con Bersani e poi con Renzi, hanno avuto la possibilità di incidere davvero su questa nostra povera Italia e hanno inutilmente e beffardamente rifiutato. Pensando da cittadini al bene dell’Italia avrebbero detto in diretta streaming: “Bene, noi insieme a voi facciamo solo le tre riforme davvero necessarie e poi di nuovo al voto”.
Invece ha vinto la logica nichilista del Grillo, “tanto meglio se tanto peggio”, e ancora una volta ci troviamo davanti a scelte inutili, governi improvvisati e dissonanti, a riforme pasticciate, a un’Italia in ritardo in economia e senza nessuno sguardo al futuro. I grillini pensano alla prossima vittoria, al sole del futuro che verrà, mentre i problemi possono aspettare, anche perché in questo modo si rimane casti e puri.
Voterò “No” insieme a tanti altri esperti del circo mediatico, gente che si guadagna da vivere dicendo tutto e il suo contrario nell’arco di pochi mesi. Me ne farò una ragione e voterò secondo un mio intimo convincimento, come del resto feci al referendum costituzionale del 2006, quando le destre compatte proposero una revisione della Costituzione più o meno simile a quella attualmente proposta dal governo Renzi.
Però una cosa è vera: voterò insieme a gente che come me cerca di osservare e non avere preconcetti, gente che vuole che il nostro popolo diventi finalmente maturo e informato, non succube di questa o quella super propaganda. Lontani dal più forte del momento, quello tosto, telegenico e modernista.
Sarebbe bello che i fatti diventino fatti e poi storia e non oratoria mista a favole o barzellette. Voterò “No” insieme ai tanti che vogliono le vere riforme, magari nel segno di un’Europa davvero unita, unico sbarco possibile per queste stanche ed egoiste Nazioni.
Oltre alla notevole difficoltà di un Sindaco di fare tutto quello che c’è da fare per la sua città, dovrebbe diventare di tanto in tanto un esperto di trattati internazionali, mangiare alla buvette, fare un po’ di lobbismo personale e di partito e poi tornare nel paesello a occuparsi della fogna e della spazzatura.
In più questi nuovi senatori non dovrebbero essere votati ma semplicemente cooptati dai vari consigli regionali e da alcune significative città, inseguendo quel modello di democrazia indiretta che da anni affligge il nostro Paese.
Voterò “No” per questo e per quell’idea generalizzata e ormai ben digerita dalla maggioranza che le riforme debbano essere fatte “necessariamente” senza mai entrare nel merito delle stesse, per cui tutto ciò che è riforma è bello e tutto ciò che dà continuità un fastidioso inciampo verso la Modernità.
Ci sarebbero delle vere riforme da effettuare, ma i governi attuali, quelli del dopo Mani Pulite per intenderci, se ne guardano bene dall’affrontarle. Per esempio, se il Senato è davvero un ingombro inutile va eliminato, non va ulteriormente pasticciato.
Se le Province vanno soppresse (non sono d’accordo) andrebbero eliminate soprattutto le Regioni, fonte del vero disastro della spesa pubblica nazionale. Se la Sanità, la Burocrazia, il Lavoro, la Scuola, i Trasporti e il Turismo vanno riformati, tutti sanno come e cosa fare ma sarebbe un suicidio delle lobby e delle massonerie, dei diritti acquisiti e delle prebende. Se ne guardano bene dal farlo: prendere una direzione diversa (buon senso e attenzione verso i veri cambiamenti sociali) potrebbe diventare pericoloso per il Potere nella sua forma attuale.
Mi dispiace che questo mio “No” venga espresso in compagnia di strani personaggi. Voterò “No” insieme a Brunetta e Schifani che nella realtà insieme a Renzi, Verdini e Boschi hanno scritto fin dall’inizio questa riforma della Costituzione.
Gli stessi che a suo tempo vollero fortemente il Porcellum, primo firmatario il leghista secessionista Roberto Calderoli, frutto di quella stagione del berlusconismo estremo che sicuramente pagheremo per molti anni ancora.
Certo, non dimentico che questi uomini sono da sempre fedeli solo al loro capo pagatore (un bel vincolo di mandato), che hanno deciso di abbandonare il tavolo delle riforme quando, nonostante il devastante “Patto del Nazareno”, non è stato possibile trovare un Presidente della Repubblica super gradito a Berlusconi, uno che potesse emanare una grazia e un perdono ad personam.
Voterò “No” insieme a D’Alema e Co., tutta gente che ha tatticamente giocato con l’Italia e i suoi vizi storici, che per un niente si è fatta soggiogare dalle logiche delle destre populiste italiane (vedi voto del 2001 sul federalismo) e che ora scopre all’improvviso il valore della Costituzione, dei Diritti e dei Principi, senza dire con chiarezza che l’obiettivo è solo il “nemico” Renzi.
Tanto per rimettersi in gioco ancora una volta, nell’eterna italica sfida a chi dura di più. Inoltre voterò “No” insieme ai devoti di Grillo e Casaleggio, i giovani deputati che non hanno potuto pensare con la loro testa, ma solo con gli slogan inviati come anatemi dal computer di un fondatore/ regista/ garante/ capocomico.
Per ben due volte, prima con Bersani e poi con Renzi, hanno avuto la possibilità di incidere davvero su questa nostra povera Italia e hanno inutilmente e beffardamente rifiutato. Pensando da cittadini al bene dell’Italia avrebbero detto in diretta streaming: “Bene, noi insieme a voi facciamo solo le tre riforme davvero necessarie e poi di nuovo al voto”.
Invece ha vinto la logica nichilista del Grillo, “tanto meglio se tanto peggio”, e ancora una volta ci troviamo davanti a scelte inutili, governi improvvisati e dissonanti, a riforme pasticciate, a un’Italia in ritardo in economia e senza nessuno sguardo al futuro. I grillini pensano alla prossima vittoria, al sole del futuro che verrà, mentre i problemi possono aspettare, anche perché in questo modo si rimane casti e puri.
Voterò “No” insieme a tanti altri esperti del circo mediatico, gente che si guadagna da vivere dicendo tutto e il suo contrario nell’arco di pochi mesi. Me ne farò una ragione e voterò secondo un mio intimo convincimento, come del resto feci al referendum costituzionale del 2006, quando le destre compatte proposero una revisione della Costituzione più o meno simile a quella attualmente proposta dal governo Renzi.
Però una cosa è vera: voterò insieme a gente che come me cerca di osservare e non avere preconcetti, gente che vuole che il nostro popolo diventi finalmente maturo e informato, non succube di questa o quella super propaganda. Lontani dal più forte del momento, quello tosto, telegenico e modernista.
Sarebbe bello che i fatti diventino fatti e poi storia e non oratoria mista a favole o barzellette. Voterò “No” insieme ai tanti che vogliono le vere riforme, magari nel segno di un’Europa davvero unita, unico sbarco possibile per queste stanche ed egoiste Nazioni.