E' la macchina del tempo, il mito alchemico dell'eterno ritorno, della rosa di Cagliostro che sul fuoco si ricompone nella forma e nella fragranza che stordisce.
Sull'orlo della pensione con vista sul caminetto, i giardinetti, le altalene, i nipotini da portare a scuola, o le lezioni ben pagate negli atenei, le charity, insomma, l'accademia, per una vecchiaia cool fra yacht (Blair) e paradisi... fiscali (Berlusconi), altra da quella dei comuni mortali impicciati fra prostate, dentiere, pannoloni, tac, Parkinson, case di riposo e quant'altro, i leader europei hanno un sussulto di vitalità, da acne giovanile ritardato e prime effusioni per fratte e, come si fossero passata la voce, si rimettono in gioco. Un gioco trasversale a destra e a sinistra.
Forse c'è dietro un disegno (la dietrologia è materia universitaria), magari una Spectre che li ispira e coordina, una mente sofisticata, un Grande Vecchio, i Savi di Sion, una loggia, o forse sono solo velleitarismi fuori tempo massimo, turgori tipo “Malena”, forzature semantiche che arrivano quando non si vuol prendere atto che il proprio tempo è finito, ma sono gli stessi che comandarono fra i Novanta e il Duemila tirandoci dentro a guerre regionali, finte rivoluzioni, pulizie etniche, crisi economiche, finanze creative, “manovre” il cui prezzo lacrime e sangue abbiamo pagato solo noi.
A cominciare da Bill Clinton (sua l'idea del muro muro al confine col Mexico, 1994), che si fece due mandati (1993-2001) e ha appena sostenuto la candidatura della moglie Hillary alla Casa Bianca spendendo un miliardo di dollari cash, al vento. Nicolas Sarkozy era sulla stessa lunghezza d'onda: Carlà glielo aveva detto: stai buonino, hai una certa età, metti la maglia di lana. Si è suicidato alle primarie del 20 novembre 2016 (in Francia si voterà la prossima primavera) giungendo dietro a Juppè e Fillon, gollisti (Marina Le Pen ringrazia: ora è davvero sicura di vincere).
B. omaggiò frau Angela Merkel con un complimento hard (“culona inchiavababile”), ma nel 2011 la pagò cara via spreed: si è messa in stand-by per il quarto mandato (è lì a dettare patti di stabilità dal 2005, è devota al Divo Giulio), nonostante i pessimi segnali che i tedeschi le hanno mandato alle elezioni locali, anche tramite i neonazi (in Germania si vota a settembre 2017).
Tony Blair ha gettato le àncore al largo di Leuca, è sceso dal “Rosiehearty”, la “barca” di 56 metri che fu di Rupert Murdoch e ha affittato un loft nel cuore della City convocando via whatsapp gli ex collaboratori per riscalare il Labour Party (governò dal 1998 al 2007). Tema: come tornare al 10 di Downing Street alla svelta. Qualcuno incontinente è arrivato col pappagallo in mano.
E se nel coro dei popoli ci sentiamo italiani, potevamo sottrarci al trend del riciclo? Lo si era capito dalla fregola con cui B., dopo averlo messo in gioco con tutte le lusinghe di cui è capace, proponendolo per la guida del centro-destra, ha liquidato Stefano Parisi (che si sta facendo la sua bella nicchia da 1%, “Energie per l'Italia”).
Da “animale politico” ha intuito che la leadership di Renzi è debole, senza prospettive, esausta, sociologica, folkloristica, che non ci saranno Nazareni-bis, che i suoi interessi che fece coincidere con quelli dell'Italia non sono più garantiti (addirittura tiene sulle spine i cinesi, pensa di tenersi il Milan). Così il suo sogno è guidare i moderati al voto anticipato della prossima primavera, dopo la vittoria del “No” al referendum costituzionale (4 dicembre 2016) e la riforma elettorale col proporzionale.
Avevano ragione Rino Formica: “La politica è sangue e merda”, e Massimo D'Alema: “E' un animale selvaggio che si ciba di carne fresca”. Più fresca di così...
Non sarebbe estraneo al puzzle Donald Trump, che i maliziosi dicono aver incontrato, fine settembre 2016, B. a New York, pro domo sua (Trump Tower) per piangere dopo che Vivendi lo aveva smascherato sul bluff di Mediaset Premium.
Persino Obama, vista l'aria che tira, ha deciso di restare a “vigilare” che Trump non faccia troppo baccano, anche se ormai è innocuo come un Hurricane che ha scaricato tutta la sua forza in campagna elettorale (l'Obamacure resterà).
Sarà il tempo a dire se vanno in ordine sparso o c'è un disegno “globale”, neo-conservatore, ancièn-regime. Ma sul perché accade tutto in simultanea si può formulare qualche ipotesi.
La prima è sociologica: accortisi dell'esiguità politica e culturale, dell'inaffidabilità delle leadership nell'agone in Europa e quelle in progress (da Renzi a Theresa May, da Salvini a Farage a Grillo alla Le Pen, dai neonazi tedeschi a quelli austriaci, tutte virate nel populismo con sfumature razziste), le lobby economiche e finanziarie corrono ai ripari e spingono gli ex che garantivano i vecchi equilibri, per una ristrutturazione del capitalismo in affanno che chiama alle armi i “riservisti”.
Si vuole arginare una deriva populista, demagogica, o si considera Trump alla Casa Bianca una “sponda” potenziale per difendere (da chi?) la democrazia, come dice la Merkel?
Altra ipotesi: impedire il disfacimento ideale e materiale dell'Europa, che ormai ha assunto un passo esponenziale dopo il 23 giugno 2016 (Brexit).
Ma potrebbe anche essere una strategia per affrontare seriamente la minaccia del terrorismo islamico, che necessita di una risposta tosta.
Se siano arruffati protagonismi, autosuggestioni, furori da eterna giovinezza o tessere di un mosaico più vasto e complesso lo sapremo presto. Una cosa però la si può dire sin d'ora: c'è anche una lettura antropologica, oltre che politica. La terza età non esiste più, ogni confine è vago e sfuggente. I leader hanno trovato l'elisir dell'eterna giovinezza, la pappa reale dell'immortalità.
Come se si fossero fatti ibernare con la loro visione del mondo (come la ragazzina londinese). Ora si fanno scongelare temendo l'apocalisse del populismo e si ri-responsabilizzano sui destini del mondo e dell'umanità, per evitare il big-bang.
Vedremo la reazione dei popoli: li crederanno degli illusi che vogliono fermare il tempo? O si affideranno all'usato sicuro preferendolo al salto nel buio del populismo, che tanti credono il sol dell'avvenire?